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Grecia e Albania prove di disgelo

Il 14 ottobre il ministro degli Esteri, nonchĂ© vice-premier della Grecia, Evangelos Venilezos ha fatto visita a Tirana. Si tratta del primo incontro diplomatico tra i due Paesi, che da quasi tre anni a questa parte sono ai minimi storici nei loro rapporti. Le scaramucce durante l’estate non hanno fatto altro che ricordare che i problemi tra Atene e Tirana sono diversi e chiedono una soluzione.

 

1. LA QUESTIONE MARE – La controversia per delimitare il confine marittimo nello Stretto di Otranto ha bisogno di una soluzione il piĂą presto possibile. Venizelos ha sottolineato che questa impasse può essere superata con un dialogo continuo tra le due parti, come hanno fatto in precedenza Grecia e Italia sulla questione del Mar Mediterraneo. Per trovare una linea condivisa, i due Paesi si sono attenuti al diritto internazionale, che chiarisce le controversie tra due Stati sulle questioni di delimitazione marittima. In particolare, il ministro degli Esteri di Tirana, Bushati, ha esposto che la Corte Costituzionale albanese si è giĂ  espressa in maniera chiara e che il nuovo Governo non può che attenersi alla sua decisione. Importante per le controparti sarĂ  continuare la via del dialogo per trovare una soluzione nell’ambito del diritto internazionale e secondo i principi di Copenaghen.

 

Evangelos Venizelos (sx), Edi Rama (dx)
Evangelos Venizelos (sx) e Edi Rama (dx)

2. LEGGE DI GUERRA – Tutti i rappresentanti politici albanesi con i quali Venizelos si è incontrato gli hanno espresso in maniera decisa la necessitĂ  dell’abrogazione della legge di guerra che la Grecia tiene ancora in vigore nei confronti dell’Albania dalla Seconda Guerra Mondiale. Di contro Venizelos ha sottolineato che nel 1987 il Parlamento greco ha firmato un accordo di pace con l’Albania. Sul punto in Grecia non si ritiene di dedicare ulteriore attenzione, ma Tirana ritiene l’abrogazione formale della legge un punto importante per il miglioramento delle relazioni tra i due Paesi.

 

3. LA QUESTIONE DELLA CIAMURIA – La piĂą spinosa delle questioni da affrontare per la parte greca è quella delle rivendicazioni della minoranza albanese Cham, che Atene non sembra voler riconoscere come questione aperta. Tirana, invece, solo due giorni prima della visita del ministro greco ha sollevato il punto. Per Venizelos si tratta di una vicenda espressamente giuridica e sottolinea come tutti i cittadini si possano rivolgere alla Corte di Strasburgo, in quanto sede delle controversie di questo tipo. L’Albania, però, ha espresso una posizione piĂą decisa, sostenendo che la situazione rappresenti un problema vero per i cittadini originari della Ciamuria.

Questa volta la classe politica albanese, rappresentata soprattutto dal giovane ministro degli esteri Ditmir Bushati, ha esposto in maniera decisa le proprie richieste con la volontĂ  di trovare una soluzione a tutti i contenziosi aperti, il che può rappresentare una svolta per l’Albania, fino a ora piĂą spettatrice che parte attiva nell’affrontare i problemi con la Grecia. Dall’altra parte, Venizelos ha riconosciuto la volontĂ  del proprio interlocutore di aprire un dialogo per superare i contrasti, pur mantenendo la posizione sulla spinosa questione della Ciamuria. Tuttavia, la decisione della Corte costituzionale albanese sulla questione dei confini marittimi irrita non poco la Grecia, in quanto non le permette di usufruire delle riserve di gas presenti nell’area. La controversia rischia di passare nelle mani dell’arbitrato internazionale, soluzione poco gradita da entrambe le parti.

 

Juljan Papaproko

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Juljan Papaproko
Juljan Papaproko

Juljan Papaproko è nato a Tirana. Laureato in Scienze Politiche a Torino con una tesi sulla Guerra del Kosovo. Collabora con diverse testate giornalistiche in Italia e in Albania. Il suo centro di interesse è l’Europa e i Balcani, binomio difficile ma affascinante. Diverse esperienze di vita a Torino, Firenze, Parigi, Bruxelles e Berlino. Condivide con il Caffè la stessa passione per la geopolitica.

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