In 3 sorsi – L’oppositrice politica venezuelana vince il Nobel per la Pace per il suo sforzo nel contrasto alla dittatura del Presidente Maduro.
1. CHI È MARÍA CORINA MACHADO
Nata nel 1967 a Caracas, María Corina Machado è entrata nella scena politica a 35 anni fondando l’organizzazione Súmate, il cui scopo era la lotta per la trasparenza e per la partecipazione politica cittadina. Súmate contribuì anche alla raccolta di 4 milioni di firme per promuovere il referendum revocatorio del 2004, poi fallito, contro il Presidente dell’epoca, Hugo Chávez. Nel 2011 María Machado ottenne il suo primo seggio nell’Assemblea legislativa con il partito Miranda. L’anno seguente arrivò terza alla corsa per la Presidenza del Venezuela con il 3,81% dei voti. Nello stesso periodo fondò il partito di centrodestra Vente Venezuela, promuovendo un’economia liberale, massiccia privatizzazione di aziende pubbliche e rafforzamento dello Stato di diritto. Dopo la morte, e la conseguente fine del mandato di Hugo Chávez nel 2013, Machado, insieme ad altri deputati, guidò un’ondata di manifestazioni a favore della democratizzazione del Paese, le quali vennero represse nel sangue. Il suo ruolo in questo processo di democratizzazione la portò all’incarico di Rappresentante temporanea per Panama all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), il cui obiettivo era portare luce su possibili violazioni di diritti umani e abuso di potere del regime.
Fig. 1 – María Corina Machado durante una protesta contro il Governo il 9 gennaio 2025, Caracas, Venezuela
2. LO SCONTRO CON MADURO
La sua posizione all’OSA ebbe diverse conseguenze. Il Presidente Nicolás Maduro, infatti, già in carica dall’aprile 2013, la denunciò di aver infranto 3 articoli della Costituzione nazionale: accettazione di incarico straniero senza autorizzazione (art. 149); lealtà verso la patria (art. 128); difesa della sovranità nazionale (art. 130). L’accusa di infrazione dell’art. 149 portò all’implementazione dell’art. 191, attraverso il quale si richiese la rimozione dalla carica di deputata. In aggiunta, le venne proibito di lasciare il Paese per i seguenti 8 anni. Un ulteriore attacco si ebbe nell’estate del 2023, quando il Tribunale di Giustizia venezuelano approvò una mozione su “omissioni e dichiarazioni false sul patrimonio” che vietava a Machado di ricoprire cariche pubbliche per altri 15 anni. María Machado si presentò comunque alle primarie dell’opposizione di fine anno e vinse con più del 90% dei voti. Nonostante il successo, dovette cedere il posto per la corsa presidenziale al suo alleato Edmundo González con la coalizione Piattaforma Unitaria Democratica (PUD). González vinse le elezioni del 2024, ma il Presidente Maduro accusò l’opposizione di brogli elettorali, rimase al potere e aumentò la repressione politica. Da settembre 2024 González si trova in esilio in Spagna e Machado, dopo una breve incarcerazione a inizio anno, vive in clandestinità.
Fig. 2 – Machado e González incontrano i sostenitori dopo la vittoria di Maduro nel 2024
3. MACHADO VINCE IL NOBEL
Il 10 ottobre 2025, il Comitato Norvegese per il Nobel ha assegnato il premio per la Pace a María Corina Machado, riconoscendo i suoi “sforzi per promuovere i diritti e la transizione democratica in Venezuela”. Il Comitato ha aggiunto che Machado rappresenta “una figura chiave che unisce opposizione e lotta per libere elezioni e rappresentanza governativa”. In un video condiviso su X dal Comitato, Machado si è dimostrata sorpresa di esser stata selezionata e ha definito il premio come “una vittoria collettiva del popolo venezuelano”. Subito dopo l’annuncio dell’assegnazione, sono arrivate parole di sostegno da soggetti internazionali, come Nazioni Unite e Unione europea, e da Paesi europei, come Francia, Italia e Vaticano. Differente è stata la reazione degli Stati Uniti, i quali, dopo aver criticato il Comitato norvegese di aver scelto “la politica anziché la pace”, si sono congratulati con María Corina Machado. Le reazioni in America latina sono state altrettanto contrastanti. Da un lato, i Presidenti di Argentina e Guatemala e il Ministro degli affari esteri cileno si sono congratulati con Machado e hanno riconosciuto gli sforzi della sua lotta contro il regime. Dall’altro lato, alcuni esponenti politici come il Presidente cubano Diaz-Canel, sostenitore del Governo venezuelano, hanno descritto il Nobel come una “manovra politica”. Infine, il Governo di Maduro ha presentato la vittoria della “strega demoniaca” di Machado come un esempio di “minaccia imperialista” alla sovranità venezuelana, culminando con un affronto all’opposizione: “Se volete la pace, preparatevi per guadagnarla”.
Juan Pablo Bautista Morales
“ELEICOES 2013 NA VENEZUELA” by Joka Madruga is licensed under CC BY


