Dal ruolo di “sorella minore” della Repubblica Ceca a quello di rivelazione ai Mondiali sudafricani, il passo compiuto dalla nazionale slovacca è stato abbastanza rapido. Un'ascesa non soltanto calcistica, ma anche economica, dal momento che Bratislava ha compiuto nell'ultimo decennio importanti progressi che le hanno consentito di entrare nella zona Euro.
IL PAESE
Era il 1 gennaio 1993 quando cadeva uno degli ultimi residui della cortina di ferro: Praga e Bratislava si separavano, la Cecoslovacchia si scindeva in due Stati indipendenti sulla base del rispetto delle due nazionalità prevalenti, appunto quella ceca e quella slovacca. La Repubblica Ceca, che anche in epoca sovietica era stato comunque l'elemento più forte della coppia, impiegò meno tempo a dare slancio alla propria economia, sull'onda di privatizzazioni e liberalizzazioni compiute con maggiore oculatezza rispetto agli scempi che stavano avendo luogo nel resto dell'Europa orientale, Russia e Ucraina in primis. La Slovacchia, invece, rimase nell'ombra per tutti gli anni Novanta. Poi il vento iniziò a cambiare: le politiche adottate dalle istituzioni slovacche riuscirono ad invertire la rotta e a consentire al piccolo Paese mitteleuropeo una crescita economica rapida e sostenuta. La ricetta? Non molto originale, a dire il vero: tassazione bassissima sugli investimenti e liberalizzazione del mercato del lavoro, al fine di attrarre capitali stranieri. La Slovacchia, dunque, un po'come l'Irlanda ad Ovest e la Romania ad Est, è stata in grado di attirare investimenti e di compiere un vero e proprio boom economico. Conti pubblici in ordine e politiche macroeconomiche rigorose hanno poi permesso a Bratislava di entrare nell'Unione Europea nel 2004 e addirittura nell'Euro nel 2009. Quest'ultimo è un dato interessante, se si pensa che la Repubblica Ceca, più sviluppata, adotta ancora le corone e passerà alla moneta unica solo nel 2012, a causa dei pesanti deficit di bilancio registrati negli ultimi anni. Negli ultimi tempi, però, anche la Slovacchia non naviga in ottime acque e ha risentito della crisi globale con una brusca battuta d'arresto nel 2009.
CAFFE' IN PILLOLE
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Nonostante la diversità etnica, tra Cechi e Slovacchi corre buon sangue. Infatti, il processo di separazione avvenuto in seguito alla caduta dell'URSS non ha avuto nessuna connotazione violenta, a differenza del processo tragico di disgregazione dell'Ex-Jugoslavia.
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Se si vuole parlare di rivalità, allora questa va ricercata nei confronti degli ungheresi, che in Slovacchia costituiscono al giorno d'oggi circa il 10% della popolazione. Nel 1918, infatti, la nazione si unì a Boemia e Moravia formando la Cecoslovacchia proprio con una connotazione antiungherese (in risposta anche alla caduta dell'Impero Austro-Ungarico).
MAMMA LI SLOVACCHI
“Prima della partita ero tranquillo, ridevo. Mai mi sarei immaginato di perdere contro la Slovacchia”. È la confessione di Daniele De Rossi, il centrocampista della nazionale italiana su cui pesa la responsabilità principale del primo gol subito contro la Slovacchia e segnato da Robert Vittek. Il gigantesco attaccante è stato lo spauracchio dei nostri giocatori durante la peggiore figuraccia del calcio italiano di tutti i tempi: Vittek è stato infatti autore di una doppietta implacabile, che ha condannato la nostra nazionale a tornare a casa con un vergognoso 2-3. E dire che questo giocatore non milita nel Barcellona o nel Chelsea, ma nell'Ankaragucu, squadra dal nome impronunciabile che milita nei bassifondi della serie A turca. La Slovacchia, comunque, ha superato meritatamente il turno, salvo poi essere eliminata agli ottavi dalla corazzata Olanda, lanciata verso la finale. L'unico fuoriclasse di questa squadra a dire il vero mediocre è Marek Hamsik, attaccante del Napoli, il quale però non è mai riuscito a brillare.
GEOPALLONE
Un bel successo per la nazionale slovacca e per tutto il suo popolo. Da sempre nell'ombra rispetto ai fratelli maggiori cechi, che negli scorsi anni erano riusciti a salire alla ribalta del calcio mondiale grazie ad alcuni grandissimi giocatori come Nedved, Poborsky e Koller, questa volta è riuscita ad approdare ai Mondiali (prima partecipazione assoluta) a discapito degli stessi cechi. Infatti la Slovacchia, in un girone combattuto, ha avuto la meglio proprio sulla più quotata Repubblica Ceca e sulla Polonia, ottenendo una storica qualificazione per il Sudafrica.
Davide Tentori