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Diplom@tic – La nuova serie speciale

Parte oggi Diplom@tic, un nuovo speciale del Caffè Geopolitico dedicato al mondo della diplomazia. Il nostro “caffè” vuole scandagliare il mondo la diplomazia contemporanea e le sue relazioni con le tecnologie della comunicazione. L’obiettivo è di offrirvi contenuti e strumenti critici per capire quali sono i veri cambiamenti del contesto diplomatico. In un momento in cui spesso di grida alla rivoluzione digitale della diplomazia, c’è bisogno di uno sguardo più critico. Noi ci proviamo!

UN CAFFE’ “DIPLOMATICO” – La storia della diplomazia è segnata da numerosi cambiamenti, alcuni dei quali legati all’invenzione ed utilizzo di tecnologie della comunicazione sempre più avanzate, dall’invenzione della stampa al telegrafo, dalla radio a internet. Le nuove tecnologie della comunicazione hanno prodotto un forte impatto sulle relazioni internazionali contemporanee e anche sulla diplomazia. Il dibattito sulla natura della diplomazia, la sua evoluzione e possibili utilizzi è intenso e ancora in corso. Le trasformazioni sono così veloci che è difficile coglierne la natura e il reale impatto, così come è complesso discernere ciò che le nuove tecnologie della comunicazione hanno portato di nuovo nelle relazioni internazionali e diplomatiche.

La discussione si focalizza per lo più su come i governi impiegano, a scopi diplomatici, le nuove tecnologie della comunicazione oppure su come queste ultime influiscano sulle relazioni tra diplomatici e capi di Stato. Gran parte del dibattito non solo è fondato sulle prospettive di singoli Paesi ma comprende una visione più profonda dell’influenza che le nuove tecnologie hanno sulle relazioni internazionali. A volte tale dibattito si appiattisce su un’ immagine riduttiva, che non distingue ciò che è realmente cambiato da ciò che già esisteva e si è semplicemente ripresentato in forma diversa. Vi renderemo partecipi del nostro percorso nei meandri della diplomazia contemporanea, cercando di costruire insieme una immagine di insieme più completa. In aggiunta, Diplom@tic si presenta ai suoi lettori con un formato particolare, aggiungendo un titolo e abstract in inglese al testo dell’articolo originale.

LA DIPLOMAZIA CONTEMPORANEA – Sappiamo che non è facile orientarsi nel miscuglio di termini e definizioni che descrivono la diplomazia dei nostri giorni. Tanto per citarne alcuni, si parla di e-diplomacy, virtual diplomacy, cyber diplomacy. Molti di questi concetti si riferiscono all’uso di nuove tecnologie di comunicazione da parte dei governi al fine di comunicare con i loro pubblici in  altri Paesi. Allo stesso tempo è ampia la riflessione sul modificarsi dei confini tra diplomazia tradizionale – negoziati segreti – e public diplomacy – comunicazione tra governi e pubblici stranieri.

La prima "Ambasciata virtuale", aperta su Second Life dalle Maldive. E' solo un gioco?
La prima “Ambasciata virtuale”, aperta su Second Life dalle Maldive. E’ solo un gioco?

Gli interrogativi sono molti, ne citiamo giusto alcuni: quanto i media hanno possibilità influire sulle relazioni diplomatiche? Quanto i media sono controllabili da chi si occupa di diplomazia? Quali sono i confini tra public diplomacy e diplomazia tradizionale? Chi sono i diplomatici di oggi? Come si differenziano i pubblici della public diplomacy attuale? Come l’accesso immediato all’informazione da parte di vasti pubblici influisce sulle relazioni internazionali e sulla diplomazia? Quanto i nuovi attori non-statali delle relazioni internazionali sono anche nuovi attori della diplomazia globale? Quello che vogliamo fare è fornirvi delle istantanee scattate da angolazioni diverse per capire come le nuove tecnologie della comunicazione hanno modificato le relazioni diplomatiche, in un mondo in cui le modalità delle relazioni internazionali si sono trasformate.

LA NOSTRA PROPOSTA – Per cercare di mettere ordine e fare chiarezza nel dibattito attuale abbiamo individuato 5 aree tematiche che, pur non esaustive, possano esservi utili punti di orientamento nella complessità dell’argomento. La prima area si occuperà di rappresentanti diplomatici e nuove tecnologie della comunicazione ovvero sonderà come i diplomatici odierni utilizzano queste tecnologie nel loro lavoro quotidiano e per relazionarsi con i rispettivi governi. La seconda area si svilupperà attorno a public diplomacy e tecnologie della comunicazione esplorando come gli Stati usano le tecnologie della comunicazione nelle operazioni di public diplomacy verso i pubblici di altri Stati. Non tralasceremo di indagare quanto i confini tra diplomazia tradizionale e public diplomacy si stiamo assottigliando con delle ricadute sul concetto di public diplomacy. La terza area tematica tratterà di nuove tecnologie della comunicazione e diplomazia tradizionale, in particolare del possibile impatto dei media sulla diplomazia tradizionale e sui processi di negoziazione nonché sulla capacità di governi e corpi diplomatici di controllare i flussi di informazione prodotti dai media in queste circostanze. Un quarta area si interesserà di nuovi attori della diplomazia internazionale, principalmente di come l’emergere di nuovi attori non-statali delle relazioni internazionali possa far emergere nuovi attori della diplomazia contemporanea. In ultimo, una sezione sulla storia dell’uso dei media nella diplomazia seguirà l’impatto che i diversi media hanno prodotto sulla diplomazia nel corso del tempo. Un excursus fondamentale per discernere in cosa e come le nuove tecnologie della comunicazione hanno cambiato la diplomazia odierna e quanto, invece, sia già frutto della precedente introduzione di media e tecnologie della comunicazione.

Annalisa De Vitis

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Annalisa De Vitis
Annalisa De Vitis

Appassionata di geopolitica, strategia militare e cinema. Il mio background va dagli studi di relazioni internazionali a quelli di comunicazione politica. Ho studiato in Italia, Belgio e Stati Uniti. Dopo aver concluso un dottorato di ricerca in politica estera e comunicazione, svolgo studi a e analisi per organizzazioni e università statunitensi ed europee che si occupano di politica estera. Il mio focus  è  il Medioriente e ho un particolare interesse per gli studi sul terrorismo.

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