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Come Pechino sta rilanciando la BRI

Caffè lungo – La Cina non vuole abbandonare la sua grande visione legata alla Belt and Road Initiative (BRI). Rilanciare il mastodontico progetto, nonostante lo shock della pandemia, è la sfida che Pechino vuole vincere. Ora il progresso dell’iniziativa si misura lungo tre linee direttrici: tutela della sanità, sostenibilità del settore energetico ed espansione delle prestazioni digitali.

IMPATTI SULLO SVILUPPO

Relativamente all’attuale pandemia, uno degli effetti maggiormente devastanti è sicuramente quello riguardante la crisi del commercio mondiale. E questa grave recessione influirà negativamente sulla ripresa economica globale ancora per molti anni. A pagarne le spese è stato anche il progetto lanciato da Xi Jinping nel 2013. Questa pianificazione infrastrutturale che ruota principalmente attorno alla realizzazione di corridoi terrestri e marittimi ha ricevuto come principale contraccolpo l’instabilità del sistema creditizio. Tutti gli investitori cinesi che si sono esposti ampiamente ai progetti BRI sono ora costretti a fronteggiare l’incertezza e i ritardi dei Paesi aderenti, molti dei quali sono stati danneggiati dal crollo interno del PIL. Tutto ciò per la Cina si traduce in possibili perdite finanziarie, che andrebbero ad aggiungersi a un quadro non particolarmente positivo. Infatti, sebbene la Cina abbia registrato una ripresa economica – come suggeriscono i dati della Banca Mondiale – nel 2020 ha comunque conosciuto la crescita economica più lenta dal 1976, pari al 2%.
Ciò nonostante nel 2020 alcuni piani infrastrutturali sono proseguiti nella loro realizzazione. Come la ferrovia ad alta velocità Jakarta-Bandung e la rete ferroviaria Cina-Laos, due progetti che consentono alla Cina di coltivare una certa diplomazia di vicinato, fondamentale per trasformare i suoi confini in una risorsa. Inoltre è stata portata avanti la costruzione della linea ferroviaria Budapest-Belgrado. Che si costituisce come segmento fondamentale della BRI in Europa, poiché serve a realizzare un contatto tra le zone portuali della Grecia e del Montenegro con la Serbia e l’Ungheria.

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Fig. 1 – Una parte della linea ferroviaria ad alta velocità Jakarta-Bandung, attualmente in costruzione in Indonesia

IL NUOVO ORIZZONTE SANITARIO

Ad ogni modo la capacità di ripresa della BRI è stata organizzata attraverso alcune prospettive particolari. Non a caso già lo scorso maggio il Ministro degli Esteri Wang Yi aveva dichiarato che la pandemia avrebbe aperto nuove possibilità per la BRI. Una di queste è certamente la Via della Seta sanitaria. Un concetto che era stato introdotto pubblicamente da Xi Jinping nel 2017, durante un incontro ufficiale con i vertici dell’OMS, e che poi è stato ripreso a marzo del 2020, nel bel mezzo della crisi pandemica in Europa. Il suo intento dichiarato è stato quello di fornire sussidi medico-sanitari, ma se questa è stata la risposta immediata della BRI nel settore assistenziale, ancora più interessante sotto il profilo strategico è la sua ulteriore evoluzione, in quanto la fase successiva è rappresentata dai vaccini. La Cina, infatti, è riuscita a distribuire e a completare la sperimentazione dei suoi vaccini con alcuni partner BRI molto rilevanti. Tra i principali destinatari di Sinopharm e Sinovac, troviamo due petromonarchie: il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti. Pertanto questa partnership economico-scientifica permette alla Cina di consolidare la propria presenza nel Golfo.
In altre parole l’obiettivo retorico della Via della Seta sanitaria è quello di migliorare la salute pubblica globale, sfruttando i canali di comunicazione della Via della Seta per la distribuzione di servizi, forniture e assistenza medica. Ma dietro questi intenti di crescita condivisa si nascondono altre finalità più concrete. Anzitutto, le forniture sanitarie hanno rafforzato il livello di internazionalizzazione dell’economia cinese. Inoltre sono servite a rilanciare l’immagine del Paese come partner affidabile e collaborativo, grazie anche a un’intensa campagna propagandistica. La Via della Seta sanitaria ha quindi aiutato la Cina a consolidare la sua politica di proiezione transcontinentale.  

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Fig. 2 – Il Presidente cinese Xi Jinping durante una cerimonia pubblica nel settembre 2020

RAFFORZAMENTO DI INVESTIMENTI SPECIFICI

In aggiunta, l’idea di cooperazione che è al centro della BRI è stata orientata in direzione di due precisi versanti: quello della digitalizzazione e quello dell’energia rinnovabile. Così la Covid-19 ha finito per rafforzare gli asset strategici della Via della Seta digitale e della Via della Seta verde.
L’innovazione appare quindi fondamentale. Un rinnovato slancio è stato dato al programma della Via della Seta digitale, presente già dal 2015 e che prevede il miglioramento delle reti telematiche, lo sviluppo degli standard tecnologici più avanzati e l’implementazione di tecnologie satellitari comuni. Mentre in molte democrazie dell’Europa occidentale questo progetto ha costituito un freno, mettendo il tema della sicurezza delle reti in cima alle agende politiche, altrove trattative di questo tipo hanno trovato ampio spazio. È il caso dell’Africa Subsahariana e dell’America Latina
Soprattutto, il 2020 è stato per gli investimenti BRI l’anno della svolta verde. La quota maggiore degli investimenti energetici è stata destinata alle energie rinnovabili. L’energia idroelettrica, eolica e solare ha rappresentato il 57% degli investimenti nel 2020, rispetto al 38% che ha occupato invece nel 2019. Per quel che riguarda gli investimenti nel carbone, bisogna dire che nel 2020 sono stati pari al 27% a fronte di un 15% nel 2018. Nonostante questa crescita relativa, occorre sottolineare che gli investimenti nel carbone sono diminuiti notevolmente rispetto al picco raggiunto nel 2015. Di conseguenza questi dati vanno a confermare la nuova tendenza circa la rivoluzione verde che Xi Jinping sta dichiarando di voler portare avanti nel proprio Paese.
L’emergenza Covid-19 ha finito dunque per configurarsi come una condizione favorevole per riqualificare particolari implicazioni della Via della Seta del XXI secolo. Per l’establishment cinese, portare avanti questo progetto è essenziale. D’altronde, oggi questo proposito risulta essere animato dal concetto di rigenerazione, un’immagine che non è affatto nuova nel sistema ideologico di Xi Jinping. Anzi, riconduce direttamente alla base dello stesso “China Dream”.  

Gaia Natarelli

Chongqing 重慶, China” by Kristoffer Trolle is licensed under CC BY

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Perchè è importante

• La pandemia ha influito negativamente sui progetti BRI, esponendo il loro sistema di finanziamento a una disponibilità economica incerta.
• Tuttavia nuove opportunità di cooperazione sono state offerte dalla Via della Seta sanitaria.
• Gli investimenti nella sfera digitale e nell’energia rinnovabile si stanno trasformando in risorse sempre più importanti per l’intero programma BRI.

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Gaia Natarelli
Gaia Natarelli

Dinamica e ostinata. Nasco a Ortona nel 1994 e intraprendo i miei studi universitari a Forlì, dove conseguo la laurea triennale in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Successivamente, mi trasferisco a Roma e ottengo la laurea magistrale in Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma. I miei interessi di analisi riguardano le relazioni internazionali, con una particolare attenzione rivolta all’area asiatica e alle questioni concernenti la sicurezza. Tra le cose a cui non vorrei mai rinunciare ci sono sicuramente la conoscenza, il profumo di un caffè espresso e il fervore della città.

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