In 3 sorsi – Si è tenuto a Washington il Summit NATO, un evento cruciale per discutere, tra l’altro, della questione Ucraina, del fianco sud dell’Alleanza e della spesa militare.
1. Il vertice e la questione Ucraina
Dal 9 all’11 luglio scorso si è tenuto a Washington DC un vertice dei capi di Stato e di Governo dei trentadue membri dell’Alleanza, oltre che dei loro Paesi partner e dell’Unione Europea (UE). L’incontro è stato anche l’occasione per celebrare il 75° anniversario della NATO.
Al centro del summit c’è stata la discussione sul supporto degli Alleati in favore dell’Ucraina. Nel precedente incontro, l’estate scorsa a Vilnius, gli Alleati avevano iniziato a confrontarsi su un possibile ingresso dell’Ucraina nella NATO, sebbene la sola ipotesi avesse scatenato una forte reazione di Mosca, che vede la questione come una seria minaccia per la sicurezza russa.
A Washington, nei giorni scorsi, è stato compiuto un ulteriore passo in questa direzione. Nella dichiarazione finale del summit si legge infatti che i leader sostengono “pienamente il diritto dell’Ucraina di scegliere per la propria sicurezza e di decidere il proprio futuro, senza interferenze esterne”, chiosando in modo netto che “il futuro dell’Ucraina è nella NATO” e che “L’Ucraina è diventata sempre più interoperabile e politicamente integrata nell’Alleanza”. Come a dire che il percorso, ormai, è tracciato. Durante l’incontro, inoltre, si è deciso di fornire ulteriore supporto a Kiev. In particolare, è stato annunciato un finanziamento di 40 miliardi di euro in aiuti militari entro il prossimo anno, oltre che un commitment di lungo termine mediante la fornitura di equipaggiamento militare, assistenza e addestramento.
Fig. 1 – I partecipanti al Summit NATO di Washington
2. Il fianco sud
Uno dei temi su cui l’Italia punta molto, da sempre, è quello della sicurezza del fianco sud dell’Alleanza. Chiaramente, per un Paese come l’Italia, proteso nel Mediterraneo e vicino alle instabili realtà nord-africane, avere il supporto della NATO in tale specifico quadrante è determinante. A tal proposito la diplomazia nazionale ha ottenuto un risultato apprezzabile per fare rimanere alta l’attenzione della NATO su questo fronte, nonostante la delicata situazione a oriente. In tal senso è rilevante infatti l’adozione da parte dei leader di un piano d’azione per un approccio più forte, strategico e orientato ai risultati nei confronti del meridione, con l’invito per il Segretario Generale a designare un Rappresentante Speciale che fungerà da punto focale della NATO per la regione e ne coordinerà gli sforzi.
Fig. 2 – Seduta di lavoro al Summit NATO di Washington, con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
3. La spesa militare
Uno dei pilastri su cui si basa il funzionamento della NATO è il cosiddetto “Burden Sharing”, che letteralmente significa “condivisione dello sforzo”. Si tratta del conteggio matematico del contributo fornito da ciascun Stato membro per il funzionamento dell’Alleanza e rappresenta una variabile molto importante poiché certifica, a livello quantitativo, il grado di investimento economico (e quindi politico), sostenuto da ogni Alleato per il mantenimento di un sistema efficace ed efficiente di difesa collettiva.
In particolare, nel summit in Galles, tenutosi nel settembre 2014, pochi mesi dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, i capi di Stato e di Governo dei Paesi membri della NATO, con il “Defence Investment Pledge”, si sono impegnati ad arrestare i tagli alla spesa per la Difesa e a compiere ogni possibile sforzo per aumentarne la previsione, lavorando sull’obiettivo di destinare il 2% del PIL alla spesa per la Difesa entro il 2024. A distanza di 10 anni, a Washington, non solo è stata ribadita la necessità di onorare tale impegno, ma è stato anche affermato che, in molti casi, sarà necessaria una spesa anche maggiore del 2% del PIL. Per quanto riguarda l’Italia, che rientra nel novero di quei Paesi che non garantiscono ancora il livello di spesa militare pattuito, è stata fornita rassicurazione sulla volontà e sull’impegno nel conseguire tale obiettivo entro il 2028, sebbene sia stata evidenziata la necessità di contemplare, nel conteggio, anche lo sforzo del Paese in termini di contributi di unità e mezzi nelle varie operazioni dell’Alleanza.
Lisa Imparato – Gianluca Luchena
“Meeting of the NATO-Ukraine Council at the level of Heads of State and Government – Washington Summit” by NATO is licensed under CC BY-NC-ND