I risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, che porterĂ anche una nuova Commissione Europea, sono stati variegati, con conferme ed esiti poco attesi.In molti Paesi avanzano le forze “euroscettiche”, in altri si affermano i partiti tradizionali. In 3 Sorsi analizziamo i risultati a livello europeo e nei maggiori Stati membri dell’UE, compresa l’Italia.
I RISULTATI – Si stanno avviando al termine gli spogli per le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo nei 28 Stati membri dell’Unione Europea. L’affluenza si dovrebbe attestare sul 43,09%, con un leggero rialzo rispetto alla tornata elettorale del 2009, quando ci si fermò al 43%. Le ultime proiezioni danno il Partito Popolare Europeo (PPE) al primo posto, con il 28,23% che dovrebbe garantire circa 212 seggi. Rispetto alla tornata del 2009, il PPE ha perso all’incirca il 7,54% dei voti. Il Partito Socialista Europeo (PSE) avrebbe ottenuto circa il 24,77% dei suffragi, con 186 seggi e una diminuzione, rispetto al 2009, dello 0,82%. I Liberal-Democratici dell’ADLE (Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa), secondo le proiezioni, sarebbero accreditati del 9,32% sul totale, con circa 70 seggi. L’EFD (Gruppo Europa della LibertĂ e della Democrazia), che raggruppa i parlamentari cosiddetti “euroscettici”, avrebbe ottenuto il 4,79% dei voti, con circa 36 seggi, aumentando il suo consenso dello 0,74% rispetto al 2009. Non contati in questi gruppi ci sono i seggi che andranno a movimenti e partiti non presenti nell’attuale Parlamento tra i quali andranno a confluire, tra gli altri, gli eletti del Fronte Nazionale di Marie Le Pen e del Movimento 5 Stelle italiano. Il candidato Presidente della Commissione Europea designato dal PPE, Jean Claude Juncker, ha dichiarato: “voglio essere il presidente della prossima Commissione perchĂ© il PPE ha vinto”. Il Partito Popolare non ha la maggioranza assoluta, quindi sono necessarie alleanze con altri gruppi. Juncker ha espresso l’intenzione di accordarsi con i Verdi e con l’ADLE, ma non è esclusa l’ipotesi di larghe intese con il PSE.
I MAGGIORI PAESI EUROPEI – In Francia e Gran Bretagna sono avvenuti i maggiori stravolgimenti in queste elezioni per il Parlamento Europeo. Parigi ha registrato il sorpasso del Fronte Nazionale di Marine Le Pen sui partiti tradizionali, ossia l’UMP (centro-destra) e il Partito Socialista del presidente Hollande. Un risultato importante, ma che non giunge inaspettato. Va ricordato che l’affluenza in Francia è stata del 43,5%, in linea con quella europea. Nel Regno Unito, gli euroscettici del partito Ukip si attesterebbero sul 29%, superando i conservatori del Premier Cameron, fermatisi al 24,2%. Il laburisti dovrebbero ottenere il 23,7%. L’affluenza è stata del 36%. Questi risultati sono importanti per due aspetti: uno interno e uno europeo. L’aspetto di politica interna è che la sconfitta dei laburisti potrebbe portare gli scozzesi (bacino tradizionale di questo partito) a votare “sì” al referendum per l’indipendenza che si terrĂ il prossimo Settembre. Per quanto concerne l’ambito europeo, la vittoria degli euroscettici potrebbe costringere Cameron ad anticipare il referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, al momento previsto per non oltre il 2017.
In Germania, la CDU del Cancelliere Angela Merkel si è confermato primo partito, nonostante il peggiore risultato, in termini percentuali, dal 1979. I socialisti dell’SPD si attestano al 27%. In Spagna i partiti tradizionali hanno perso gran parte dei consensi, ma si sono classificati in ogni caso al primo (il Partito Popolare) e al secondo (il PSOE) posto.
L’ITALIA – Il nostro Paese è stato, forse, la maggiore sorpresa di questa tornata elettorale. Smentendo i sondaggi, e i primi exit-polls, il Partito Democratico, del Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha trionfato con il 40,81%, distaccando di quasi 20 punti il Movimento 5 Stelle, fermatosi al 21,16%. L’affluenza è stata del 58,69%, largamente superiore al dato europeo complessivo. Molti osservatori hanno visto in questi risultati un “mandato di fiducia” personale a Renzi oltre ad un messaggio di stabilitĂ tanto chiesto dall’UE. Un dato di fatto è che, tra i Paesi membri maggiori dell’Unione, solamente Italia e Germania hanno espresso un voto dove è mancata l’affermazione di movimenti e partiti euroscettici, anche se nel nostro Paese il Movimento 5 Stelle si afferma comunque come secondo partito.
Emiliano Battisti