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Un giro nel torneo delle ombre

I libri del Caffè – “Kim”, di Rudyard Kipling, non è solo un romanzo da leggere: tra le righe vi è scritto un saggio di politica e storia, che è tutto da studiare. L’opera racconta infatti alcuni aspetti del Grande Gioco, attraverso la storia di un ragazzo, Kimball O’Hara, chiamato a prendervi parte.

Kim è figlio di un sergente di un reggimento irlandese in India, è orfano e vive a Lahore come un indigeno: pensa come i locali, parla la lingua locale, rubacchia e svolge piccoli incarichi per commercianti e spie locali.
Ma è pur sempre un bianco, e riconosciuto dai militari inglesi, è posto di fronte ai suoi “doveri di bianco”: deve abbandonare le sue abitudini, andare a scuola, entrare nel servizio segreto britannico… e giocare il “Grande Gioco” (o “Torneo delle Ombre”, Турниры теней, per i russi), nel periodo in cui l’Impero Britannico si preoccupa di proteggere il nord dell’India dal rischio di una invasione russa.
La storia si svolge infatti sullo sfondo dell’India coloniale del XIX secolo, durante il conflitto latente tra Impero Russo e Impero Britannico per il controllo e la difesa dell’Asia Centrale, dell’Afghanistan, della stessa India. 

La vignetta, risalente all'epoca della seconda guerra anglo-afghana, ben rappresenta il ruolo dei paesi asiatici, stretti tra le ambizioni dell'orso russo e quelle del leone britannico
La vignetta, risalente all’epoca della seconda guerra anglo-afghana, ben rappresenta il ruolo dei paesi asiatici, stretti tra le ambizioni dell’orso russo e quelle del leone britannico

Attraverso il racconto dell’addestramento di Kim e delle sue missioni, affascinante perchè immerso nella realtà indiana e spionistica dell’epoca (che Kipling ben conosceva), si possono scorgere alcune delle dinamiche, delle tattiche, delle indagini dei servizi segreti inglesi di fine ottocento.
Un modo per capire meglio la storia di quel tempo e la sua eredità odierna.

UNA CURIOSITÁ – L’addestramento di Kim avviene attraverso esercizi e giochi mirati a sviluppare le capacità di osservazione e di memoria del ragazzo: doti fondamentali per il suo futuro lavoro di spia. Il “Gioco di Kim” è tutt’ora da considerare un utile esercizio.

In che cosa consiste?

Il Gioco di Kim canonico riguarda la memoria visiva: chi gestisce il gioco mette numerosi oggetti su un tavolo e li copre con un telo. Poi scopre gli oggetti e consente ai giocatori di osservarli per alcuni secondi. Terminato il tempo, ricopre gli oggetti. I giocatori devono poi scrivere o dire ciò che ricordano di aver visto. Ve ne sono anche varianti usate per sviluppare gli altri sensi.

E ora andrò lontano su al Nord a giocare il Grande Gioco…

Pietro Costanzo

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Pietro Costanzo

Co-fondatore del Caffè e membro del direttivo. Mi occupo di cooperazione internazionale nel settore della sicurezza e di fondi europei. Ogni opinione espressa è strettamente personale.

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