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Europee 2019: Salvini leader dei sovranisti?

In 3 sorsiAccreditata dal sondaggio di Europe Elects come prima forza politica europea, la Lega di Salvini si prepara per le elezioni di maggio.

1. LA LEADERSHIP

“Se e quando me lo chiederanno ci penserò”. Risponde così ai cronisti Matteo Salvini su una sua possibile investitura da leader della coalizione sovranista, data in grande ascesa, per le europee di maggio.
In realtà Salvini, sempre più numero uno della destra italiana, punta a guidare le forze nazionaliste ad una storica vittoria.
Mentre il Movimento 5 Stelle si avvia tardivamente alla definizione delle alleanze in vista delle elezioni, il suo alleato di Governo lavora da anni alla costituzione di un’internazionale sovranista da contrapporre alle tradizionali forze politiche europee.

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Fig. 1- Marine Le Pen: leader del Rassemblement National e alleato numero uno di Salvini

2. LO SCHIERAMENTO

Attualmente la Lega è inserita all’interno di ENF (Europa delle nazioni e delle libertà), gruppo politico fondato nel giugno 2015.
Ne fanno parte l’alleato più prezioso di Salvini, ovvero Marine Le Pen e il suo Rassemblement National (Raggruppamento Nazionale). Allo schieramento francese si aggiungo gli olandesi Partij voor de Vrijheid (Partito per le libertà) di Gert Wilders, l’FPO austriaco e il belga Vlaams Belang, oltre all’adesione di alcuni parlamentari indipendenti.
Salvini ha sempre cercato di mantenere quest’alleanza coesa, organizzando alcune manifestazioni come quella del gennaio 2016 a Milano “Più liberi e più forti”.
Negli ultimi tempi Salvini e la Lega, in riferimento all’appuntamento elettorale di maggio, hanno cercato di ampliare la propria rete di alleati. Il 9 gennaio il ministro dell’Interno ha incontrato il numero uno del partito nazionalista polacco PIS (Diritto e giustizia), Jarosław Kaczyński, per porre le basi per una collaborazione.
Oltre all’incontro di Varsavia, Salvini guarda anche a una possibile convergenza con Jimmie Akesson (leader dei Democratici Svedesi), senza contare i continui apprezzamenti verso l’ungherese Viktor Orbán (che però è attualmente nel Partito Popolare Europeo).

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Fig. 2- Il primo ministro magiaro Viktor Orbán. Salvini insiste per includerlo nella sua alleanza

3. LA (NON) COESIONE DEI SOVRANISTI

I sondaggi attuali concordano nell’indicare una crescita esponenziale delle forze sovraniste a discapito delle storiche famiglie europee (socialisti, popolari, liberali).
L’obiettivo di Salvini è diventare il leader di questa internazionale sovranista e portarla a essere uno dei primi due gruppi politici.
Nonostante i sondaggi siano dalla sua parte e il suo staff lavori già da molto tempo per creare una rete di alleati a livello comunitario, il progetto non sarà affatto semplice da raggiungere.
Infatti per essere decisivi nel contesto europeo occorre, oltre a poter contare su molti deputati, avere un programma comune e condiviso.
La destra europea è data in forte crescita, ma non si presenta unita.
Orbán, come visto precedentemente, fa parte del Partito Popolare Europeo: uno dei gruppi politici più europeisti di tutti. In aggiunta l’ungherese ha evidenziato più volte la necessità che Roma rispetti le regole UE in materia di conti pubblici. Concetto condiviso anche dall’olandese Geert Wilders.
Anche il polacco Kaczyński fa parte di un altro gruppo: quello dei conservatori (fondato dall’ex primo ministro del Regno Unito David Cameron). Seppur condividendo temi quali il blocco dell’immigrazione e la difesa dell’identità cristiana, Kaczyński appare, a differenza di Salvini, legato economicamente alla Germania di Angela Merkel e ostile alla Russia di Putin.
Oltre a corteggiare Orbán, Salvini sta cercando di portare dalla sua parte anche l’austriaco Sebastian Kurz del Partito Popolare Austriaco (attualmente nel PPE). L’impresa, più per ragioni economiche che politiche, non si preannuncia delle più semplici. Il Governo austriaco, di cui Kurz è Cancelliere, ha avviato una politica economica rigorosa, premendo sulla Commissione Europea affinchè spinga gli altri Paesi UE a fare lo stesso.
La Lega guarda anche alla forza politica VOX e al partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania), che conta nell’attuale legislatura un solo eurodeputato iscritto all’EFDD (gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta).
L’intenzione del segretario del Carroccio è creare un contratto (sul modello dell’esecutivo italiano) da presentare in un grande evento prima delle elezioni di maggio con la presenza dei leader delle forze politiche sovraniste.
In realtà, seppur accompagnati dal consenso popolare, allo stato attuale non vi è coesione tra le destre europee.
Sparse in vari gruppi nell’attuale legislatura e unite da macro temi tipo immigrazione e sicurezza, il rischio per i nazionalisti è non riuscire a sfruttare il previsto boom elettorale per avere una voce unitaria con la quale essere decisivi sulla scena comunitaria.
Non resta che attendere i prossimi mesi per capire se Salvini e la Lega riusciranno a riunire le anime della destra sovranista europea attorno a un unico tavolo

Luca Rosati

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Luca Rosati
Luca Rosati

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali con specializzazione in affari europei. Attualmente frequento l’International Master in European Studies a Bruxelles.

Appassionato di Unione Europea, processi elettorali degli Stati membri e comunicazione politica.

 

 

 

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