Oggi, mercoledì 2 aprile, si chiude a Bruxelles l’incontro  tra i ministri degli esteri della NATO. Sono diversi i temi trattati dalle discussioni in questi due giorni, ma emergono con forza la crisi ucraina e il rapporto con la Federazione Russa. In 3 sorsi il punto su questo incontro.
LA CRISI UCRAINA – A dominare su tutto è la crisi nell’Europa orientale, ai confini stessi dell’Alleanza. Nella giornata di ieri, il primo di aprile, sono stati diversi i momenti dedicati a questo tema: si è riunita la Commissione NATO-Ucraina, se ne è discusso alla riunione tra i ministri degli esteri della sola NATO e la sera, infine, vi è stata la conferenza stampa del ministro degli esteri ucraino. Ciò che emerge dalle dichiarazioni rilasciate è la volontà dell’Alleanza di sostenere il governo di Kiev. Con questo scopo le seguenti misure: intensificazione della cooperazione con l’Ucraina, promozione della riforma della difesa del Paese attraverso attività di “capacity-building” e rafforzamento dell’ufficio di collegamento presente nella capitale ucraina con l’invio di nuovi esperti, i quali contribuiranno ad un più intenso lavoro di consulenza. Allo stesso tempo si chiede ufficialmente a Mosca di riportare il numero di militari presenti in territorio ucraino (inclusa la Crimea naturalmente, di cui non si riconosce l’annessione) ai livelli pre-crisi e di farli rientrare nelle basi, ridurre le attività militari lungo il confine ucraino ed evitare ulteriori interferenze nelle scelte dello Stato, restituire la Crimea all’autorità ucraina, rispettare i diritti della minoranza tatara ed infine di attenersi agli obblighi assunti e rispettare il diritto internazionale.
I RAPPORTI CON LA RUSSIA – Ma le “attenzioni” alla Russia non terminano con queste richieste. In risposta alle azioni del governo moscovita, è stato deciso ieri di terminare ogni collaborazione, militare e civile, con la Federazione. Nel NATO-Russia Council, nel Euro-Atlantic Partnership Council e nel contesto della Partnership for Peace. Tuttavia, nelle parole del Segretario Generale Rasmussen, si rimane disposti ad incontri a livello ministeriale e di ambasciatori in sede di NATO-Russia Council al fine di mantenere aperto il canale diplomatico. Oltre a ciò, Rasmussen ha comunicato che è stata aumentata la sorveglianza AWACS in Polonia e Romania, aumentato il numero di forze aeree dislocate nei Paesi baltici e che è stato chiesto ai comandanti dell’Alleanza di aggiornare i piani militari, rafforzare le attività di esercitazione ed il dispiegamento.
GLI ALTRI TEMI – Oggi hanno luogo anche altri incontri, uno con i Paesi della Istanbul Cooperation Initiative, iniziativa lanciata nel 2004 il cui scopo è promuovere la cooperazione nella sicurezza con Paesi del Medio Oriente, ed un altro con i ministri degli esteri delle nazioni non-NATO partecipanti ad ISAF. Ma un incontro di assoluta rilevanza è quello della Commissione NATO-Georgia. La Georgia ha da tempo avviato una cooperazione con l’Alleanza Atlantica anche in vista dell’ingresso. La questione già in passato ha dimostrato la propria rilevanza; le tensioni che si crearono con la Russia si sommarono a quelle legate alle vicende dell’indipendentismo in Abkhazia ed Ossezia, culminando nel conflitto russo-georgiano del 2008. In un periodo in cui la Russia è tornata a far sentire la propria voce e a sfruttare le rivendicazioni delle popolazioni locali, la situazione georgiana è quanto mai delicata.
Matteo Zerini