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Il Mondiale della sicurezza

I Campionati Mondiali di Calcio non rappresentano solo un grande evento sportivo, ma aprono una finestra diretta sul continente africano ed in particolare su un Paese, il Sud Africa, che ormai da tempo si propone come una grande forza emergente nel panorama internazionale. Una delle sfide è dimostrare di essere preparati rispetto ad una delle maggiori attuali preoccupazioni globali: la sicurezza civile.

CONTESTO Un grande evento offre un'occasione eccellente per chiunque voglia dimostrare qualcosa: non solo a livello sportivo, ma anche a livello politico e criminale questo Mondiale africano rappresenta dunque un cassa di risonanza eccezionale, un'occasione da cogliere.

Se sui campi di calcio le nazionali stanno lottando per dimostrare la propria abilità, una partita di ben altro livello si gioca per mettere in mostra il Sud Africa come attore forte e partner affidabile sulla scena mondiale. Sebbene il Paese soffra ancora fortemente dal punto di vista della disparità sociale e lotti contro ampie sacche di povertà, la sua economia è la più vivace del continente africano, di cui rappresenta circa il 20% del PIL, e la sua politica interna ha oramai raggiunto una buona stabilità. Ma non è tutto.

Questo grande evento, che in quanto tale è critico dal punto di vista organizzativo, chiama il Paese a misurarsi con una delle maggiori sfide globali odierne: la gestione ed il mantenimento di alti standard di sicurezza e di protezione dei cittadini e delle infrastrutture, per di più durante l'arco di un mese, con necessità costanti 24 ore su 24, con molti obiettivi sensibili da tutelare.

LE MINACCE – La prima minaccia a cui si pensa è chiaramente quella del terrorismo jihadista internazionale. Quale miglior occasione per un attacco eccezionale e di grande risonanza mediatica? Ma il Sud Africa è lontano per tutti e nessun gruppo terroristico, da quelli legati ad Al Qaeda a quelli africani (Al Qaeda nel Maghreb Islamico, Stato Islamico dell'Iraq, Al Qaeda nella Penisola Arabica, i somali di Al Shabaab) possiede ad oggi il supporto logistico in terra sud africana per poter condurre attacchi. Inoltre questi gruppi sono già pesantemente “impegnati” nei propri territori.

Altra minaccia, sempre di matrice terroristica, sono i cosiddetti “lupi solitaried i piccoli gruppi locali. Le loro attività sono alquanto imprevedibili e, sebbene i loro attacchi possano avere solo dimensioni ridotte per la mancanza di mezzi e abilità, nel contesto di un evento come il Mondiale l'impatto sarebbe comunque forte. In realtà anche questo tipo di minaccia è riportata come poco probabile.

Un altro fenomeno tipico degli eventi calcistici, la violenza degli hooligans, ha visto nei mesi passati una forte collaborazione tra autorità sud africane e straniere per individuare e monitorare i gruppi di tifosi a rischio, secondo schemi ben collaudati.

Eccoci quindi alla maggiore preoccupazione: l'esplosione della criminalità organizzata e di quella comune, già generalmente molto diffusa e violenta. Anche per via del possibile ingresso nel Paese di gruppi criminali nigeriani e dallo Zimbabwe, il rischio dell'aumento esponenziale di atti criminali a danni di turisti è alto, data l'enorme attrattiva delle ricchezze portate da questi e data la facilità di mischiarsi alle grandi folle. Così come ancora più alto è il rischio che le zone periferiche del Paese e quelle non toccate da eventi legati al Mondiale diventino facile preda della criminalità, dato che gran parte delle forze di sicurezza sarà impegnata presso le 9 città sede degli incontri calcistici e presso le maggiori attrazioni turistiche. Un difficile bilanciamento quindi, quello che la sicurezza sud africana deve trovare, tra tutela generale della popolazione e attenzione speciale a stranieri e “aree mondiali”: una escalation di criminalità contro la popolazione potrebbe rivelarsi per l'immagine del Paese tanto dannosa quanto lo sarebbero atti terroristici.

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LA PREPARAZIONE – Sebbene quindi la principale minaccia sia la criminalità comune, il Paese ha comunque sviluppato un sistema di sicurezza adatto a fronteggiare il peggiore scenario, sebbene permanga la preoccupazione relativa alla inesperienza delle forze di sicurezza sud africane nella gestione di grandi eventi. Tale problema è stato affrontato con un piano in 7 fasi, sviluppato dal 2004 ad oggi, attraverso la “prova generale” della Confederations Cup del 2009, e con l'aiuto delle forze di sicurezza straniere. Oltre 44.000 unità di polizia sono impiegate ogni giorno, con il supporto di nuove tecnologie, sorveglianza costante dello spazio aereo, marittimo e sottomarino, oltre che con l'ovvio impiego di squadre speciali antiterrorismo. Inoltre è stato sviluppato un aggiornato modello di gestione delle crisi, sulla base delle oramai acquisite esperienze di americani ed europei, che hanno contribuito anche con le lezioni apprese durante i Campionati del Mondo di Germania 2006. Le squadre ed il personale straniero sono inoltre protette da un folto schieramento di sicurezza privata.

I RISCHI – L'apparato di sicurezza sud africano dovrebbe dunque poter gestire il Mondiale con sufficiente prontezza, sebbene i dubbi relativi alle reali capacità di affrontare un attacco di vasta portata rimangano. Il Mondiale non dovrebbe quindi essere rovinato da eventi tragici come quelli che hanno colpito la nazionale del Togo alla Coppa d'Africa in gennaio, in Angola, quando un gruppo armato assaltò la squadra uccidendo e ferendone diversi membri.

Il rischio più concreto pare dunque essere portato dalla criminalità comune per l'immagine del Paese: già la rapina subita da alcuni giornalisti stranieri a Pretoria ha suscitato un polverone. Il ripetersi di atti simili, così come l'eventuale aumento della criminalità nella aree non coinvolte nelle attività del Mondiale mostrerebbe la “coperta corta” della sicurezza sud africana.

D'altra parte però un risultato è stato raggiunto: il Sud Africa ha intensificato i rapporti con le forze di sicurezza straniere, apprendendone e condividendone gli standard. Se tutto andrà bene, questo sarà di certo un ulteriore passo avanti per il Paese.

L'unico pericolo per il quale non è stata studiata una soluzione, quindi, rimane quello delle temibili trombe, le vuvuzelas… ma solo per le orecchie dei tifosi.

Pietro Costanzo

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Pietro Costanzo
Pietro Costanzo

Co-fondatore del Caffè e membro del direttivo. Mi occupo di cooperazione internazionale nel settore della sicurezza e di fondi europei. Ogni opinione espressa è strettamente personale.

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