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L’Italia ai tempi del semestre

La Presidenza del Consiglio passa dalla Grecia all’Italia. A coadiuvarne i lavori saranno Lettonia e Lussemburgo, in ottemperanza al principio di rotazione sancito dal Trattato di Lisbona, in vigore dal 1° dicembre 2009. Quali sono le prioritĂ  del governo italiano? Analizziamo le prospettive di una tale carica

UN NUOVO EURODECISIONISMO– L’enfasi con la quale il Governo italiano ha condotto il dibattito sul ruolo del Paese in Europa ricorda l’entusiasmo del duo Craxi-Andreotti in seguito agli esiti del Consiglio europeo di Milano del 1985, quando, in contraddizione con anni di immobilismo, il Governo seppe imprimere con decisione una svolta all’interno del processo decisionale comunitario, abolendo de facto il principio del voto unanime presso il Consiglio europeo. Gli auspici del consesso Milanese riguardavano prettamente l’istituzione di un’Unione Europea, patrocinata a spada tratta da Italia e Belgio, osteggiata da Danimarca, Grecia e Gran Bretagna. Il dinamismo del governo italiano della seconda metĂ  degli anni Ottanta venne etichettato come “eurodecisionismo”, antitetico rispetto all’inerzia che ne aveva, fino a quel momento, contraddistinto l’azione politica comunitaria. Frutto della contingenza politico-economica, l’eurodecisionismo rifletteva da un lato lo svezzamento dell’Italia dal provincialismo cui la storia pare(va) averla relegata, dall’altro l’insostenibilitĂ  dell’unanimitĂ , foriera di conservatorismo, quiindi l’esigenza di scardinare la prassi del veto. La retorica europeista, frutto di continue reminiscenze passate, di cui l’esecutivo Renzi è fortemente caratterizzato, autorizza a credere che una nuova forma di eurodecisionismo (l’impegno al perseguimento degli Stati Uniti d’Europa, “Europa come faro di civiltà”) lambirĂ  i lavori del Consiglio per i sei mesi a venire. In breve le prioritĂ  del Semestre.

SFIDA IDEOLOGICA– I continui riferimenti ai Padri Fondatori, all’implicita ereditĂ  di Atene e Roma cui l’Europa deve la propria essenza culturale, fanno presagire che quella italiana sarĂ  una presidenza ideologica, tesa ad enfatizzare l’importanza della tradizione e delle origini come rimedio alla disaffezione del cittadino europeo verso le istituzioni. Tuttavia, non è solo ai cittadini che si rivolge l’auspicio del ritrovamento dell’anima europea. Vige la consapevolezza che il collante identitario possa placare l’intransigenza di alcuni partners a concedere margini di flessibilitĂ  nei riguardi degli impegni presi. Quello di Strasburgo del 2 Luglio è stato un discorso tutt’altro che programmatico. Non è emersa “la linea” italiana, il modus operandi di un paese perennemente alla resa dei conti. Tuttavia i toni solenni del discorso hanno evidenziato un cambio di rotta rispetto al minimalismo con il quale era abitudine liquidare l’importanza del concetto di “civiltĂ  Europea” in sedi quali Consiglio e Consiglio Europeo, oggi, invece, cardine della presidenza italiana.

wikipedia
Craxi e Andreotti

PRIORITĂ€ DEL SEMESTRE – il calendario del nuovo Consiglio prevede per l’8 Luglio un primo incontro tra ministri delle finanze dei Paesi membri, i quali istituiscono il Consiglio “affari economici e finanziari”. All’appuntamento l’Italia giunge ondivaga nelle intenzioni, alla stregua di un rigorismo irriducibile a cui gli Stati del blocco nordico pare non vogliano prescindere. La consapevolezza di un partenariato ostile al concetto di “flessibilità”, spinge l’Italia alla ricerca di un modus operandi che sappia patrocinare politiche espansive, senza, tuttavia, trascurare la stabilitĂ  delle finanze pubbliche. Tuttavia sorprende la persistente reticenza sull’annoso problema del “debito privato”, sul quale è bene che l’Italia vari un sano dibattito. L’anemica congiuntura economica non risparmia lavoratori e occupazione in genere: su questo tema l’Italia è chiamata ad agire senza indugi e, in ottemperanza al programma della presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, alle chiare disposizioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, investire in capitale umano e riformare il mercato del lavoro.

A destare preoccupazione, giunto oramai al parossismo, è il problema degli sbarchi. L’Italia chiede un’azione integrata, volta alla condivisione dell’onere economico e sociale derivante dal piano definito Mare Nostrum. Ben inteso, la Marina Militare Italiana è coadiuvata dal sistema di sorveglianza marittima per mezzo di droni denominata EUROSUR e dall’istituzione FRONTEX, responsabile della sorveglianza e del pattugliamento delle frontiere esterne dei paesi membri dell’Unione Europea. Obiettivo della presidenza italiana sarà intensificare il dialogo con i Paesi d’origine al fine di prevenire, quanto meno arginare, il flusso migratorio clandestino. Ampio eco sarà concessa al tema dei diritti fondamentali, cui inevitabilmente si lega la piaga dell’immigrazione irregolare. Per quanto concerne la politica estera, vi è nelle intenzioni della presidenza italiana la promozione dei principi democratici, umanitari e autodeterministici, laddove questi trovano ostacoli; dal processo di democratizzazione avviato (?) in Nord-Africa alla ripresa dei negoziati di pace in Medi Oriente. Solo in seguito ai Consigli di Luglio sarà possibile avere un quadro più chiaro del semestre italiano.

CONCLUSIONI– che sia l’avvento di un nuovo eurodecisionismo italiano è presto da dire. Considerato lo smarrimento francese, la titubanza inglese e l’autoreferenzialitĂ  tedesca, spetta all’Italia, che meglio non se la passa, ma che dalla propria ha una ritrovata retorica europeista, la conduzione dell’Europa fuori dalla crisi identitaria di cui asintomaticamente soffre da anni.

Daniele Morritti

 

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Daniele Morritti
Daniele Morritti

Sono laureato in scienze internazionali e diplomatiche. Attualmente frequento un master in Relazioni internazionali presso l’UniversitĂ© Libre de Bruxelles.

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