O meglio, non è mai incominciata. Il ballottaggio per le elezioni presidenziali ucraine vinte dal leader filorusso Viktor Yanukovic con il 48,4% contro Yulia Tymoshenko, ferma al 45,9%, sembrano aver definitivamente messo la parola fine all’esperienza della cosiddetta rivoluzione arancione
Il nuovo presidente in pectore è infatti un convinto fautore dell’alleanza con
Con queste elezioni gli Ucraini, per quanto ancora pericolosamente divisi in due secondo la linea di divisione est-ovest, hanno scelto la stabilità in luogo di un progetto di riforma del paese che non è mai partito. La coalizione arancione ha pagato la delusione per anni di lotte intestine che hanno avuto come conseguenza una prolungata impasse dell’azione governativa, in particolare in ambito economico. L’Ucraina uscita da 5 anni di governo proto-liberale e filo-occidentale di JušÄenko è infatti un paese in grande difficoltà economica e a rischio concreto di bancarotta. Con la leadership di Yanukovic è lecito aspettarsi un atteggiamento maggiormente conciliante da parte dei russi e in particolar modo del colosso dell’energia Gazprom, che a Kiev porta energia per combattere il rigido inverno ucraino e posti di lavoro.
Di fronte a questa situazione l’orso russo non può fare a meno di gongolare, prepararsi a mostrare magnanimità verso i fratelli ortodossi e a incassare il rinnovo dell’affitto della base militare della flotta del Mar Nero a Sebastopoli in Crimea.
SEBASTOPOLI – Sebastopoli è dal 1804 il porto principale della flotta del Mar Nero della marina militare russa. Anche in seguito all’indipendenza dell’Ucraina, l’ex repubblica sovietica ha concesso all’ex padrone l’affitto della base. La presenza della base ha una notevole importanza sotto diversi punti di vista. Il primo e più evidente è quello strategico: una presenza militare russa così massiccia sul suolo ucraino rappresenta il simbolo concreto della longa manus di Mosca sul paese. La presenza della flotta del Mar Nero garantisce alla Russia di essere, dal punto di vista militare, la padrona della regione strategica intorno al bacino semi-chiuso. Il Mar Nero rappresenta una via d’acqua sul cammino delle grandi vie energetiche che portano dall’Asia centrale all’Europa. Da Sebastopoli sono partite le navi da battaglia che hanno posto il blocco alle coste georgiane durante la recente guerra per l’Ossezia tra Georgia e Russia.
La flotta russa ha un importante base sulle coste del Mar Nero anche in territorio russo, a Novorossijsk, dove sono iniziati importanti lavori di ampliamento delle strutture. Tuttavia il capo di stato maggiore della Federazione Russa generale Makarov ha già avvertito che la flotta non ha nessuna intenzione di abbandonare Sebastopoli. Anche perché la flotta e la sua base hanno anche per
Tornando agli aspetti più concreti, la base navale ha anche una rilevanza non trascurabile nella vita sociale ed economica della regione a maggioranza russofona. Molti degli abitanti di Sebastopoli sono figli di ex militari russi venuti al seguito della flotta, la regione ha uno statuto autonomo e, non a caso, è uno dei feudi elettorali di Yanukovic. La situazione di Sebastopoli ricorda molto da vicino quella dell’enclave di Kaliningrad.
Jushenko da presidente aveva più volte invitato i russi a preparare le valigie, preannunciando l’intenzione di non rinnovare l’accordo che garantisce alla Russia l’utilizzo della base per venti anni e all’Ucraina un cospicuo canone d’affitto di 98 milioni di dollari all’anno, che termina nel 2017. Ora con Yanukovic, che ha già rilasciato dichiarazioni in questo senso, è lecito aspettarsi un rinnovo dell’affitto.

Con un cambio così radicale degli orientamenti in politica estera di Kiev, chissà che l’Ucraina non torni a essere un partner più affidabile per Mosca anche dal punto di vista economico e che questo influisca sui progetti dei nuovi gasdotti.
Jacopo Marazia
15 febbraio 2010