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Nuove dal Sol Levante

Rapida ma esaustiva panoramica degli avvenimenti fondamentali che hanno riguardato il Sol Levante durante il periodo estivo appena trascorso: dalla politica all’economia, sino all’ultima crisi diplomatica e a i rapporti con la Cina. Un viaggio che ci aiuta a comprendere come stiano mutando gli equilibri mondiali e come Tokyo stia cercando di rispondere al nuovo ordine internazionale.

NAOTO KAN PREMIER – Nonostante la sua popolarità fosse scesa precipitosamente nei primi giorni di luglio, poco prima delle elezioni della Camera Alta del Parlamento nipponico, Naoto Kan ha battuto lo sfidante Ichiro Ozawa con 412 voti contro 400. Tra i Grandi Elettori, Ozawa ha raccolto solo 491 voti, perdendo la battaglia per la succesione. Kan, inoltre, ha totalizzato 721 preferenze interne al Partito Democratico.  Il premier, in carica da soli tre mesi, ha dovuto affrontare la questione ancora aperta sulla base di Okinawa e sfidare le condizioni economiche avverse che hanno assistito al sorpasso cinese durante i mesi estivi. "Ringrazio molto tutti: gli iscritti, i consiglieri, i parlamentari e soprattutto il popolo giapponese", ha detto il premier subito dopo la proclamazione del risultato. Ha poi aggiunto: "ora il Giappone si trova in un momento molto difficile e dobbiamo lavorare tutti insieme al massimo".

IL SORPASSO CINESE – La Cina mette a segno il sorpasso sul Giappone, registrando un aumento del Pil nel trimestre aprile/giugno. Pechino diventa così la seconda economia mondiale, rimanendo comunque dietro gli Stati Uniti. Facendo fede ai valori ufficiali, nel trimestre considerato, la Cina ha registrato un Pil di 1.339 miliardi di dollari, contro i 1.288 del Giappone. Gli analisti sono tuttavia critici sul fatto che si sia considerato solo un trimestre su un periodo semestrale che vedrebbe comunque il Giappone avanti con un Pil pari a 2.578 miliardi di dollari contro i 2.532 cinesi. Rimane inoltre fondamentale il fatto che per l’economia mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale lo yen sia la valuta più stabile per la finanza internazionale, in grado di ristabilire le fluttuazioni del mercato e di fungere da boa di salvataggio nel mezzo della crisi dei consumi attuale. 

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ZHAN QIXIONG LIBERO – Il capitano del peschereccio cinese che l’8 settembre aveva speronato due motovedette della marina nipponica nelle acque dell’arcipelago di Senkaku è stato rilasciato dopo 16 giorni di reclusione grazie all’arrivo di un aereo mandato da Pechino e atterrato in Giappone. Le isole sono rivendicate sia dalla Cina che da Taiwan, ma sono suolo nipponico nel Mar Cinese Orientale. La collisione è avvenuta nonostante lo stop intimato all’imbarcazione dalle due motovedette. Le critiche nei confronti della decisione sono state molto dure, in particolare quelle provenienti da alcuni leader politici conservatori e dal governatore di Tokyo, Shintaro Ishihara, il quale ha dichiarato che “il governo non ne esce bene” e che “ci sono interessi in gioco, scambi economici e turismo. Ma esiste un’altra valuta che è il bene del Paese”. La Cina aveva definito l’arresto “illegale ed invalido” e da quel momento le relazioni bilaterali erano state messe in crisi. Pechino aveva chiesto che l’uomo fosse liberato “immediatamente e senza precondizioni”. La Cina aveva poi deciso di alzare la tensione con l’annullamento dei negoziati sullo sfruttamento congiunto di giacimenti di gas nel mar Cinese Orientale. A influenzare la decisione di Tokyo, potrebbe anche essere stato l’arresto di quattro cittadini giapponesi accusati di raccogliere informazioni riservate su strutture militari e la decisione di Pechino di non vendere al Giappone minerali utili alla produzione di auto elettriche, settore fondamentale per l’economia nipponica.  Acceso il dibattito tra Cina e Giappone sia per la dinamica dello scontro, sia per quanto riguarda la legittima territorialità delle isole Senkaku (Diaoyu in lingua cinese). Per il ministro dei trasporti nipponico, Seiji Maehara, qualsiasi imbarcazione può attraversare le acque territoriali secondo il principio del “passaggio inoffensivo”, ma è vietato calare le reti. Jiang Yu, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato che “le isole Diaoyu sono state territorio cinese fin dall’antichità. Seguiremo da vicino la situazione e ci riserviamo il diritto di prendere altri provvedimenti”.

Alessia Chiriatti

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Alessia Chiriatti
Alessia Chiriatti

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali presso l’Università per Stranieri di Perugia, con una tesi sul conflitto in Ossezia del Sud ed il titolo di Master per le Funzioni Internazionali presso la SIOI. Ho inoltre conseguito il titolo di Analista delle Relazioni Internazionali con Equilibri S.r.l. Ho infine collaborato con la rivista Eurasia e presso la sede centrale del Forum della Pace nel Mediterraneo dell’UNESCO. I miei principali interessi di ricerca riguardano la politica estera della Turchia ed i suoi rapporti con Siria e Georgia, e si collocano nell’ambito della gestione dei conflitti, della cooperazione alla pace e dei Peace studies.

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