In 3 sorsi – L’introduzione della nuova moneta dĂ inizio al graduale processo di sostituzione del franco CFA e alla creazione di un nuovo mercato unico africano. Ma gli interrogativi sono tanti.
1. VERSO LA FINE DEL FRANCO CFA
Il 21 dicembre scorso, durante la conferenza congiunta fra Emmanuel Macron e l’omologo ivoriano Alassane Outtara, avvenuta a margine di una visita ufficiale del Presidente francese ad Abidjan, i due capi di Stato hanno annunciato ufficialmente la sostituzione del franco CFA con una nuova moneta unica, che verrĂ denominata ECO. Al di lĂ della soddisfazione dimostrata per quella che hanno definito una “svolta storica” nelle relazioni fra gli Stati membri dell’UEMOA (Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale) e la Francia, i due leader politici non hanno specificato nĂ© i tempi nĂ© i modi con i quali avverrĂ il passaggio. Stando a quello che si legge sulla stampa estera, la conversione monetaria riguarderĂ solo i Paesi che compongono l’UEMOA (Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo), ovvero otto dei quindici Stati membri dell’ECOWAS che, fino a questo momento, hanno utilizzato il franco CFA. Per il momento rimarrĂ invece escluso un altro gruppo di Paesi operanti con questa moneta, ossia quelli appartenenti alla comunitĂ economica e monetaria dell’Africa Centrale (CEMAC): Camerun, Ciad, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana e Repubblica del Congo.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente francese Emmanuel Macron viene accolto da Alassane Ouattara, Presidente della Costa d’Avorio ad Abdijan. Nel corso della visita, lo scorso dicembre, i due capi di Stato hanno annunciato l’introduzione di una nuova moneta unica, l’ECO, che andrĂ a sostituire il franco CFA
2. COSA COMPORTA QUESTO SVILUPPO?
Il cambiamento è epocale, non solo dal punto di vista storico-simbolico – per molti questo passaggio rappresenterebbe infatti la fine del dominio coloniale francese in Africa, – ma anche dal punto di vista economico. Innanzitutto per i Paesi che adotteranno la nuova moneta, che rimarrĂ ancorata all’euro secondo un tasso di cambio fisso, verrĂ eliminato l’obbligo di depositare il 50% delle loro riserve di valuta presso la Banca Centrale francese. Una pratica fino ad oggi imposta ai Paesi dell’ECOWAS che utilizzavano il franco CFA, in cambio della garanzia di convertibilitĂ con l’euro. L’altra importante novitĂ che verrĂ introdotta sarĂ l’eliminazione del rappresentante francese dalla composizione del Consiglio di amministrazione dell’Unione monetaria. Nei progetti dei negoziatori l’obiettivo del passaggio dal franco CFA alla moneta unica sarebbe riprodurre, mutatis mutandis, un modello di unione monetaria sulla falsa riga di quello dell’Unione Europea. Ma le differenze fra le due situazioni sono evidenti, ed è facile intuire che, nel caso africano, le possibilitĂ di riuscita di un progetto del genere non siano molto alte.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Immagini di una manifestazione svoltasi a Roma l’anno scorso per protestare contro il franco CFA e le ingerenze francesi nella Françafrique
3. LA NUOVA MONETA TRA SFIDE AMBIZIOSE E VALUTAZIONI DI FATTIBLITĂ€
La preoccupazione degli analisti politici ed economici riguarda la fattibilitĂ di un’unione monetaria in un contesto così difficile come quello di buona parte degli Stati africani coinvolti. Perchè l’ECO funzioni è necessario che sussistano specifiche condizioni, come l’esistenza di un mercato del lavoro ampio e integrato che metta i lavoratori nelle condizioni di spostarsi facilmente in base alle esigenze occupazionali, una maggiore flessibilitĂ di prezzi e salari e maggiore mobilitĂ dei capitali, elementi necessari per eliminare gli squilibri commerciali nella regione. Inoltre un progetto di questo genere richiede che i Paesi coinvolti abbiano cicli economici simili per evitare gli shock. Senza contare la necessaria stabilitĂ politica, difficile da garantire a causa anche e soprattutto dell’acuirsi della minaccia terroristica in tutta la regione del Sahel.
Giulia Cannizzaro