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Cristina ha detto sì

Come era nelle previsioni, la “Presidenta” argentina ha annunciato che si candiderà per ottenere dai cittadini un secondo mandato in occasione delle elezioni programmate per ottobre. La vittoria sembra in tasca: un'economia in crescita vertiginosa è la principale chiave del successo della Kirchner. Ma alcune difficoltà sono in agguato

UN “SI'” ANNUNCIATO – Ha atteso fino all'ultimo momento prima di comunicare la sua decisione, ma tutti immaginavano che Cristina Fernández de Kirchner, alla fine, si sarebbe ricandidata alla Presidenza dell'Argentina. Nonostante la perdita del marito Néstor, scomparso a ottobre 2010 per un attacco cardiaco, con il quale aveva formato un sodalizio politico apparentemente indistruttibile, e a dispetto di voci circolanti attorno al suo presunto cattivo stato di salute, Cristina ha annunciato che correrà per ottenere un secondo mandato presidenziale, in occasione delle elezioni che si svolgeranno nella nazione sudamericana ad ottobre 2011. Cristina Kirchner ha anche scelto chi dovrà accompagnarla nella corsa verso la permanenza alla Casa Rosada, sede del Governo di Buenos Aires: non è Daniel Scioli, che in un primo momento era accreditato come suo potenziale erede nel caso non si fosse ricandidata, ma è Amado Boudou, attuale Ministro dell'Economia che, con abilità ma anche con obbedienza, ha saputo assecondare la congiuntura favorevole e le direttive della “Presidenta”.

 

GLI AVVERSARI – Il “ticket” elettorale del Partido Justicialista, che rappresenta la corrente del peronismo cosiddetto “oficialista”, sembra una macchina destinata a mietere consensi e ad avere facilmente la meglio sugli avversari. Recenti sondaggi rivelano un tasso di approvazione della Kirchner superiore al 60% e la legge elettorale argentina non impone il raggiungimento della maggioranza assoluta per poter diventare Presidente: infatti, se un candidato ottiene almeno il 40% delle preferenze e distanzia di almeno il 10% il secondo più votato, viene eletto già al primo turno.

Tale circostanza sembra destinata ad avverarsi con un alto grado di probabilità: l'opposizione, come al solito, si presenta frammentata e debole. Il principale cartello elettorale antagonista è rappresentato dal candidato Ricardo Alfonsìn dell'Unión Cívica Radical (UCR), che potrà contare sull'appoggio del peronismo dissidente guidato da Francisco de Narváez. La coalizione ha però perso pezzi: il Partido Socialista, rappresentato dal governatore della Provincia di Santa Fe Hermes Binner, ha deciso infatti di correre da solo. Vi sono poi altri candidati minori come Elisa Carrió di Coalición Cívica e l'ex presidente Eduardo Duhalde. Tutti questi concorrenti, tuttavia, non sembrano in grado di ottenere un numero di voti sufficiente ad impensierire la Kirchner.

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PUNTI DI FORZA E DEBOLEZZA – Cristina può contare su un'economia fortemente rilanciata. I primi anni di presidenza Kirchner (con il marito Néstor al potere dal 2003 al 2007) videro infatti una forte ripresa dell'Argentina dopo la tremenda crisi di cui il simbolo più noto fu il default sul debito estero. L'affrancamento dalla tutela del Fondo Monetario Internazionale, considerato dalla nuova classe politica la principale causa della deriva economica nazionale per le sue imposizioni neoliberiste, e la forte ripresa del'export dettata dalla svalutazione della moneta locale e dall'impennata dei prezzi dei prodotti agricoli (soia in primis), furono i propellenti del nuovo “boom” che continua ancora oggi: il primo quadrimestre del 2011 si è infatti concluso con una crescita del PIL dell'11%.

Non mancano tuttavia alcuni problemi che, pur non mettendo in discussione una facile rielezione della Kirchner, gettano alcune ombre sull'operato dell'esecutivo. Innanzitutto un'inflazione galoppante che, nonostante venga dichiarata nell'ordine del 10%, è in realtà ben più elevata. In secondo luogo, il crescente deficit commerciale che viene accusato da alcuni anni a questa parte nei confronti del Brasile. Infine, il recente scandalo che sta coinvolgendo l'associazione delle Madri di Plaza de Mayo, che dalla fine della dittatura militare si battono per fare luce sulla tragedia dei “desaparecidos”. L'associazione è implicata in uno scandalo di corruzione legata alla costruzione di alloggi per i poveri ed è legata a doppio filo con i Kirchner, che negli ultimi anni avevano fatto confluire finanziamenti governativi molto generosi nelle sue casse. La tempistica con cui lo scandalo è emerso non è sicuramente ottimale per la ricandidatura di Cristina.

Tuttavia, nonostante queste difficoltà di carattere economico e politico, il potere dei Kirchner sembra destinato ad essere riconfermato e durare ancora a lungo. Almeno fino a quando la congiuntura economica favorirà il sistema produttivo argentino, ancora estremamente dipendente dall'export dei prodotti agricoli.

 

Davide Tentori

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Davide Tentori
Davide Tentori

Sono nato a Varese nel 1984 e sono Dottore di Ricerca in Istituzioni e Politiche presso l’Università “Cattolica” di Milano con una tesi sullo sviluppo economico dell’Argentina dopo la crisi del 2001. Il Sudamerica rimane il mio primo amore, ma ragioni professionali mi hanno portato ad occuparmi di altre faccende: ho lavorato a Roma presso l’Ambasciata Britannica in qualità di Esperto di Politiche Commerciali ed ora sono Ricercatore presso l’Osservatorio Geoconomia di ISPI. In precedenza ho lavorato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dove mi sono occupato di G7 e G20, e a Londra come Research Associate presso il dipartimento di Economia Internazionale a Chatham House – The Royal Institute of International Affairs. Sono il Presidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del Desk Europa

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