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Lo sviluppo della guerra antisom

Miscela Strategica – L’avvento del sommergibile, seguito successivamente dal sottomarino, ha rivoluzionato strategie e tattiche della guerra in mare, rendendo necessarie tecniche per la caccia di questi battelli sfuggenti. Vediamo come.

 

LA NASCITA DELL’ANTI-SUBMARINE WARFARE Difendere la flotta militare e mercantile dalla minaccia invisibile dei sommergibili, battelli in grado di navigare in immersione per un periodo di tempo e di lanciare torpedini (siluri) con poco o nessun preavviso: questa è la sfida che le Marine hanno dovuto affrontare durante la Prima Guerra mondiale (1914-1918), colmando rapidamente un’impreparazione di base che avrebbe potuto compromettere le operazioni navali. Tra le forze in campo, l’Impero tedesco godette di una momentanea supremazia tecnologica che gli consentì di schierare una cospicua flotta di Untersee-Boote (U-Boote) finalizzata a isolare l’Inghilterra.

La risposta britannica fu quella di aprire la strada a un nuovo tipo di guerra, quella antisom (Anti-Submarine Warfare, ASW), basata su tattiche e sviluppo tecnologico di armamenti.

Prima di tutto gli inglesi iniziarono a organizzare le navi mercantili in convogli, in modo da evitarne l’isolamento, ponendo generalmente a loro difesa almeno un cacciatorpediniere (destroyer).

Questa nave, ideata dalla Gran Bretagna dopo la guerra civile cilena (1891), aveva come compito primario il contrasto delle torpediniere, battelli agili e di piccole dimensioni, in grado di lanciare rapidamente siluri contro imbarcazioni di maggiori dimensioni. L’adattamento del destroyer alla guerra antisom non è stato difficile: l’armamento fu potenziato con bombe di profonditĂ  (1916) in aggiunta agli usuali cannoni. Per rilevare i battelli in immersione, queste navi utilizzavano però idrofoni imprecisi che non facilitavano l’individuazione dei nemici in immersione.

 

LE TATTICHE ASW E LA SCOPERTA DEL SONAR – Oltre al ricorso ai convogli scortati, apparvero le “Q ship”, navi civetta che disponevano di armamento occultato, i cacciasommergibili (battelli agili e di piccole dimensioni) e aerei armati con il primo cannone senza rinculo (Davis) per colpire dall’alto i battelli nemici emersi. Infatti il punto debole dei sommergibili, in entrambi i conflitti mondiali, era costituito dalla necessitĂ  di emergere (generalmente di notte) per ricaricare le batterie del motore elettrico, necessarie alla propulsione sottomarina.

Cacciatorpediniere Mimbelli, classe Durand De La Penne
Cacciatorpediniere “Mimbelli”, classe “Durand De La Penne”

La protezione di baie e porti dalla minaccia sottomarina era invece affidata alle mine navali – economici ordigni esplosivi di posizione contenuti in involucri a tenuta stagna, generalmente metallici e inizialmente ad attivazione magnetica – usate per creare sbarramenti alle navi nemiche, così come alle spesse reti tenute in posizione da numerose boe.

La svolta, dopo l’entrata in guerra degli USA al fianco dell’Intesa (1915) a causa dell’affondamento del transatlantico “Lusitania” da parte dell’U-20, è stata la scoperta del SONAR (SOund Navigation And Ranging) da parte del francese Paul Langevin (1917) implementato poi sulle navi britanniche. Questo strumento, la cui prima incarnazione fu l’ASDIC (Anti-Submarine Detection Investigation Committee) soffriva di alcune limitazioni: era possibile ricevere falsi segnali legati all’uso a velocitĂ  superiori ai 15 nodi (28 km/h), a differenze di temperatura dell’acqua, a correnti e alla presenza di branchi di pesci. Durante la Seconda Guerra Mondiale, tattiche, strumentazioni e armi vennero affinate. I convogli spesso vennero scortati da portaerei “tascabili” che imbarcavano aerei con spiccate capacitĂ  antisom. Inoltre le forze aeronautiche sia alleate che dell’Asse schierarono bombardieri modificati con potenti fari, siluri e bombe di profonditĂ , antesignani dei futuri pattugliatori oceanici.

 

LA GUERRA FREDDA – Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale il tipo di minaccia cambiò ulteriormente con la comparsa del sottomarino, battello a propulsione nucleare limitato nella navigazione in immersione solo dalla resistenza dell’equipaggio e dalle scorte. Ai battelli d’attacco (hunter killer) si affiancarono anche quelli dotati di missili balistici nucleari (Ballistic Missile Submarine-SSBN) a integrazione degli arsenali strategici, noti come boomers.

Tracciare questi ultimi divenne la prioritĂ  delle forze della NATO e del Patto di Varsavia, che svilupparono aerei ed elicotteri da pattugliamento marittimo dotati di boe acustiche – congegni muniti di sonar per i rilevamenti – e siluri, in modo da poter individuare e colpire i battelli nemici. Inoltre, l’evoluzione del sonar – distinto in attivo e passivo a seconda del tipo di rilevamento acustico (con o senza “ping”) – ha consentito la ricerca di qualsiasi rumore prodotto da un mezzo in immersione, come la cavitazione delle eliche (la formazione di micro-bolle gassose), oltre a quelli legati alla vita di bordo. Per questo motivo il rivestimento esterno di sottomarini e sommergibili ha subito un graduale progresso che ha portato all’introduzione di un rivestimento anecoico, cioè in grado di ridurre l’eco creato dalle attivitĂ  svolte all’interno del mezzo.

Secondo fonti ufficiali, i boomers USA al termine della Guerra Fredda vanterebbero il primato di non essere mai stati tracciati dagli hunter killer sovietici durante le proprie crociere operative.

Al contrario gli statunitensi sarebbero riusciti più volte a individuare gli SSBN sovietici con i propri battelli d’attacco, a riprova della validità della “caccia silenziosa” rispetto ad altri mezzi antisom.

 

CONCLUSIONI – L’arma piĂą efficace nelle operazioni ASW è – e lo rimarrĂ  per molto tempo – un battello hunter killer. I motivi di questo primato risiedono nel vantaggio di questa unitĂ  sugli altri mezzi antisom. Infatti, il comandante del battello conosce bene i fattori subacquei ambientali che favoriscono l’occultamento. La temperatura dell’acqua, la posizione degli strati termici, le variazioni nella salinitĂ  e le sorgenti del rumore di fondo sono elementi familiari del regno tridimensionale sommerso, monitorato costantemente dalle unitĂ  sottomarine.

I mezzi di superficie (cacciatorpediniere, corvette e fregate) e gli aerei mancano di una visione complessiva e non possono controllare le profondità del mare se non per brevi periodi, scattando con i loro strumenti solo una “istantanea” di una piccola parte del tratto di mare da controllare. Il mantenimento di un’efficiente componente subacquea nella propria marina costituisce, in conclusione, non solo un valido deterrente nei confronti di flotte ostili, ma anche lo strumento antisom più idoneo.

 

Francesco Tucci

 

Schema di una missione ASW.

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Francesco Tucci
Francesco Tucci

Sono un giornalista professionista laureato in Scienze politiche. Specializzato in diritto parlamentare, ho lavorato alla Camera dei deputati dopo essere approdato ad alcune agenzie stampa. Da sempre interessato alle dinamiche geopolitiche e militari estranee “all’orticello di casa”, ho collaborato con il Centro Studi Internazionali (Ce.S.I) e con il Caffe’ Geopolitico per cercare di svelare le strategie dei principali attori internazionali.

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