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Passaggi marittimi strategici: l’accesso al Mediterraneo

Miscela StrategicaI passaggi marittimi giocano un ruolo strategico importante oltre che un ruolo fondamentale nel traffico mercantile marittimo e, in prospettiva più ampia, nel flusso di risorse e nell’economia mondiali. La vulnerabilità e insostituibilità di certi passaggi li rende strategicamente ed economicamente importanti nell’ottica della mobilità marittima. Il volume di utilizzo e il valore strategico dei passaggi marittimi è certamente soggetto a variazioni nel tempo. In generale, ai nostri giorni, molti di essi hanno assunto una notevole rilevanza a causa della globalizzazione delle risorse e interdipendenza economica tra le diverse aree geografiche. Questo articolo analizza i passaggi marittimi fondamentali del Mediterraneo.

PASSAGGI MARITTIMI STRATEGICI NEL MEDITERRANEO – I passaggi marittimi di accesso al mar Mediterraneo sono il canale di Suez, lo stretto del Bosforo e i Dardanelli, lo stretto di Gibilterra.

Il canale di Suez è un passaggio marittimo artificiale di lunghezza pari a 190 chilometri che connette il mar Mediterraneo con il Golfo di Suez. Il canale crea un passaggio per le navi che circolano tra Europa e Americhe e tra i porti situati nel sud dell’Asia, nell’Africa orientale e in Oceania. Il Canale di Suez e la SUMED Pipeline sono importanti punti di passaggio per il petrolio proveniente dal Golfo Persico e il commercio di gas verso l’Europa e il Nord America. La SUMED Pipeline o Suez Mediterranean Pipeline è stata costruita come via alternativa al canale di Suez per imbarcazioni di dimensioni tali da non poter passare attraverso il canale. La chiusura del Canale e della SUMED Pipeline obbligherebbe le imbarcazioni a seguire un percorso alternativo, passare attorno al Capo di Buona Speranza e, per esempio, allungare la rotta di circa 2.700 miglia per il transito dall’Arabia Saudita agli Stati Uniti. Questo produrrebbe un immediato aumento dei costi di trasporto e, quindi, dei beni trasportati.

Il Bosforo e i Dardanelli sono stretti che dividono l’Asia dall’Europa. Il Bosforo è un passaggio lungo 17 miglia che connette il Mar Nero con il Mar di Marmara mentre i Dardanelli, di lunghezza pari a 40 miglia, costituiscono un punto di unione tra il Mar di Marmara e i mari Egeo e Mediterraneo. Entrambi gli stretti sono situati in Turchia e rappresentano il punto di passaggio di risorse petrolifere provenienti dalla regione del Mar Caspio e destinate all’Europa occidentale e meridionale.

Infine, lo stretto di Gibilterra rappresenta un punto di passaggio obbligato tra il Mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico, divide il Nord Africa dalla Spagna. Lo stretto è lungo circa 40 miglia con una larghezza che varia dalle 9 alle 24 miglia. Nonostante la costituzione dell’Unione Europea, lo stretto è ancora considerato un passaggio cruciale per i traffici marittimi.

Vista aerea del passaggio del Bosforo.
Vista aerea del passaggio del Bosforo.

IL FLUSSO DI RISORSE ENERGETICHE –La fluidità del mercato internazionale dipende anche dalla possibilità di trasportare beni e risorse attraverso l’accesso ad alcuni passaggi marittimi. La loro accessibilità ha conseguenze importanti sul mercato energetico mondiale.

Il canale di Suez costituisce un punto di transito fondamentale in questo senso. Secondo la U.S. Energy Information Administration, nel 2012 circa il 7% del petrolio e il 13% del gas naturale immesso sul mercato mondiale è transitato attraverso il canale. La maggior parte di questo petrolio è diretta verso i mercati europeo e nordamericano e il resto è stato trasportato prevalentemente sui mercati asiatici. Nel 2012, il canale di Suez ha visto transitare circa 2.97 milioni di barili di petrolio al giorno toccando la quantità più elevata di petrolio mai transitata attraverso il canale. Nello stesso anno il flusso di gas naturale commerciato attraverso il canale ammontava al 13% di quello complessivamente venduto a livello mondiale mentre nel 2011 la quantità percentuale ammontava al 18%. La diminuzione del flusso attraverso il canale è principalmente dovuta al decrescere di esportazioni di gas dal Qatar a Stati Uniti ed Europa oltre che alla diminuzione delle esportazioni dallo Yemen come conseguenza del sabotaggio di un gasdotto.

Lo stretto di Gibilterra rappresenta ancora un punto di passaggio politicamente ed economicamente importante e conta una notevole densitĂ  di traffico annuale con circa 100.000 imbarcazioni che vi transitano per ragioni commerciali, di cui 300 imbarcazioni al giorno trasportano materiali pesanti.

La Turchia, invece, gioca un ruolo sempre più importante nel commercio di petrolio dalla Russia, la regione del Caspio e il Medio Oriente all’Europa. La presenza degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli ha permesso il passaggio di quantità di petrolio pari a circa 3 milioni di barili al giorno nel 2013. La Turchia è inoltre un punto strategico per il passaggio di gas naturale poiché collega il secondo mercato mondiale di gas naturale, l’Europa, con le riserve del Medio Oriente e dell’area del mar Caspio. Circa 50.000 navi passano attraverso lo stretto del Bosforo ogni giorno nonostante esso rimanga uno dei passaggi marittimi più difficili per la navigazione principalmente a causa della sua conformazione fisica che lo rende piuttosto angusto, causando non pochi problemi e incidenti.

GEOSTRATEGIA E SICUREZZA – In termini di sicurezza, il canale di Suez si troverebbe in una buona posizione visto che si sviluppa sul territorio di un unico Stato sovrano e non è immediatamente vicino a zone oggetto di contese. Tuttavia il canale è situato in un’area geopolitica turbolenta e instabile che lo rende vulnerabile, per esempio, al possibile utilizzo di attacchi sferrati attraverso imbarcazioni di passaggio nel canale. Inoltre quello di Suez è un canale che può essere ostruito in vari punti del suo percorso oltre che attraverso la distruzione del Suez Canal Bridge o del El Ferdan Railway Bridge. Per quanto riguarda i più recenti eventi politici nella storia egiziana, non sembra che la rivoluzione iniziata nel 2011 abbia prodotto un effetto negativo notevole sul traffico di petrolio attraverso il canale. Secondo la International Energy Agency il 2012 registra il quantitativo più alto di petrolio mai transitato attraverso il canale. Tuttavia stanno crescendo le minacce alla sicurezza del canale provenienti dalla crescente attività terroristica nella penisola del Sinai e dai conseguenti attacchi alle imbarcazioni in transito. Le autorità egiziane hanno rafforzato le misure di sicurezza attorno al canale per evitare che diventi un obiettivo vulnerabile a seguito degli eventi politici interni o di eventuali attacchi terroristici, dato che alcune imbarcazioni sono già state attaccate durante il loro passaggio. Inoltre alcuni militanti nella penisola del Sinai, ovvero un miscuglio di Beduini, Palestinesi e jihadisti stranieri, da alcuni anni sono impegnati in un conflitto a bassa intensità con lo Stato egiziano e hanno notevolmente aumentato l’intensità delle loro attività dopo l’allontanamento dell’ex Presidente Morsi. In generale, nonostante l’assenza di minaccia convenzionale diretta, il canale si Suez rimane particolarmente debole di fronte alla instabilità geopolitica della regione.

Gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, sono passaggi problematici a causa delle difficoltà di navigazione e delle restrizioni a volte imposte dal governo turco. Come già detto, la conformazione fisica di tali stretti ne rende difficile la navigazione per questioni di visibilità, provocando incidenti, collisioni e naufragi. Il Bosforo è il passaggio marittimo più stretto tra quelli di strategica importanza ed è inoltre soggetto a forti correnti marine che rendono rischiosa la navigazione. Tra il 1953 e il 2002 si sono verificati 461 incidenti, la maggior parte dei quali collisioni. Anche episodi di questo genere hanno portato la Turchia a imporre restrizioni alla navigazione per questioni ambientali e di sicurezza sebbene il transito commerciale negli stretti debba essere libero in periodi di pace. A ciò si aggiunge il fatto che il Bosforo e Dardanelli sono stretti di sempre maggiore importanza e per questo vedono un aumento di traffico marittimo che peggiora le condizioni di navigazione. Il rischio geopolitico di conflitto che potrebbe far cessare i traffici marittimi nel Bosforo è minimo, tuttavia lo stretto potrebbe facilmente essere bloccato a causa di incidenti tra mezzi di trasporto marittimi.

Infine, lo stretto di Gibilterra al momento non sembra profilare rischi o serie minacce imminenti. Tuttavia il 2013 ha visto l’emergere di alcune tensioni tra Regno Unito e Spagna proprio a causa di Gibilterra. Le tensioni sono aumentate a seguito dell’annuncio, da parte del governo spagnolo, dell’intenzione di imporre una tassa sull’entrata o uscita di ogni nave dallo stretto. Inoltre la Spagna aveva espresso l’intenzione di chiudere il proprio spazio aereo senza preavvisare il Regno Unito che, a sua volta, aveva creato una barriera marittima artificiale contro la pesca. Il territorio di Gibilterra è sotto giurisdizione britannica in quanto fu ceduto dalla Spagna al Regno Unito nel 1713 in occasione del trattato di Utrecht. Nonostante il passare del tempo, alcune questioni strutturali tra i due Paesi rimangono irrisolte anche se nel breve periodo le ultime tensioni non dovrebbero avere effetti particolarmente negativi sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi e la sicurezza dello stretto.

Annalisa De Vitis

 

Mappa delle principali rotte marittime e dei punti nevralgici del commercio internazionale via mare.
Mappa delle principali rotte marittime e dei punti nevralgici del commercio internazionale via mare.

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Annalisa De Vitis
Annalisa De Vitis

Appassionata di geopolitica, strategia militare e cinema. Il mio background va dagli studi di relazioni internazionali a quelli di comunicazione politica. Ho studiato in Italia, Belgio e Stati Uniti. Dopo aver concluso un dottorato di ricerca in politica estera e comunicazione, svolgo studi a e analisi per organizzazioni e università statunitensi ed europee che si occupano di politica estera. Il mio focus  è  il Medioriente e ho un particolare interesse per gli studi sul terrorismo.

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