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Giappone e Corea del Sud: gli alleati litigiosi di Trump

In 3 sorsiRisale al 1965 la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Corea del Sud e Giappone. Ad oggi, però, i rapporti tra i due vicini continuano a essere ostacolati da tensioni di carattere storico, economico e territoriale che hanno la potenzialità di alterare gli equilibri geopolitici in Asia orientale e minare la strategia statunitense nella regione. 

1. TENSIONI LATENTI

A gravare su una pacifica diplomazia tra i due Paesi dell’Estremo Oriente vi è innanzitutto il vivido ricordo nella memoria coreana dei crimini commessi dalle truppe giapponesi durante l’occupazione coloniale della penisola dal 1910 al 1945. Centinaia di migliaia di donne coreane sono state rapite e abusate sessualmente per servire l’Esercito Imperiale quali “donne di conforto”, mentre altrettanti giovani sono stati costretti ai lavori forzati per sostituire i minatori e gli operai nipponici impegnati nella Seconda Guerra Mondiale. A ciò si aggiunge la spinosa questione delle Isole Dokdo/Takeshima, piccole isole dalla grande valenza geostrategica in quanto ricche di idrocarburi e di risorse ittiche. Ubicate nel tratto di mare che separa i due Stati, sono oggi oggetto di una contesa territoriale che si protrae dagli anni Cinquanta, quando sono state occupate della Marina sudcoreana e rivendicate da Tokyo. Infine la vertiginosa ascesa economica intrapresa negli ultimi decenni dalla Repubblica di Corea, divenuta oggi uno dei Paesi più dinamici al mondo grazie a picchi di crescita annua pari al 10%, ha fatto nascere un’agguerrita rivalità con il Paese del Sol Levante, la cui influenza economica è ormai in declino a causa del rallentamento della propria economia. Ciò si è tradotto in una dura competizione regionale in diversi settori industriali: elettronica, automobilistica e cantieristica navale.

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Fig. 1 – Manifestazione di protesta a Seul sul tema delle “donne di conforto”, aprile 2019

2. UN’ESCALATION RECENTE

Negli ultimi mesi i tradizionali attriti tra Tokyo e Seul hanno conosciuto una rapida escalation che potrebbe avere conseguenze significative sugli equilibri geopolitici dell’Asia orientale. Nell’ottobre 2018 la Corte Suprema sudcoreana ha condannato le grandi imprese giapponesi a risarcire i lavoratori deportati durante il regime coloniale e costretti ai lavori forzati. A novembre il Governo di Seul ha smantellato il fondo istituito dal Giappone per risarcire le donne abusate dall’esercito giapponese, invalidando di conseguenza l’accordo sancito nel 2015 per sedare la disputa. Successivamente, a gennaio, Tokyo e Seul sono state protagoniste di un incidente diplomatico. Il Giappone ha accusato pubblicamente la Corea del Sud di aver puntato il radar di mira di un suo cacciatorpediniere su un aereo di pattuglia giapponese in volo sulle acque al largo della costa coreana. Di contro, Seul si è difesa negando le accuse e tacciando Tokyo di condurre operazione aeree pericolose in territorio coreano. Episodi simili si erano già verificati in passato. 

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Fig. 2 – Incontro tra il Ministro degli Esteri giapponese Taro Kono (a sinistra) e l’ambasciatore sudcoreano Lee Su-hoon (a destra) per discutere dei rapporti tra i due Paesi, ottobre 2018

3. CONSEGUENZE PER IL PACIFICO

Le tensioni irrisolte che condizionano le relazioni nippo-coreane mettono a dura prova la strategia statunitense in Asia orientale. Entrambi i Paesi infatti sono i più importanti partner commerciali e soprattutto alleati politico-militari di Washington nel Pacifico. Tuttavia se l’Amministrazione Obama aveva avuto un ruolo cruciale nel facilitare i rapporti tra i due attori, l’assenza di un’alleanza formale tra le tre potenze sotto l’Amministrazione Trump rappresenta un serio ostacolo alla strategia americana di contenimento della Cina nel Pacifico, oltre che alla sicurezza e alla stabilità dell’intera regione, soprattuto alla luce della crescente interdipendenza economica che lega Giappone e Corea alla Repubblica Popolare Cinese. Un riesame dell’alleanza appare quindi fondamentale e proprio in tale direzione va visto il recente incontro tra le tre potenze a Seul del 9 maggio, in occasione del decimo summit trilaterale sulla difesa, per discutere di cooperazione e della denuclearizzazione della penisola coreana.

Claudia Adele Lodetti

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Claudia Adele Lodetti

Classe 1993. Milanese di nascita ma cittadina del mondo, dopo una laurea triennale in Lingue per le Relazioni Internazionali (indirizzo cinese) presso l’Università Cattolica di Milano e un master in Global Management for China, ho conseguito la magistrale in Relazioni Internazionali Comparate (Europa-Asia Orientale) presso la Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sulla Belt and Road Initiative e la politica estera di Xi Jinping. Appassionata di geopolitica e di Oriente, vi parlo di Cina, la mia seconda casa, tra un sorso di caffè e una canzone di Bruce Springsteen. Nel tempo libero amo leggere, fare yoga e organizzare il mio prossimo viaggio.

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