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Elezioni europee 2024: l’UE al bivio tra continuità e cambiamento

In 3 sorsiLe elezioni europee del 2024 sembrano destinate ad essere un punto di svolta per l’esistenza dell’UE come la conosciamo. Ad essere in gioco non è solamente la nuova configurazione della governance comunitaria, ma la concezione stessa di Europa quale attore internazionale in grado di garantire prosperità e sicurezza ai propri cittadini.

1. COME FUNZIONANO LE ELEZIONI EUROPEE?

Le elezioni del Parlamento Europeo si svolgono ogni cinque anni a partire dal 1979, quando vennero eletti direttamente per la prima volta i rappresentanti dell’organo collegiale dell’allora Comunità Economica Europea. Sarà possibile votare dal 6 al 9 giugno 2024 a seconda delle modalità stabilite da ciascuno Stato membro. L’Estonia e la Finlandia sono gli unici Stati membri a consentire il voto anticipato, anche per via digitale nel caso dell’Estonia. I seggi assegnati saranno complessivamente 720, numero arrotondato già nel 2019 a seguito del recesso del Regno Unito dalla membership comunitaria. L’assegnazione dei seggi seguirà uno schema proporzionale in base ai voti pervenuti nelle varie circoscrizioni in cui sono divisi gli Stati membri. Tutti i partiti attualmente rappresentati nel Parlamento Europeo concorreranno alle elezioni, che prevedono una soglia di sbarramento pari al 4% dei voti. Secondo i sondaggi elettorali, i partiti dell’attuale maggioranza, i liberal-conservatori del Partito Popolare Europeo, i Socialisti e Democratici e i liberali moderati di Renew Europe potrebbero far registrare una perdita di consenso in favore dei gruppi più radicali e dei partiti non affiliati.

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Fig. 1 – Il Parlamento europeo è pronto ad essere interamente rinnovato nei suoi 720 membri.

2. I TEMI: GOVERNANCE EUROPEA E EMERGENZE INTERNAZIONALI

I temi affrontati durante la campagna elettorale europea non differiscono generalmente da quelli dibattuti in occasione delle elezioni nazionali negli Stati membri. Tuttavia, il deficit di iniziativa legislativa del Parlamento Europeo riduce drasticamente il ruolo degli europarlamentari, il cui mandato si limita quasi esclusivamente alla duplice azione di approvazione/rigetto delle proposte legislative provenienti dalla Commissione. Mai come quest’anno le elezioni europee vengono percepite, poiché così impostate da diversi gruppi politici, come un referendum sulla sovranità degli Stati membri e delle istituzioni comunitarie. Rispetto alle elezioni del 2019, lo scenario internazionale in cui agisce l’UE è stato profondamente scosso dallo scoppio di conflitti regionali, ma che coinvolgono numerosi attori a livello globale, nonché da emergenze sanitarie e ambientali. Nel corso dell’attuale legislatura, l’UE ha adottato importanti strategie in materia di politiche ambientali e migratorie, in linea con l’agenda delle Nazioni Unite ma in contrasto con le posizioni dei gruppi più radicali del Parlamento Europeo. Il dibattito tra continuità e cambiamento ha caratterizzato l’intera campagna elettorale negli scorsi mesi, rendendo queste elezioni di assoluta rilevanza per il futuro dell’UE.

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Fig. 2 – Anche la Commissione europea dovrà essere completamente rinnovata.

3. LE PROSPETTIVE POST-VOTO

Dalle prossime elezioni europee è lecito attendersi una consistente redistribuzione dei seggi tra i vari gruppi politici. La crescita fatta registrare nei sondaggi e nelle elezioni nazionali dai partiti più radicali, in particolare quelli nazional-conservatori ed euroscettici, rappresenta una sfida non trascurabile per i partiti dell’attuale maggioranza parlamentare, che occupano 417 degli attuali 705 seggi. L’eventuale conquista di un numero elevato di seggi da parte dei partiti del gruppo dei Conservatori e Riformisti e di Identità e Democrazia potrebbe rappresentare un ostacolo alla formazione di una maggioranza solida e coesa, scenario che complicherebbe l’approvazione delle nomine istituzionali da parte del Parlamento, come previsto dai trattati. Difficile al momento ipotizzare una maggioranza diversa da quella attuale al termine delle elezioni, sebbene un’eventuale crescita dei partiti più radicali indebolirebbe il potere negoziale del blocco moderato che guida l’UE ininterrottamente dal 1999.

Giorgio Fioravanti

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Perchè è importante

  • Tra il 6 e il 9 giugno 2024 circa 373 milioni di cittadini europei aventi diritto al voto saranno chiamati ad eleggere i 720 deputati del Parlamento Europeo, provenienti dai 27 Stati membri dell’Unione Europea.
  • Le emergenze internazionali e la revisione della governance europea figurano come i temi più delicati della campagna elettorale. L’agenda europea dei prossimi anni risentirà pesantemente degli equilibri, tanto quanto degli squilibri, che si creeranno all’interno delle istituzioni europee dopo le elezioni.

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Giorgio Fioravanti
Giorgio Fioravanti

Classe 1997, aspirante diplomatico, nato e cresciuto a Rieti dove ho frequentato il Liceo Classico. La mia carriera universitaria si è svolta interamente a Trento, dove mi sono laureato in European and International Studies. Dopo la laurea ho frequentato con successo un Master in Studi Diplomatici presso la sede di Roma della SIOI. Il posto più curioso in cui ho vissuto è senza dubbio Gibilterra, dove ho anche svolto un periodo di ricerca tesi all’estero. Tra le mie passioni più grandi, naturalmente, la geopolitica ed il caffè.

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