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Polonia: Sikorski nella bufera

Alcune intercettazioni diffuse dal settimanale Wprost hanno messo in grave imbarazzo il governo del premier Donald Tusk, svelando le contraddizioni della politica estera polacca dopo la crisi ucraina. Nell’occhio del ciclone soprattutto il ministro degli esteri Radoslaw Sikorski, stella nascente dell’attuale panorama diplomatico europeo.

INTERCETTAZIONI COMPROMETTENTI – Alcune settimane fa la Polonia ha vissuto uno dei peggiori scandali politici del periodo post-Guerra Fredda. Il settimanale Wprost ha infatti riportato con dovizia di particolari le intercettazioni di una recente conversazione tra il ministro degli esteri Radoslaw Sikorski ed il suo ex collega Jacek Rostowski, avvenuta in uno dei ristoranti piĂą esclusivi di Varsavia. Durante l’incontro, Sikorski si è lasciato andare a pesanti affermazioni contro gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, definendo l’attuale alleanza militare americano-polacca come “senza valore” e accusando il governo britannico di “incompetenza” negli affari dell’Unione Europea. Particolarmente furioso con Washington, il Ministro degli Esteri ha usato addirittura termini assai volgari per descrivere i rapporti diplomatici della Polonia con l’America, paragonandoli ad una prestazione di sesso orale non pagata. Dal canto suo, Rostowski – titolare delle finanze dal 2007 al 2013 – ha espresso viva preoccupazione per i risultati delle recenti elezioni europee, condannando soprattutto l’euroscetticismo di Londra.  Sul finire del loro colloquio, i due uomini politici hanno poi discusso la possibilitĂ  di sostenersi a vicenda per alcune prestigiose cariche nella futura Commissione Europea guidata da Jean-Claude Juncker, incluse quelle per gli affari esteri e per l’energia.

Effettuate probabilmente da qualche cameriere del ristorante, le intercettazioni pubblicate da Wprost hanno scatenato un autentico putiferio, mettendo in grave imbarazzo il governo di centro-destra del premier Donald Tusk. Una mozione di sfiducia promossa dal partito ultraconservatore “Legge e Giustizia” è stata respinta in Parlamento da un’esile maggioranza, e tutta la stampa ha pesantemente criticato l’atteggiamento intimidatorio tenuto dal Governo verso Wprost, sottoposto in passato persino ad un raid della polizia per la pubblicazione di simili intercettazioni relative al direttore della banca nazionale Marek Belka. Negli Stati Uniti, le dichiarazioni di Sikorski sono state accolte con gelida indifferenza, mentre in Gran Bretagna esse hanno provocato parecchi malumori nel Governo di David Cameron, reduce da un’umiliante sconfitta nella recente battaglia per la presidenza della Commissione Europea. D’altro canto, i media russi hanno dato grande risalto alla vicenda, usandola per screditare l’attivismo diplomatico di Varsavia in Ucraina e nelle altre ex repubbliche sovietiche. E anche la Germania si è mostrata infastidita dalle grossolane valutazioni internazionali di Sikorski, e specialmente dalle sue vaghe allusioni riguardo un possibile futuro conflitto tedesco-polacco.

Il premier polacco Donald Tusk
Il premier polacco Donald Tusk

UN MINISTRO IN ASCESA – Imbarazzato dalle rivelazioni di Wprost, Sikorski ha cercato di giustificarsi, sottolineando la natura informale delle sue parole e cercando di farsi passare come vittima di un complotto russo ai danni della Polonia. Tale linea difensiva non ha però convinto nessuno al di fuori del Governo Tusk, ed ora sono in molti a scommettere sulle ricadute negative della vicenda per il futuro politico di Sikorski, in brillante ascesa dopo lo scoppio della crisi ucraina lo scorso febbraio. In tale drammatica occasione, il Ministro degli Esteri polacco ha infatti giocato un ruolo fondamentale sin dall’inizio, negoziando prima la fallita tregua tra Euromaidan e l’ex presidente Viktor Yanukovych, ed esercitando poi forti pressioni su NATO ed Unione Europea per intervenire a sostegno di Kiev contro l’annessione russa della Crimea. Nonostante molti governi europei non abbiano affatto apprezzato i toni bellicosi di Sikorski contro la Russia, il suo stile diplomatico schietto e determinato ha comunque impressionato positivamente diversi osservatori internazionali, che hanno fatto a piĂą riprese il suo nome come possibile sostituto dell’attuale commissario agli affari esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton. La stampa occidentale ha anche dedicato diversi articoli entusiastici all’opera di Sikorski, presentandolo come una sorta di Kennedy polacco e plaudendo spesso alle sue vibrate proteste contro la politica “aggressiva” del Cremlino.

Dopo lo scandalo intercettazioni, però, tale supporto internazionale si è dileguato rapidamente ed è assai improbabile che Sikorski riesca adesso a sostituire la Ashton alla guida della politica estera UE. Al contrario, media e analisti occidentali rimarcano continuamente i numerosi limiti politici e caratteriali del ministro degli esteri polacco, presentandolo come una scelta poco felice per il prossimo esecutivo europeo di Juncker. Contemporaneamente, in Polonia molti hanno iniziato a criticare Sikorski per la sua politica estera troppo ambiziosa e filo-atlantica, chiedendo a gran voce maggiore pragmatismo verso la Russia di Vladimir Putin. Molti politici polacchi contestano anche il forte europeismo di Sikorski e il suo sostegno alla campagna per l’adesione di Varsavia all’Euro, temendo soprattutto effetti negativi per l’economia nazionale, uscita relativamente indenne dalla crisi dell’Eurozona di tre anni fa.

Il settimanale Wprost, dove sono apparse le intercettazioni
Il settimanale Wprost, dove sono apparse le intercettazioni

TRA ATLANTISMO ED EUROPEISMO – In generale, tali critiche rivelano le contraddizioni della politica estera polacca degli ultimi anni, sospesa tra integrazione occidentale e desideri di autonomia nazionale. Coinvolta direttamente negli affari interni delle ex repubbliche sovietiche, in aperta competizione con Mosca, la Polonia fatica infatti a trovare un equilibrio tra le sue ambizioni geopolitiche regionali ed i limiti diplomatico-strategici imposti dalla partecipazione ad istituzioni multilaterali come la NATO e l’Unione Europea, mostrando spesso insofferenza per le decisioni prese dai propri partner atlantici e/o europei. La crisi ucraina è un ottimo esempio di tale insofferenza, con un’eccessivamente bellicosa Varsavia in aperta polemica con Francia e Germania, per il loro presunto atteggiamento condiscendente verso Mosca. E anche Washington non pare al sicuro dalle recriminazioni polacche sulla vicenda, come ben rivelato dalle dichiarazioni informali di Sikorski riportate da Wprost.

Dopo aver scommesso principalmente sull’atlantismo dopo la fine della Guerra Fredda, nella speranza di diventare un membro chiave della NATO, la Polonia si scopre ora abbastanza delusa dal proprio rapporto con gli Stati Uniti, cercando un nuovo ruolo nelle istituzioni europee e nello spazio geopolitico post-sovietico. E Radoslaw Sikorski, dopo questo scandalo politico, potrebbe non essere parte di tale cambio di rotta.

Simone Pelizza

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Simone Pelizza
Simone Pelizzahttp://independent.academia.edu/simonepelizza

Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato negli anni scorsi per lavoro.

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