Ristretto – Quali sono i risultati elettorali nello stato che tradizionalmente – dal 1972 in poi – dà inizio alle primarie USA? Dati le difficoltà emerse durante lo scrutinio, vediamo insieme chi ha vinto in Iowa (dati aggiornati al 6 febbraio, ore 11 italiane).
La confusione ha regnato sovrana, in Iowa. Perché? La motivazione è semplice: si sono riscontrati problemi tecnici con l’app di voto nel conteggio delle preferenze e, conseguentemente, ritardi nell’annuncio dei risultati. Una notizia sorprendente, che ha suscitato molte polemiche e messo in tilt il Partito Democratico statunitense. Partiamo da un dato, quello dell’affluenza. In merito a questo aspetto, il 2020 ha visto all’incirca la stessa percentuale del 2016, quando i votanti nel Hawkeye state furono circa 170.000: non un buon segno per i democratici, visti i circa 240.000 ai tempi della vittoria di Obama, nel 2008. E’ stato testa a testa fra i candidati Pete Buttigieg, ex Sindaco di South Bend e il favorito Bernie Sanders, Senatore del Vermont rispettivamente al 26,2% e al 26,1%, uno scarto minimo. Le percentuali si riferiscono ai delegati che saranno assegnati, perché nel voto popolare Sanders ha battuto Buttigieg di circa 2.500. Al terzo e quarto posto risultano Elizabeth Warren, Senatrice del Massachusetts, con il 18,2% e Joe Biden, ex Vicepresidente USA e probabilmente vero sconfitto di questo primo round, con il 15,8%, tenendo presente i dati finora disponibili (96,94% degli scrutini). Amy Klobuchar, Senatrice per il Minnesota, si attesta invece al 12,2%, al di sotto della soglia limite del 15%, necessaria per ottenere delegati.
Risultati che differiscono rispetto ai sondaggi dei giorni precedenti. Certo è che le primarie democratiche non sono partite nel migliore dei modi, e il Presidente Trump non ha perso occasione per screditare i Democratici con il seguente tweet: “I Democratici vogliono guidare il Paese ma non sanno organizzare un caucus” (The Donald, ha ottenuto, da parte sua, il 97.1% di preferenze nelle primarie repubblicane, una pura pro-forma). Intanto, Michael Bloomberg, che correrà alle primarie in occasione del Super Tuesday del 3 marzo – in cui si voterà in 14 Stati tra cui Texas e California, quelli più popolosi, e le Samoa americane – ha annunciato che per battere Trump serve un candidato abbastanza forte, proprio come lui.
Marta Annalisa Savino