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Salvare l’Amazzonia… in 5a elementare

Come un gruppo di studenti di 5° elementare ha trovato piĂą facile salvare l’Amazzonia che eleggere il Segretario-Generale dell’ONU. Un esempio di come parlare di geopolitica ai “piccoli”.

A VOLTE BASTA UN’IDEA, O LO STIMOLO GIUSTO

Se vogliamo usare una frase fatta ma corretta, gli studenti di oggi saranno i policymaker di domani, o almeno diventeranno cittadini attenti a quello che succede nel mondo e desiderosi di migliorarlo. Quindi perché aspettare tanto per iniziare quella formazione che servirà, un giorno, proprio a loro – e magari a tutti noi se faranno bene?

E’ il pensiero che è nato a un gruppo di genitori di giovanissimi studenti di 5° elementare, che ci hanno chiesto di fare una piccola attivitĂ -gioco di formazione per iniziare a far entrare in testa ai ragazzi qualche primo concetto base di “come si possa migliorare il mondo”. L’iniziativa era stimolata anche da una precedente attivitĂ  scolastica dove era stato loro spiegato cosa è l’ONU e a cosa serve. PerchĂ© allora non far provare a tutti loro, per una volta, cosa significhi prendere decisioni di importanza internazionale?

Stiamo parlando di studenti di 5° elementare, quindi se state pensando ad attivitĂ  come la Model United Nations o a complesse simulazioni geopolitiche, siete fuori strada: l’obiettivo è fornire qualche concetto chiave su quanto sia difficile raggiungere il consenso sulle questioni importanti (rispondendo implicitamente alla domanda “ma perchĂ© i grandi non si mettono mai d’accordo??”), sull’importanza di fare scelte, e fare scelte implica che non tutti possono essere d’accordo.

L’attivitĂ , da noi testata giĂ  altre volte con altri gruppi di ragazzi anche di altre etĂ , è derivata da una simulazione professionale creata dal prof. Simon Usherwood (UniversitĂ  del Surrey) e semplificata apposta per la fascia di etĂ  che ci interessava.

MINI-ONU IN AZIONE!

In breve, di fronte ai grossi danni che sta subendo l’Amazzonia (tema di cui avevano già sentito parlare), i ragazzi hanno ciascuno rappresentato un Paese durante un’assemblea dell’ONU. Insieme avrebbero dovuto scegliere 4 linee d’azione tra un gruppo di 10 disponibili. Unica regola: avrebbero dovuto essere tutti d’accordo! Sembra facile, ma quando tutte e 10 le possibili opzioni sono interessanti, è difficile mettersi d’accordo solo su 4! Le opinioni sono differenti, e non è facile rinunciare alle proprie idee!

In una prima fase i ragazzi erano divisi in gruppetti da 4-5 persone. Qui è stato abbastanza facile, anche se in un gruppo la discussione è stata amichevolmente animata da alcune divergenze. In fondo, quando si è 4-5 amici, scegliere insieme è facile.

“President Tusk on the UNGA in New York” by europeancouncilpresident is licensed under CC BY-NC-SA 2.0 

Successivamente però la cosa è diventata più difficile: alla fine serviva arrivare con un documento unitario che mostrasse le intenzioni della comunità internazionale. In tutti i casi invece, 3 scelte su 4 non coincidevano tra i vari gruppi. E’ stato quindi chiesto loro di fare un’assemblea plenaria dove avrebbero dovuto decidere tutti insieme quali 4 opzioni scegliere. Qui è stato più difficile e in particolare un ragazzo si è detto contrario alle soluzioni proposte. Il gruppo ha però mostrato di autoregolarsi adeguatamente, decidendo che se non era possibile essere tutti d’accordo, avrebbero scelto a maggioranza pur di ottenere un risultato (ottimo esempio di come nascono regole comuni).

Si è dunque votato su una proposta che vedeva 4 particolari opzioni riscuotere il maggior consenso. Eppure… sorpresa! Durante la votazione i voti contrari non erano più uno, ma 3! Alcuni ci avevano ripensato all’ultimo. E’ stato così possibile spiegare loro che anche se a parole si è tutti d’accordo, una volta che si arriva al sodo a volte qualcuno ci ripensa o agisce diversamente. In questo caso i “no” erano comunque minoritari, ma non sempre è così…

Il vero Segretario-Generale dell’ONU, Antonio Guterres. Credits (Fair Use): UN Photo by Tobias Hofsaess

Qualche domanda rivolta a chi aveva votato “no” ha mostrato come si fossero sentiti esclusi e poco considerati dai compagni durante la scelta, e dunque un po’ arrabbiati. Chiedendo agli altri “cosa pensate che faranno ora gli esclusi?” molti hanno risposto velocemente: “la guerra!” o “la vendetta!”. Forse la risposta è stata fin troppo semplificata, ma anche questo ha permesso di far provare con mano una cosa importante anche nel mondo reale dei grandi: quando un Paese, uno stato, un popolo si sente escluso, la rabbia e la frustrazione aumentano, e questa può effettivamente essere una causa successiva di guerra – o almeno può alimentare contrasti futuri. Quindi è importante ricordarsene per cercare, ove possibile, soluzioni che siano piĂą condivise o compromessi che riducano le opposizioni.

ELEGGERE IL SEGRETARIO GENERALE…O NO?

Rimaneva solo una cosa da fare: eleggere il “Segretario-Generale” di questa piccola ONU… e qui trovare un accordo è stato impossibile: tutti volevano farlo, quasi nessuno era disposto a votare per gli altri. A turno, tutte le candidature raccoglievano al massimo 2-3 voti… troppi pochi! Fallimento? Nel gioco sì, ma un gran successo a livello formativo: in fondo, per loro una scelta o l’altra per salvare l’Amazzonia era uguale: si erano impegnati nel scegliere quelle che piĂą li interessavano, ma non avevano “battagliato”. Qui invece giocava il loro forte desiderio di essere scelti, ed è stata l’occasione per far notare loro che è difficile scegliere insieme quando gli interessi personali (o del proprio Paese) sono molto forti. E’ quindi piĂą difficile arrivare a un accordo. La stessa cosa avviene tra Stati, quando fanno fatica ad accordarsi perchĂ© non pensano al bene comune ma pongono sempre i propri interessi davanti a tutto.

In definitiva, per quanto la simulazione fosse ovviamente semplificata data l’età, i ragazzi hanno mostrato più volte una buona maturità e alcuni ragionamenti che sono scaturiti hanno mostrato lungimiranza e ragionamento che tante volte mancano a tanti adulti. Avanti così dunque! E alla fine… Amazzonia salvata? Non abbiamo affrontato la difficoltà di passare dai buoni propositi (la scelta delle opzioni da seguire) alla pratica, ma chissà, magari tra loro ci sarà qualcuno che, in futuro, costruirà davvero un’intesa mondiale per farlo. O almeno potrà dare il proprio contributo, anche nel proprio piccolo.

Lorenzo Nannetti

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Lorenzo Nannetti
Lorenzo Nannetti

Nato a Bologna nel 1979, appassionato di storia militare e wargames fin da bambino, scrivo di Medio Oriente, Migrazioni, NATO, Affari Militari e Sicurezza Energetica per il Caffè Geopolitico, dove sono Senior Analyst e Responsabile Scientifico, cercando di spiegare che non si tratta solo di giocare con i soldatini. E dire che mi interesso pure di risoluzione dei conflitti… Per questo ho collaborato per oltre 6 anni con Wikistrat, network di analisti internazionali impegnato a svolgere simulazioni di geopolitica e relazioni internazionali per governi esteri, nella speranza prima o poi imparino a gestire meglio quello che succede nel mondo. Ora lo faccio anche col Caffè dove, oltre ai miei articoli, curo attività di formazione, conferenze e workshop su questi stessi temi.

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