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Cosa ci dicono le nomine di Trump sulla futura politica interna

In 3 sorsi – Le nomine di Trump in tema di politica interna per il suo Gabinetto riflettono un’Amministrazione stretta intorno al leader, dall’energia all’immigrazione, passando per l’economia. Ma alcune conferme da parte del Senato restano incerte.

1. LA LEALTĂ€ AL CENTRO

L’intenzione di Donald Trump nella scelta del suo Gabinetto è quella di circondarsi di persone a lui fedeli, collocate non a caso in posizioni strategiche: l’ex Procuratrice Generale della Florida Pam Bondi, parte del team legale di Trump durante il suo primo procedimento di impeachment del 2019/2020, a capo del Dipartimento di Giustizia (Department of Justice, DoJ) in qualità di Procuratrice Generale, carica simile al nostro Ministro della Giustizia quanto a gestione dell’amministrazione giudiziaria, ma differente a livello esecutivo (ad esempio, il Procuratore Generale può intervenire su indagini federali, al contrario del Ministro nostrano, al quale è vietata qualsiasi ingerenza). Legato a Fox News è Chris Wright, indicato come responsabile per l’Energia, nonché amministratore delegato di una compagnia di fracking, in continuità con la politica trumpiana volta al ritorno a un pieno sfruttamento delle fonti fossili. L’ex Governatrice del South Dakota Kristi Noem, indicata da Trump come Homeland Security Secretary, alla quale verrà affidato gran parte del lavoro relativo ai confini e alla deportazione degli immigrati irregolari. Figure note al grande pubblico per aver espresso pieno sostegno a Trump in campagna elettorale, come Elon Musk o Robert F. Kennedy Jr., rispettivamente indicati a occuparsi dello snellimento della burocrazia e della gestione della sanità. Infine, tra i fedelissimi figura anche Kash Patel, che è stato indicato alla guida del Federal Bureau of Investigation (FBI), in continuità con la volontà di smantellare il presunto deep state espressa dallo stesso in più occasioni, anche in un libro pubblicato.

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Fig. 1 – La Procuratrice Generale nominata, Pam Bondi

2. ECONOMIA E IMMIGRAZIONE

Il partito del Make America Great Again sembra voler tornare agli obiettivi fissati già nel primo mandato. Lo snellimento della burocrazia e la diminuzione dei contributi fiscali della parte della fascia più benestante della popolazione sembrano essere punti focali, accompagnati a una politica severa al confine con il Messico, inclusa l’intenzione di una deportazione di massa ancora poco chiara nelle modalità attuative. Queste misure rigide e l’intenzione di disincentivare l’immigrazione lasciano tuttavia aperte alcune questioni relative al possibile impatto sull’economia, cresciuta dalla fine della pandemia con un contributo importante proprio dei nati fuori dal territorio statunitense.
Quanto, appunto, all’economia, il nome di Scott Bessent come Segretario del Tesoro porta con sé l’approccio “3/3/3”, nel quale ognuna delle cifre fa riferimento, rispettivamente a diminuzione del deficit del 3% rispetto al PIL, aumento della crescita annuale del 3% e aumento della produzione di petrolio di 3 milioni di barili al mese. Molte delle nomine sembrano poi volte a un inasprimento delle azioni già adottate dal 2016 al 2020, e al tempo stesso lalo smantellamento di alcune novità introdotte dall’Amministrazione Biden, come le nuove normative di tutela ambientale previste dall’Inflation Reduction Act.

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Fig. 2 – Scott Bessent, Segretario al Tesoro nominato

3. TRA UNITĂ€ E INCERTEZZE

Le nomine menzionate non esauriscono i posti assegnati da Trump finora, ma possono suggerire quale sarà la linea seguita: più rigidità in materia di sicurezza e immigrazione, atteggiamento favorevole nei confronti dell’imprenditoria e diminuzione della tassazione, aumento della produzione di fonti di energia anche fossile, forte coesione all’interno del Governo stesso, stretto intorno al leader. Il sistema di audizione e approvazione delle nomine federali da parte del Senato lascia aperto un interrogativo alla possibilità che non tutte vengano confermate: alcuni nomi vacillano più di altri, come quello di Robert F. Kennedy Jr. o Kash Patel, ma sarà necessario attendere l’insediamento del nuovo Congresso, in particolare del Senato, dove i repubblicani hanno solo tre voti di vantaggio più il vicepresidente Vance, per vedere all’opera il gabinetto definitivo.

Veronica Guerra

Immagine di copertina: “Trump” by IoSonoUnaFotoCamera is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • Trump ha quasi completato i pezzi del puzzle del suo Gabinetto, con scelte spesso controverse, anche se non manca qualche nome piĂą istituzionale.
  • Le nomine per i posti chiave di politica interna parlano chiaro sulla direzione che il rieletto Presidente vuole imprimere al suo secondo mandato.

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