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Nigeria, la protesta #endSARS è l’evento del 2020

In 3 Sorsi – In un anno marcato dalla pandemia globale, in Nigeria l’evento più importante del 2020 non è il coronavirus. Le proteste #endSARS contro gli abusi della polizia hanno mobilitato la società civile del Paese, che è giovane e alla ricerca di cambiamento.

1. L’ESCALATION DI OTTOBRE

Ottobre è stato un mese caldo per la Nigeria, un mese di proteste e tensioni sociali che rimangono ancora oggi irrisolte. Il caso che ha riacceso i riflettori sulla brutalità della polizia nel Paese è quello di un uomo ucciso nella Stato del Delta per mano della squadra speciale antirapina (SARS). La diffusione del video dell’omicidio ha raggiunto una portata senza precedenti nella società civile nigeriana, dando il via a proteste in tutte le principali città del Paese. La registrazione testimonia l’aggressione in pieno giorno delle forze di polizia contro un civile con lo scopo – sembrerebbe – di rubargli la macchina. Mentre l’hashtag #endSARS andava in tendenza su Twitter, altre testimonianze di arresti ingiustificati e comportamenti violenti sono venute alla luce. Le proteste si sono quindi via via intensificate, coinvolgendo un’importante fetta della popolazione giovanile. Il 10 ottobre, infatti, i manifestanti hanno presentato una lista di cinque richieste al Governo centrale firmate “A Nigerian Youth” (Una gioventù nigeriana).I cinque punti elencati riguardavano il rilascio di chi era stato arrestato durante le manifestazioni, un adeguato processo giuridico e un risarcimento per le vittime degli abusi di potere, l’istituzione di un organo indipendente per investigare la condotta della polizia, una valutazione psicologica e un aumento dei salari per gli agenti. Nonostante il pronto annuncio dello smantellamento della SARS da parte del Presidente Muhammadu Buhari, le proteste sono andate avanti, fino ad arrivare a un’escalation di violenza tra manifestanti e forze dell’ordine a Lagos, dove diversi civili disarmati sono stati uccisi.

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Fig. 1 – Una manifestazione del movimento #endSARS a Ikeja, nello Stato nigeriano di Lagos, ottobre 2020

2. LE RADICI DEL PROBLEMA

L’ondata di proteste #endSARS del 2020 è stata innescata dal video menzionato, ma ha alle spalle anni di lotte contro le condotte illegali degli agenti, così come il caso di George Floyd ha riacceso il movimento #BlackLivesMatter oltreoceano (e non solo). La brutalità della polizia, infatti, è un problema radicato in Nigeria. Dal 2004 in poi, si stima che circa 30mila civili siano stati vittima di esecuzioni extragiudiziali per mano della SARS e che ancora oggi migliaia di persone siano detenute illegalmente. Dalla sua istituzione nel 1992, la squadra speciale antirapina è diventata tristemente nota per commettere ripetutamente abusi e rimanere impunita. Già nel 2018 l’hashtag #endSARS era stato al centro di una campagna mediatica contro la brutalità della polizia, arrivando a strappare la promessa del Governo di una riforma. L’impegno, però, non è stato mai mantenuto. Anche Amnesty International ha portato avanti la battaglia contro i soprusi nel Paese e in un rapporto di giugno 2020 ha condannato le forze di polizia nigeriana. Nel report viene descritto come “i detenuti in custodia della SARS sono stati sottoposti a diversi metodi di tortura, tra cui impiccagione, finta esecuzione, percosse, pugni e calci, bruciature con sigarette, waterboarding, quasi asfissia con sacchetti di plastica, costretti ad assumere posizioni corporee stressanti e violenza sessuale”.

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Fig. 2 – Victor Osimhen, calciatore nigeriano del Napoli, mostra il proprio supporto al movimento #endSARS dopo aver segnato una rete contro l’Atalanta, ottobre 2020

3. UNA NUOVA PAGINA PER LA NIGERIA

Le proteste del 2020 hanno mostrato un nuovo volto della società civile nigeriana, più giovane e impegnato nella lotta per il rispetto dei diritti umani. I social media hanno avuto un ruolo chiave nel mobilitare attivisti in tutto il Paese, con background culturali e credi religiosi diversi. Già tra il 2017 e il 2019 l’attivismo aveva mostrato come i giovani nigeriani iniziassero a utilizzare i social in modi innovativi, specialmente per superare i confini etno-religiosi nel Paese tra il Nord, a maggioranza musulmana, e il Sud, più diversificato dal punto di vista religioso. Per la campagna contro la SARS del 2020, i social sono stati un mezzo formidabile di diffusione della protesta, ma anche una preziosa rete di organizzazione. Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla brutalità della polizia e a coordinare le proteste sul campo, vari organizzatori di #endSARS hanno utilizzato i social media per mettersi in contatto con i volontari, accettare donazioni da altre parti del mondo e pubblicare i conti dei fondi erogati attraverso frequenti aggiornamenti. In sostanza, dicono gli osservatori, i social media hanno democratizzato il movimento #endSARS, permettendo agli utenti con un numero variabile di seguaci di lanciare, migliorare o rifiutare idee, sollecitare donazioni o avviare banche del cibo per sfamare i manifestanti. Che il 2020 sia l’anno di svolta per la Nigeria?

Arianna Colaiuta

Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • A ottobre la Nigeria è stata attraversata dalle numerose proteste del movimento #endSARS, condotte soprattutto da giovani, contro la brutalità delle forze di polizia.
  • La violenza delle forze dell’ordine nigeriane è un problema di lungo periodo, che già in passato ha spinto alla mobilitazione cittadini e organizzazioni per i diritti umani.
  • L’impegno dei giovani, l’utilizzo dei social media e la trasversalità del movimento #endSARS hanno sensibilizzato l’opinione pubblica e unito la Nigeria.

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Arianna Colaiuta
Arianna Colaiuta

Classe ’96, di Roma, città dove attualmente studio e vivo. Dopo una laurea in Politics, Philosophy and Economics presso la LUISS Guido Carli, ho deciso di proseguire i miei studi in politica internazionale con una magistrale in Global Studies. Al momento vivo a Bruxelles, dove faccio parte di un double degree presso l’Université Libre de Bruxelles (ULB) e collaboro con la delegazione europea di Unioncamere.  Il mio interesse per la geopolitica e la sicurezza mi ha portato a sviluppare un particolare interesse per la regione MENA e per l’Africa sub-sahariana. Con la mia tesi triennale “ Italy and Africa: evolution of the Italian approach during the XVII legislature and a risk-opportunity analysis in light of the national interest” ho iniziato un percorso di approfondimento sulla politica del continente africano, che provo a portare avanti qui al Caffé con una serie di articoli tematici.

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