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Montenegro: UE più vicina, ma non troppo

All’ultima riunione del Consiglio Europeo è stato dato un giudizio positivo sulle riforme attuate dalla piccola Repubblica balcanica durante l’ultimo anno. Prossime sfide: magistratura, diritti fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza.

 1) PASSO AVANTI – Il Consiglio Europeo ha voluto premiare gli sforzi del Montenegro durante l’ultimo anno per l’instaurazione dello stato di diritto e ha dato il via libera per l’apertura di cinque nuovi capitoli negoziali. Adesso arriva anche la parte più difficile per Podgorica. Si tratta di attuare riforme profonde sul rafforzamento dell’indipendenza e della responsabilità del sistema giudiziario. Un altro capitolo dove l’UE insiste riguarda la non-interferenza della politica nella magistratura. Riserve verso il Montenegro rimangono da parte di Olanda, Francia e Gran Bretagna, però Podgorica ha trovato nella Germania un sponsor valido che l’ha già aiutata ad ottenere lo status di Paese candidato.

La posizione del Montenegro nella regione balcanica
La posizione del Montenegro nella regione balcanica

2) IL REGNO DI DUKANOVIĆ – Milo Đukanović e’ il Primo Ministro del Montenegro dal 4 dicembre del 2012, carica che ha ricoperto per ben altre 3 volte (’91 – ’98; 2003 – 2006 e 2008 – 2010) ed è stato Presidente della Repubblica dal 1998 al 2002. Una leadership incontrastata la sua ma non priva di ombre. Il suo Montenegro e’ da sempre criticato per corruzione, riciclaggio di denaro, traffico di stupefacenti e contrabbando di tabacco. Diverse volte le Procure di Bari e Napoli in Italia hanno fatto il suo nome come persona legata alle attività criminali di Podgorica. Sul fronte interno le proteste di due anni fa hanno indebolito non poco la figura Đukanović e la coalizione con il fido Krivokapić leader del Partito Socialdemocratico che durante l’estate ha mostrato qualche crepa facendo vacillare il Governo.

3) NO A MOSCA – La via da seguire per Podgorica sembra già segnata. Integrazione europea e accesso alla NATO. In questa linea la decisione di rifiutare la richiesta di Mosca di utilizzare i porti di Bar e Kotor per attraccare le navi per l’approvvigionamento di materiali, come rifornimento di carburante e provviste. Secco il “no” da parte di Podgorica che attende quest’anno il via libera per entrare nella NATO. Una decisione di apertura verso Mosca avrebbe fatto traballare non poco il Governo dopo il passo falso di aprirsi agli oligarchi russi nell’affare “KAP” l’Impianto di Alluminio di Podgorica.

Julian Papaproko

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Juljan Papaproko
Juljan Papaproko

Juljan Papaproko è nato a Tirana. Laureato in Scienze Politiche a Torino con una tesi sulla Guerra del Kosovo. Collabora con diverse testate giornalistiche in Italia e in Albania. Il suo centro di interesse è l’Europa e i Balcani, binomio difficile ma affascinante. Diverse esperienze di vita a Torino, Firenze, Parigi, Bruxelles e Berlino. Condivide con il Caffè la stessa passione per la geopolitica.

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