In 3 sorsi – Il 13 gennaio il Presidente Joko Widodo ha ufficializzato l’inizio della campagna vaccinale in Indonesia, nonostante diverse criticità e perplessità riguardo alla strategia della campagna e all’utilizzo del vaccino cinese Sinovac.
1. I NUMERI DELLA PANDEMIA IN INDONESIA
I dati parlano chiaro: l’Indonesia è il Paese nel Sud-Est asiatico maggiormente colpito dalla pandemia. Ad oggi sono stati registrati più di 1 milione di casi e oltre 30mila decessi, quasi il triplo di quelli verificatisi nel secondo Paese più colpito della regione, le Filippine. Un numero così elevato in parte può essere giustificato dalla popolazione (l’Indonesia è il quarto Paese al mondo per numero di abitanti, quasi 280 milioni), ma la crescita dei casi giornalieri rischia di rendere la situazione sempre più complessa: solo tre mesi fa i casi giornalieri erano circa 4mila, mentre oggi sono oltre 12mila. Per cercare di arginare il problema dei contagi, le Autorità sanitarie continuano a suggerire la necessità dell’aumento di tamponi e di un tracciamento più efficace: i tamponi eseguiti sono infatti meno di 6 milioni, decisamente pochi se pensiamo ad esempio che le Filippine hanno effettuato oltre 7 milioni di tamponi, con una popolazione che è meno della metà dell’Indonesia.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente Joko Widodo mentre riceve la prima dose del vaccino anti-Covid19, 13 gennaio 2021
2. IL DUBBIO SINOVAC E I TRIALS DELLA DISCORDIA
Il 13 gennaio è iniziata la campagna vaccinale nel Paese, con il ministro della Salute Budi Gunadi Sadikin che ha affermato che dodici mesi è il tempo stimato per vaccinare il numero di persone necessario per raggiungere l’immunità di gregge, ovvero il 67% della popolazione (circa 180 milioni di persone). Forti critiche sono giunte al Governo a causa della decisione di utilizzare il vaccino Sinovac Biotech, dell’omonima azienda cinese: secondo i trials effettuati da un’équipe brasiliana la sua efficacia sarebbe infatti del 50,4% per i casi più complessi, raggiungendo invece il 78% per i casi non gravi. Un altro aspetto che ha suscitato perplessità è stata la scelta di iniziare la campagna di vaccinazione in anticipo, senza attendere i risultati dei trials eseguiti a Bandung, capoluogo della provincia di Giava Occidentale. Il dottor Adib Khumaidi, dell’Associazione Medici Indonesiani, avrebbe affermato all’Australian Financial Review che il Governo avrebbe dovuto attendere i risultati dei trials effettuati dal Paese, piuttosto che fare affidamento solo sui risultati di altri Paesi.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Escludendo la Cina, l’Indonesia è il primo Paese al mondo a utilizzare il discusso vaccino della Sinovac Biotech
3. UNA STRATEGIA CONTROVERSA
Secondo i calcoli del Governo, per vaccinare i due terzi della popolazione saranno necessarie oltre 400 milioni di dosi di vaccino, tenendo conto di un 15% di dosi che potrebbe non essere utilizzabile a causa di incidenti o errata conservazione (non sarà infatti facile per il Paese riuscire a raggiungere tutti i centri di vaccinazione mantenendo le giuste temperature di conservazione richieste dai vaccini). Per raggiungere il numero minimo di dosi, l’Indonesia si è assicurata già 125 milioni di dosi da Sinovac, 50 milioni da Novavax e 54 milioni da COVAX, mentre già entro febbraio dovrebbero arrivare un totale di 100 milioni di dosi da AstraZeneca e Pfizer. Rimane il dubbio della strategia di somministrazione: al contrario di ciò che sta avvenendo in tutti i Paesi europei, l’Indonesia darà la precedenza agli operatori sanitari e ai lavoratori tra i 18 e i 59 anni, lasciando indietro gli anziani. Questa scelta è stata giustificata dal Governo come necessaria per permettere al più presto la ripresa economica del Paese. I prossimi mesi sapranno dirci se questa azzardata decisione vaccinale avrà davvero rallentato il propagarsi dell’epidemia oppure se si sarà rivelata sostanzialmente inefficace.
Alberto Botto
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