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La NATO e la sicurezza climatica: quale prospettiva?

Caffè lungo – Il vertice NATO di Vilnius ha avviato l’istituzione del CCASCOE, che conferma la presa di coscienza dell’Alleanza sul cambiamento climatico rilanciata nel 2021. Questo apre un nuovo capitolo di cooperazione con l’Unione Europea nonostante alcune possibili frizioni.

UN NUOVO CENTRO DI ECCELLENZA

Il vertice NATO di Vilnius, tenutosi a luglio del 2023, ha riaffermato l’impegno alla difesa collettiva e determinato la fine del veto turco sull’adesione della Svezia all’Alleanza Atlantica. Inoltre si è registrato un avanzamento storico sulla questione climatica. Mircea Dan Geoană, vicesegretario generale della NATO, ha evidenziato il nesso tra cambiamento climatico e sicurezza militare, riconoscendo la questione come una minaccia esistenziale alla quale l’Alleanza non può rimanere inerte. A queste parole è seguita la stesura del documento fondativo del Centro d’Eccellenza sul Cambiamento Climatico e la Sicurezza (CCASCOE) da parte di una coalizione di undici “nazioni sponsor” presieduta dall’allora Ministra della Difesa Nazionale canadese Anita Indira Anand. Tale iniziativa è stata ufficialmente approvata da Ottawa il 17 agosto con la Statutory Orders and Regulation 183/2023, designando Montréal come sede del Centro.

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Fig. 1 – Anita Indira Anand, ex Ministra della Difesa Nazionale del Canada, durante il vertice NATO di Vilnius

LA PRESA DI COSCIENZA

La NATO ha affrontato la questione climatica sin dalla fine degli anni Settanta con il programma Science for Peace and Security, garantendo la cooperazione tra membri in ambito scientifico per fini securitari. Gli ultimi sviluppi hanno preso piede nel 2021 durante il vertice NATO di Bruxelles, quando è stato pubblicato il Piano d’Azione sulla sicurezza e il cambiamento climatico. Il Piano riconosce i mutamenti atmosferici come “moltiplicatori di minacce” ai quali è necessario “dare una risposta completa”. Il nuovo Strategic Concept del 2022 ha ribadito l’importanza della questione, sviluppando il tema  nei capitoli “Prevenzione e gestione delle crisi” e “Sicurezza cooperativa”. Per ultimo, ai margini del già citato vertice di Vilnius, l’Alleanza ha pubblicato tre report che riguardano aspetti tecnici, come l’impatto ambientale delle infrastrutture civili e militari, un “compendio” che raccoglie le misure adottate dai singoli Stati membri su temi quali l’adattamento climatico e l’efficienza energetica e delle ricerche su casi studio in cui si evidenziano le criticità operative belliche in un contesto di alterazione climatica.

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Fig. 2 – Jens Stoltenberg, segretario dell’Alleanza Atlantica, insieme a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, durante un incontro settimanale NATO-UE

UN MATRIMONIO EUROATLANTICO… COMPLESSO

Il punto 43 dello Strategic Concept afferma come il contrasto al cambiamento climatico sia un tema su cui l’Alleanza Atlantica deve cooperare con l’UE. La Dichiarazione Congiunta NATO-UE del 10 gennaio 2023 conferma che il legame euroatlantico è fondamentale per contrastare le minacce tradizionali. Nonostante quasi tutti i Paesi dell’UE siano anche membri NATO, un team di ricerca dello Stockholm International Peace Research Institute coordinato da Anniek Barnhoorn mostra la complessità della questione. Infatti le differenze tra le due Organizzazioni in termini di assetto istituzionale e politico da un lato e di priorità tematiche e obiettivi dall’altro sono profonde. La NATO, in quanto alleanza militare, ha un approccio reattivo incentrato perlopiù sulla difesa dai rischi apportati dal cambiamento climatico. Per contro l’UE, in quanto Organizzazione economica e politica regionale, dà priorità alla tutela dello sviluppo e all’aiuto umanitario, preferendo azioni proattive. Tale divergenza potrebbe essere colmata attraverso forum terzi come il G7, che potrebbe fungere da piattaforma di indirizzo per sviluppare strategie climatiche anche su questioni commercialmente spinose come i dazi sulle emissioni di carbonio.

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Fig. 3 – Finlandia e Svezia potrebbero contribuire all’agenda relativa alla sicurezza climatica della NATO

POSSIBILI SVILUPPI

La NATO sta dimostrando una crescente presa di consapevolezza sul tema del cambiamento climatico alla luce dei danni a infrastrutture e persone causate dai fenomeni climatici anomali registrati nel 2023 e della sfida sulla sicurezza energetica posta dal conflitto russo-ucraino. Le adesioni della Finlandia e quella prossima della Svezia arricchiranno l’agenda relativa alla sicurezza climatica della NATO, in quanto i due Paesi la considerano prioritaria, oltre che una grande opportunità per contribuire alla pianificazione strategica in un campo di importanza crescente. Inoltre l’attuale Segretario della NATO, Jens Stoltenberg, ha partecipato alle ultime due Conference of Parties presentando l’Alleanza come parte integrante della soluzione globale al cambiamento climatico. Tuttavia le crisi in Ucraina e in Medio Oriente hanno attualmente una rilevanza maggiore nell’agenda della NATO. Stando agli aggiornamenti di febbraio 2024, il “processo di riconoscimento NATO” del CCASCOE, ovvero la procedura burocratica che ufficializza la sua istituzione, non è ancora ultimato. Infine le elezioni europee del 6-9 giugno e quelle statunitensi del 5 novembre 2024 saranno cruciali per lo sviluppo dell’agenda euroatlantica sulla sicurezza climatica.

Lorenzo Avesani

NATO Grunge Flag” by Grunge Love is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Al summit NATO di Vilnius del luglio 2023 una coalizione di nazioni guidata dal Canada ha istituito il Centro d’Eccellenza sul Cambiamento Climatico e la Sicurezza (CCASCOE), dando inizio a nuova fase sull’integrazione del clima nelle questione di sicurezza euroatlantica.
  • I prossimi eventi politici e le attuali crisi internazionali sono fattori che potrebbero influenzare l’equilibrio euroatlantico, presupposto fondamentale per un’azione congiunta di contrasto al cambiamento climatico.

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Lorenzo Avesani
Lorenzo Avesani

Nato e residente a Negrar di Valpolicella (VR), classe 1999. La mia carriera universitaria si è sviluppata a Trento e a Forlì nell’ambito delle Relazioni Internazionali. Ho vissuto un’esperienza Erasmus in Slovacchia dove ho coltivato la passione per l’Europa centro-orientale. Mi interessano particolarmente le tematiche riguardanti sicurezza energetica e cambiamento climatico.

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