Inizia questa settimana all’Aja il processo per crimini contro l’umanità a Radovan Karadzic, il comandante delle truppe serbe accusato di aver fatto uccidere migliaia di croati e bosniaci musulmani durante la guerra in ex-Jugoslavia
Immagine di copertina tratta da "The Economist"
– Inizia lunedì 26 ottobre il processo contro Radovan Karadzic, ex leader dei serbi di Bosnia. Karadzic è accusato di aver fatto uccidere migliaia di croati e bosniaci di religione musulmana durante la guerra civile in ex-Jugoslavia. Il Tribunale Criminale Internazionale dell’Aja lo giudicherà in particolare per aver ordinato il massacro di Srebrenica, nel 1995, dove furono uccisi oltre settemila musulmani. Karadzic è riuscito a sfuggire alla cattura per tredici anni cambiando identità. La guerra provocò l’implosione della Jugoslavia e riportò alla luce i dissidi etnici che storicamente caratterizzano la regione balcanica.
– Settimana decisiva per la ratifica del Trattato di Lisbona. Dopo il “sì” irlandese, infatti, manca soltanto la firma del Presidente della Repubblica Ceca, Vaklav Klaus, notoriamente antieuropeista. La Corte Costituzionale ceca si pronuncerà martedì 27 ottobre sulla richiesta di un gruppo di senatori contrari al Trattato in merito alla possibilità di un nuovo riesame di quest’ultimo. Se la Corte respingerà la richiesta, è molto probabile che Klaus non potrà più prendere tempo e sarà costretto a ratificare il Trattato, dando via libera alla sua entrata in vigore.
– Giovedì 29 ottobre saranno pubblicati i nuovi dati relativi all’economia statunitense. Ci si aspetta per la conclusione del 2009 una ripresa del PIL, ma rimane un problema cronico come il debito pubblico e la disoccupazione dovrebbe rimanere oltre il 9%.
– Il Senato brasiliano voterà giovedì 29 per l’ammissione del Venezuela al Mercosur, l’unione doganale che comprende a pieno titolo Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Il veto di Brasilia all’ingresso di Caracas sta bloccando da circa due anni l’ingresso del Venezuela nella membership dell’organizzazione e un ulteriore voto contrario potrebbe conferire un’altra battuta d’arresto al processo di integrazione regionale.
La Redazione
