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Pressione demografica e deforestazione nella Repubblica Democratica del Congo

In 3 SorsiNella Repubblica Democratica del Congo, la popolazione sta crescendo a un tasso preoccupante, così come il disboscamento. Quali soluzioni per il futuro?

1. LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE

Secondo i dati della Banca Mondiale, negli ultimi 18 anni nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) la popolazione è cresciuta a un tasso medio del 3,13% annuo, registrando un incremento del 3% dal 2000 al 2010 e un +3,3% dal 2011 al 2018. Stando ancora ai dati della Banca Mondiale, nello stesso periodo, la pressione demografica urbana è cresciuta a un tasso più elevato rispetto a quella rurale: a fronte di un +4,49% per la prima, la seconda si aggira attorno al +2,33%.
Questo trend non sembra destinato ad arrestarsi: le previsioni demografiche, infatti, sostengono che la crescita determinerà un aumento della popolazione dai circa 90 milioni che saranno raggiunti entro la fine del 2020, agli oltre 237 milioni nel 2060. Un ingente aumento della popolazione, come quello che sta investendo la Repubblica Democratica del Congo, ha un impatto sulle risorse naturali, in quanto aumenta la domanda di spazio e la diffusione delle aree urbane a discapito degli ecosistemi ambientali, sulle società, poiché alla scarsità delle risorse corrispondono generalmente conflitti per il loro accaparramento e, infine, sui flussi migratori, a causa degli spostamenti da aree ad alta densità abitativa a quelle a minore densità.

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Fig. 1 – Con una popolazione di circa 12 milioni di abitanti, Kinshasa, capitale della RDC, è la terza cittĂ  africana

2. IL TASSO DI DEFORESTAZIONE

In Analisi Socio-economica Meccanismi di Deforestazione ed Effetti Ambientale nella Regione Kisangani, DR-Congo, uno studio pubblicato nell’European Journal of Sustainable Development (2017), la crescita della popolazione, assieme alla povertĂ  e ai bisogni economici, vIene indicata come una delle cause indirette che sta contribuendo all’aumento esponenziale del tasso di deforestazione della RDC. Chiaramente un incremento della popolazione coincide con una domanda di risorse crescente e in questo caso si tratta soprattutto del carbone: l’elettricitĂ  è, infatti, un bene di lusso al quale la maggior parte della popolazione – povera – non può accedere. Tuttavia bisogna sottolineare che l’industria forestale rappresenta il problema di maggior rilievo per questa risorsa verde (la seconda piĂą grande del pianeta): secondo il Rapporto Forestale della Coop, infatti, in Africa Centrale, circa 50 milioni di ettari di foresta pluviale sono nelle mani delle multinazionali nel legno.
I dati pubblicati da Rainforest.Mongbay – un progetto nato per fare informazione sulle foreste tropicali, la deforestazione e la biodiversitĂ  – mostrano che l’estensione della foresta primaria nella Repubblica Democratica del Congo è diminuita dell’1,4% dal 2001 al 2010, e del 2,8% dal 2010 al 2018, per una diminuzione totale del 4,2% sull’intero periodo. A Kinshasa, la cittĂ  piĂą grande dell’area, la perdita di estensione della copertura arborea è stata pari al 6% dal 2000 al 2010 e al 9% dal 2011 al 2018.

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Fig. 2 – L’effetto della deforestazione in un’area nel Nord della RDC

3. POPOLAZIONE E RISORSE: NON CONFLITTI, MA SOSTENIBILITĂ€

Nella Teoria del rapporto tra popolazione e risorse, Malthus individuava come causa fondamentale della povertĂ  il diseguale rapporto di crescita di queste due variabili: mentre la popolazione, infatti, tende a progredire con un andamento geometrico, i mezzi di sussistenza progrediscono in modo aritmetico. Tuttavia, secondo Malthus, questo circolo vizioso poteva essere spezzato da freni repressivi come guerre, epidemie e carestie o, piĂą auspicabilmente, da misure preventive, come la repressione morale.
Mettendo da parte le controverse idee maltusiane del 1798 e riconoscendo, comunque, la necessità di ristabilire un equilibrio tra le due variabili, oggi la soluzione dovrebbe essere ricercata nella sostenibilità. Una gestione “artigianale” della foresta del Congo anziché di tipo intensivo-industriale come quella attuale, per esempio, si tramuterebbe in benefici non solo ambientali, ma anche economici. Secondo quanto riportato da Greenpeace (2016), lo sfruttamento della zona forestale contribuisce solo dallo 0,7 all’1,3% del PIL, quando, in situazioni diverse, potrebbe rappresentare un importante settore economico per il Paese.
Da un punto di vista energetico una transizione verso le energie rinnovabili rappresenterebbe un’importante occasione per la Repubblica Democratica del Congo di svincolarsi dalla dipendenza del carbone.
In questo panorama, anche fattori socio-culturali sono di straordinaria importanza: una popolazione consapevole delle conseguenze della pressione demografica rappresenta la via migliore per raggiungere risultati in termini di riduzione dei tassi di natalità. La coercizione, infatti, là dove è stata applicata ha dimostrato la sua inadeguatezza.
La sfida per il futuro è decisamente ardua e la partita sarà giocata sulla capacità dei due emisferi (Nord e Sud del mondo) di collaborare: le risorsi naturali, a prescindere da dove siano collocate rappresentato un patrimonio per tutta l’umanità, essendo il pianeta Terra un sistema interattivo, in cui la scala globale e quella locale si intrecciano e si confondono.

Serena Sonaglioni

Photo by jorono is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Dal 2000 al 2018 la popolazione della Repubblica Democratica del Congo è cresciuta del 3,13% annuo. Le stime demografiche prevedono un incremento fino ad almeno il 2060.
  • Anche il tasso di disboscamento è in costante crescita: l’estensione della foresta primaria è diminuita dal 2001 al 2018 del 4,2%.
  • Preso atto dei dati, la conversione verso la sostenibilitĂ  rappresenta l’unica via di salvezza per la foresta del Congo.

 

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Serena Sonaglioni
Serena Sonaglioni

Mi chiamo Serena, sono nata nel 1992 e la mia vita è divisa tra due terre (le Marche e la Toscana) e la costante voglia di viaggiare. Ho conseguito il diploma di laurea magistrale in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo, presso la Scuola di Economia e Management “Richard M. Goodwin” di Siena: sostenibilità, storia economica e cambiamento climatico sono i temi che più mi interessano. Firenze è il mio posto nel mondo. Tra le pagine de Le città invisibili, ho fatto uno dei più bei viaggi della mia vita.

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