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Marocco, le proteste GenZ 212 scuotono il Paese

In 3 Sorsi Dalla fine di settembre 2025 il Marocco è stato attraversato da proteste diffuse, guidate da giovani che reclamano riforme urgenti in sanità, istruzione e occupazione. Le manifestazioni, nate su Discord e TikTok attraverso il gruppo GenZ 212, denunciano le priorità sbilanciate del Governo e la repressione.

1. LE ORIGINI DEL MOVIMENTO E LE RAGIONI PROFONDE

Le proteste, esplose per la prima volta tra il 27 e il 28 settembre 2025 in numerose città marocchine, sono nate dal contrasto tra gli investimenti miliardari del Regno nelle infrastrutture calcistiche, in vista della Coppa d’Africa del 2025 e dei Mondiali FIFA del 2030, e la morte di otto donne durante un parto cesareo nell’ospedale pubblico di Agadir.
Il gruppo promotore, GenZ 212, è sorto spontaneamente online, su piattaforme come Instagram, Tik Tok e Discord. Si tratta di un movimento di natura pacifica e apartitico, il cui scopo è quello di ristabilire le priorità nazionali, denunciando il crollo delle condizioni sanitarie, lo scarso sistema educativo e il malfunzionante mercato del lavoro. Il Marocco è, infatti, caratterizzato da profonde disparità sociali e da un tasso di disoccupazione giovanile intorno al 13%.

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Fig 1 – Membri del gruppo GenZ 212 davanti al Parlamento a Rabat chiedendo riforme sociali e sanitarie

2. DINAMICA DELLE PROTESTE: DIFFUSIONE, SCONTRI E RISPOSTA DELLE AUTORITĂ€

La mobilitazione, pur iniziata in modo pacifico, è subito degenerata in momenti di forte tensione e scontri. Infatti, nelle notti successive all’avvio delle proteste, diverse piazze sono state teatro di vandalismo, incendi, lanci di pietre e danneggiamenti di proprietà pubbliche e private. 
Le AutoritĂ  marocchine hanno reagito con arresti su larga scala – si parla di almeno 400 persone, – ampio dispiegamento di Forze dell’Ordine e uso della violenza contro i manifestanti. Diverse fonti e organizzazioni internazionali denunciano un uso eccessivo della forza, documentato dalla morte di almeno tre manifestanti e dal grave incidente a Oujda, dove un veicolo della polizia si è lanciato contro la folla di manifestanti, provocando diversi feriti.
Nonostante la stretta repressiva, i leader del movimento e molti dimostranti hanno insistito sulla natura pacifica delle proteste, invitando i partecipanti a evitare ogni forma di violenza e a concentrarsi sulle rivendicazioni sociali. 

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Fig 2 – Scontri tra manifestanti e Forze dell’Ordine nella cittĂ  di Salè

3. IMPLICAZIONI POLITICHE E SCENARI POSSIBILI

Le proteste costituiscono una sfida significativa per il Governo guidato dal Primo Ministro Aziz Akhannouch e per le Istituzioni monarchiche. I giovani chiedono a gran voce le dimissioni del premier e riforme strutturali che vadano oltre le promesse simboliche. 
In questo contesto, il Re Mohammed VI ha tenuto un discorso in Parlamento lo scorso 10 ottobre, invitando gli esponenti di Governo ad accelerare le riforme richieste dai giovani protestanti e ribadendo il fatto che i grandi progetti infrastrutturali debbano procedere di pari passo coi programmi sociali, in quanto entrambi volti allo sviluppo del Marocco. Tuttavia, pur apprezzato da una parte dell’opinione pubblica, il discorso reale non ha risposto direttamente alle richieste specifiche del movimento GenZ 212: le dimissioni del Primo Ministro e un’indagine sulla corruzione governativa. Questo ha generato scetticismo e delusione tra i manifestanti, che hanno annunciato nuove mobilitazioni.
Se il Governo non riuscirà a rispondere concretamente alle richieste del movimento, il rischio è un’escalation del conflitto sociale e un progressivo logoramento della fiducia nelle Istituzioni.
La Monarchia conserva ancora un forte peso simbolico e un ruolo di equilibrio, ma questa crisi rivela che la nuova generazione marocchina non accetta più lo status quo e chiede un nuovo patto sociale, fondato su responsabilità, trasparenza e opportunità reali.

Chiara Salvò

Photo by jorono is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Il Marocco è stato scosso da numerose proteste che denunciano le prioritĂ  sbilanciate del Governo e chiedono urgenti interventi in ambito educativo, lavorativo e sanitario.
  • Il modo in cui il Governo e il sovrano Mohammed VI reagiranno delineerĂ  il futuro delle proteste, delle Istituzioni interne e dell’immagine internazionale del Regno.

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Chiara Salvò
Chiara Salvò

Classe 2000, mi sono laureata in Relazioni Internazionali e successivamente in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano, arricchendo il mio percorso con esperienze di studio in Polonia e di lavoro in Marocco. Appassionata dell’area MENA, delle sue dinamiche e complessità, considero la geopolitica lo strumento migliore per comprenderle e nutrire la mia curiosità. Nel tempo libero viaggio, o pianifico la prossima partenza, alla scoperta di nuovi luoghi e persone con cui condividere le mie passioni.

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