In 3 sorsi – L’adesione formale della Colombia alla Nuova Via della Seta segna un’evoluzione significativa nelle dinamiche geopolitiche dell’America Latina. Washington osserva con preoccupazione, mentre Petro rivendica autonomia negoziale e tutela dell’interesse nazionale.
1. LA PENETRAZIONE CINESE IN AMERICA LATINA
L’ingresso della Cina in America Latina non è un fenomeno recente. Il subcontinente latinoamericano è, infatti, coinvolto nella Nuova Via della Seta, che promuove lo sviluppo commerciale tra il continente asiatico e il resto del globo, attraverso progetti infrastrutturali, commerciali, di investimento e di innovazione tecnologica. Numerosi sono i Paesi latinoamericani (Argentina, Perù, Venezuela, Cile) che firmano tale accordo e la Colombia rappresenta un ulteriore tassello della proiezione strategica cinese. L’adesione di nuovi Stati sta ricalibrando i rapporti commerciali e diplomatici a livello mondiale, soprattutto in un momento di crescente tensione commerciale fra USA e Cina, accentuato dalla “guerra dei dazi” avviata dall’Amministrazione Trump. In tale contesto, l’espansione della presenza cinese in America Latina non rappresenta soltanto un’opportunità economica per i Paesi aderenti, ma assume anche rilevanza geopolitica, ridefinendo gli equilibri globali e la competizione tra le grandi potenze nel cortile di casa storicamente presidiato da Washington.
Fig. 1 – Le due bandiere, cinese e statunitense, che sventolano
2. L’AVVICINAMENTO TRA BOGOTÁ E PECHINO
La Colombia è tradizionalmente allineata agli Stati Uniti a livello commerciale. I due Paesi hanno, infatti, stipulato il trattato di Libero Commercio (TLC) per favorire il libero scambio. Il 13 maggio 2025 il Presidente colombiano Gustavo Petro annuncia di voler entrare subito nel progetto di sviluppo delle infrastrutture e della cooperazione internazionale lanciata da Pechino. Tra i principali obiettivi di questa intesa figurano la transizione energetica, la sicurezza alimentare, la mobilità sostenibile e l’impiego dell’intelligenza artificiale, settori in cui la Cina può offrire competenze, investimenti e tecnologie avanzate. Petro giustifica questa scelta sottolineando che l’accordo non porterà vantaggi unilaterali solo a favore di Pechino, ma rappresenterà un’opportunità anche per l’economia colombiana: “la Cina agirà sia con i [suoi] investimenti in Colombia, sia con l’acquisto di prodotti dalla Colombia”.
Fig. 2 – Il Presidente Gustavo Petro e il Presidente Xi Jinping a ottobre 2023
3. LA SCOMMESSA DIPLOMATICA E COMMERCIALE DELLA COLOMBIA
L’avvicinamento di Bogotá alla Cina è percepito da Washington come un campanello di allarme, dal momento in cui gli Stati Uniti vedono ridurre progressivamente il proprio spazio di influenza in Sudamerica. Il Segretario di Stato Marco Rubio, ad esempio, descrive la Via della Seta come una “trappola diplomatica del debito” per i Paesi latinoamericani. Inoltre, anche una parte del mondo industriale colombiano teme che l’accordo bilaterale Bogotá-Pechino possa essere deleterio per l’economia del Paese. Da un lato, c’è la preoccupazione che l’intensificazione dei rapporti con la Cina possa compromettere gli attuali legami privilegiati con Washington, soprattutto dal punto di vista commerciale. Riguardo a questo punto, è bene sottolineare che, nonostante il commercio con la Cina sia aumentato in questi anni, non raggiunge i livelli che la Colombia mantiene con gli Stati Uniti. Dall’altro lato, prevale la paura che l’afflusso di prodotti cinesi a basso costo possa mettere in seria difficoltà il tessuto produttivo locale. Tuttavia, Petro ribadisce con enfasi che l’accordo in questione deve intendersi come “una piattaforma di collaborazione flessibile” e che ogni progetto sarà valutato individualmente, sulla base del suo impatto sulla popolazione e sul territorio colombiano. Il Presidente evidenzia come il rapporto con Pechino sarà paritetico, dal momento in cui le sue intenzioni sono quelle di parlare con “Xi Jinping faccia a faccia, non in ginocchio”.
Martina Marradi
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