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Mediterraneo e migrazioni: gli arrivi irregolari calano, ma restano le sfide

In 3 sorsi Gli arrivi irregolari di migranti nell’UE dal Mediterraneo calano, ma vittime e violazioni restano notevoli. Con il nuovo Patto europeo e la gestione esternalizzata delle richieste di asilo, l’Unione affronterà l’incertezza geopolitica del 2025.

1. PERSONE DIETRO LE STIME

Un recente report di Frontex stima che 153.228 persone siano entrate irregolarmente nell’Unione Europea (UE) tramite il Mediterraneo nel 2024. La rotta del Mediterraneo orientale – Grecia – ha sorpassato quella centrale – Italia e Malta – per gli arrivi irregolari. I numeri assoluti scendono: in Italia, -59% di approdi nel 2024. Ciò inverte la crescita del 2019-2023, quando le vittime in mare si avvicinarono al picco storico del 2016. Nonostante il calo, questo tragitto migratorio è uno dei più mortali al mondo, con oltre 24mila decessi o sparizioni negli ultimi 10 anni. Eppure, dal 2018, l’agenzia europea Frontex ha sostituito le proprie navi con droni, inadatti a condurre attività di salvataggio. Inoltre, ONG impegnate nel soccorso in mare, come Medici Senza Frontiere, lamentano di venire ostacolate e criminalizzate. Approcci politici emergenziali e securitari non fermano gli abusi vissuti dai migranti durante e prima della traversata, come la disumana detenzione nei centri libici o la persecuzione in Tunisia.

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Fig. 1 – Nave della ONG spagnola Opens Arms durante un’operazione di salvataggio in mare al largo della costa libica ad agosto 2023

2. GESTIONE MIGRATORIA NELL’UE

Con Libia e Tunisia, principali luoghi di partenza, l’Italia e l’UE hanno siglato controversi partenariati per finanziare il contrasto alla migrazione clandestina. Gli accordi europei con Paesi terzi includono pure Turchia, Egitto, Libano e Mauritana. Seguendo la linea di esternalizzare la gestione delle richieste di asilo, l’Italia ha stretto un’intesa con l’Albania nel 2023. Tuttavia, ripetutamente, i richiedenti asilo collocati nell’hub albanese sono stati ritrasferiti in Italia a causa della contrastante definizione di “Paese sicuro” tra Governo italiano e Corte di Giustizia Europea. La lista italiana di “Paesi sicuri”, la più numerosa tra gli Stati UE, è stata estesa (tra gli altri) a Egitto e Bangladesh, da cui provengono 18mila dei 66mila richiedenti asilo totali giunti in Italia nel 2024. Nonostante le controversie, la Presidente della Commissione UE ha appoggiato l’iniziativa italo-albanese, da cui altre cancellerie europee prendono esempio. L’esternalizzazione è uno dei temi del nuovo Patto europeo per la migrazione e l’asilo, in vigore da giugno 2024 e in fase di transizione per 2 anni. La sua implementazione si baserà sui piani nazionali di ciascun Paese membro. Sebbene la presentazione fosse prevista entro dicembre 2024, alcuni Stati, tra cui l’Italia, non hanno ancora reso noto il proprio piano.

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Fig. 2 – La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen accoglie il Primo Ministro Giorgia Meloni a Bruxellles nel dicembre 2024 per discutere “soluzioni innovative” contro gli arrivi irregolari di migranti

3. UNA QUESTIONE ESISTENZIALE

Il nuovo patto si avvicina a una politica migratoria europea unica. Ciononostante, permangono le frizioni tra Paesi frontalieri e continentali e i rischi di violare i diritti fondamentali dei richiedenti asilo, detenuti all’interno o al di fuori dell’UE. Un’adeguata gestione migratoria è “vitale per l’economia europea”. Senza immigrazione, la popolazione dell’UE declinerà del 10% in 25 anni, mentre l’indice di dipendenza (rapporto tra popolazione in età inattiva su quella tra 15 e 64 anni) aumenterà a causa di maggiori speranze di vita e bassa natalità. Questo inverno demografico peserà su casse statali, sistema sanitario e previdenziale. L’immigrazione di persone in età lavorativa mitigherebbe tali prospettive. Al contempo, la gestione dei flussi migratori dal Mediterraneo è una questione di umanità e credibilità: l’Unione, promotrice di democrazia e diritti, convive con un’ipocrisia istituzionalizzata tollerando migliaia di morti innocenti. Le cause strutturali di tali esodi – conflitti, catastrofi naturali, povertà estrema, disuguaglianze e insicurezza alimentare – richiedono cooperazioni sostanziali tra UE e Paesi di origine dei migranti. Inoltre, le incertezze geopolitiche presagite per il 2025 rendono difficile prevedere l’andamento migratorio nel Mediterraneo, a partire dalla persistente instabilità in Sahel e Medio Oriente.

Anna Toso


LÉ Samuel Beckett Recovers 5 Deceased Persons While Rescuing 118* Migrants During a Search & Rescue Operation 40 Nautical Miles North East of Tripoli” by Óglaigh na hÉireann is licensed under CC BY

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  • Nonostante le retoriche emergenziali e securitarie, la migrazione attraverso il Mediterraneo è un fenomeno strutturale che implica notevoli violazioni e sofferenze per le persone migranti e che coinvolge la società e l’economia italiana ed europea nel lungo termine.
  • Il recente Patto europeo sull’immigrazione introdurrà nuove politiche, tra cui una rinnovata spinta verso l’esternalizzazione della gestione delle richieste di asilo.

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Anna Toso
Anna Toso

Nata nel 2004 e cresciuta tra la provincia di Rovigo e Verona, attualmente studio Liberal Arts and Sciences con specializzazione in Governance, Economics and Development presso il Leiden University College de L’Aia (NL). Mi interesso principalmente di geopolitica, migrazioni nell’area mediterranea e conflitti civili, combinando economia e analisi di istituzioni e politiche pubbliche. Sono però sempre curiosa di spaziare ed approfondire nuovi temi e le loro intersezioni. Amo viaggiare e scoprire come altre persone vedono il mondo, soprattutto parlandone assieme davanti ad un buon caffè o durante una passeggiata!

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