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Covid-19 e Cina: l’economia del Dragone in convalescenza

In 3 sorsi – A oggi la Covid-19 ha causato più di 200mila vittime e ha portato a oltre 3 milioni di contagi a livello globale. La crisi ha avuto, e continua ad avere, effetti catastrofici sulle economie di tutto il mondo, colpendo in primo luogo la Cina.

1. LE RIPERCUSSIONI DELLA CRISI SANITARIA

Considerata la “fabbrica del mondo” e leader indiscussa del mercato mondiale dei consumatori, con la diffusione del coronavirus la Cina ha segnato per la prima volta dal 1992 – anno della prima registrazione ufficiale dei dati economici del Paese – una contrazione del PIL pari al 6,8%, secondo quanto dichiarato dal National Bureau of Statistics. Nell’ultimo ventennio il tasso medio di crescita economica del Paese si è aggirato attorno al 9%, ma è stato bruscamente frenato dall’emergenza sanitaria dovuta alla Covid-19. Pechino ha adottato fin da subito misure drastiche che hanno portato alla chiusura completa delle fabbriche e dunque a un netto calo della produzione, oltre che a un crollo delle esportazioni, tassello decisivo nell’economia del Paese. Il lockdown dell’intera nazione si è presto tradotto in gravi perdite per molte aziende, piccole e medie. Al contempo è cresciuto il tasso di disoccupazione (+5,9% secondo i dati ufficiali), contribuendo al raggiungimento di un deficit commerciale che si stima sia di oltre 7 miliardi di dollari.

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Fig. 1 – Inservienti disinfettano giostre e panchine di Disneyland Shanghai, in riapertura dopo oltre due mesi di stop a causa del coronavirus

2. LE AZIONI DEL GOVERNO

Nonostante i dati confermino la peggiore crisi economica degli ultimi 40 anni, il Presidente Xi Jinping si è mostrato determinato nel preservare il ruolo della Cina come seconda economia globale e ha espresso la volontà di espandere la domanda interna e di mantenere stabile la catena di distribuzione. Dalla revoca del lockdown la Cina ha mostrato graduali segni di miglioramento che lasciano ben sperare e, stando alle dichiarazioni del Fondo Monetario Internazionale, si prevede che l’economia del Paese possa crescere dell’1,2% nel 2020. Inoltre la Banca centrale cinese ha iniettato nel sistema finanziario 100 miliardi di yuan (circa 14 miliardi di dollari) a un tasso inalterato del 3,15% annuo, al fine di garantire flussi di liquidità adeguati. La Banca ha poi comunicato in una nota che sarebbero stati liberati anche 550 miliardi di yuan (circa 72 milardi di dollari) a sostegno dell’economia del Paese. Allo stesso tempo, è stato approvato un piano per la riforma del mercato ChiNext (un indice della Borsa di Shenzhen che mira ad attrarre imprese innovative, specialmente in campo tecnologico).

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Fig. 2 – Il gigante Alibaba, tra i principali beneficiari del boom dell’e-commerce in Cina provocato dalla pandemia

3. IL BOOM DEL COMMERCIO ONLINE

Il commercio al dettaglio ha risentito fortemente degli effetti di questa crisi. Il lockdown e le stringenti misure adottate dal Governo hanno portato alla chiusura dei negozi fisici e dunque a un pesante calo delle vendite offline. Basti pensare che a metà febbraio, anche H&M aveva già chiuso circa il 64% dei propri negozi fisici sparsi su tutto il Paese, trovandosi ad affrontare un calo delle vendite pari all’89% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un ruolo chiave è stato giocato invece dai grandi colossi dell’e-commerce, tra cui Alibaba e JD, che hanno decisamente aiutato a stabilizzare l’economia durante e dopo il lockdown. A marzo, su un totale di 904 milioni di internauti, quasi 710 milioni hanno effettuato acquisti online. Costretti a rimanere a casa, i cittadini cinesi hanno sempre più fatto uso degli e-commerce per acquistare beni di prima necessità, tra cui, cibo, olio, medicinali, ecc. La domanda di questi beni è cresciuta del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, stando ai dati forniti dalla Luohan Academy. Uno degli strumenti che più ha contribuito all’aumento delle vendite online è stato il live-streaming, sempre più utilizzato da molte aziende per generare conversione e dunque vendite. Ciò ha dimostrato che la tecnologia e l’innovazione digitale in Cina si sono rivelati efficaci strumenti per combattere la crisi ed evitare quindi un collasso totale dell’economia del Paese.

Federica Ingrosso

Coronavirus cases top 8,200 in China and World” by wuestenigel is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • La crisi sanitaria innescata dalla Covid-19 ha causato una contrazione del PIL cinese pari al 6,8%.
  • Il Governo centrale si è subito mosso per evitare il collasso economico approvando un piano di riforme e di aiuti volti a garantire liquiditĂ .
  • A causa del lockdown, si è assistito al boom delle vendite online sulle principali piattaforme di e-commerce del Paese.

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Federica Ingrosso
Federica Ingrosso

Classe 1990, ho conseguito la Laurea Triennale in Scienze della Mediazione Linguistica presso l’Università del Salento. Successivamente mi sono trasferita a Milano dove ho ottenuto la Laurea Specialistica in Comunicazione e Cooperazione Internazionale presso l’Università Statale, con una tesi comparativa sulla Corporate Social Responsibility in Occidente e in Cina.
Da sempre appassionata di lingue straniere, ho vissuto in Cina durante e dopo il percorso accademico. Le mie piĂą grandi passioni, oltre al Regno di Mezzo e alle lingue, sono i viaggi, la storia e la musica. Attualmente mi occupo di E-Commerce e Digital Marketing per il mercato cinese.

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