In 3 sorsi – La Cina ha iniziato le somministrazioni del vaccino Sinovac, diffondendolo in molti Paesi coinvolti nella Belt and Road Initiative del Presidente Xi Jinping. Eppure permangono dati controversi circa la sua reale efficacia.
1. LA CAMPAGNA VACCINALE IN CINA
È partito tutto da qui e da qui riparte anche il vaccino, ma sarà davvero così? Secondo quanto comunicato dal vicedirettore della Commissione sanitaria nazionale cinese, Zeng Yixin, il 15 dicembre scorso è cominciata la campagna vaccinale in Cina, dapprima rivolta agli appartenenti delle categorie ad alto rischio di contagio e ai gruppi sociali chiave, come i funzionari doganali e gli addetti alla manipolazione degli alimenti importati dall’estero, per un totale di 9 milioni di dosi somministrate durante il primo mese. Tuttavia, nel nome della solidarietà e della cooperazione, la Cina non sta lavorando per coprire la sola domanda interna di vaccini. Secondo la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, la Cina aumenterà infatti la fornitura di vaccini nei Paesi con forte bisogno di riceverli tempestivamente, soprattutto quelli coinvolti nel progetto Belt and Road Initiative.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Prime vaccinazioni a Hong Kong, 23 febbraio 2021. Anche l’ex colonia britannica ha scelto Sinovac per la propria campagna vaccinale
2. L’EFFICACIA DEI VACCINI CINESI
La diffusione dei vaccini cinesi nei Paesi che non riescono ad avere accesso ai vaccini realizzati dalle aziende occidentali Pfizer-BioNTech e Moderna è stata preponderante soprattutto in Brasile, Turchia, Indonesia e Bahrein. La ragione della massiccia diffusione dei vaccini cinesi per opera delle società Sinovac e Sinopharm è dovuta al mancato utilizzo delle costose celle frigorifere adoperate per il trasporto delle dosi Pfizer, ma i problemi sono cominciati con i trials. Infatti le società cinesi avevano inizialmente affermato che i loro vaccini avessero un’efficacia del 79,34%, tesi smentita dapprima dai trials su Sinovac in fase avanzata in Brasile, che hanno riportato un tasso di efficacia del 50,38%, e successivamente dall’Indonesia, con un’efficacia del 65,3%. Il caso più eclatante sarebbe quello della Turchia, dove il tasso iniziale del 78% è balzato a un’efficacia del 91,25% in seguito a una situazione di forte emergenza. La mancata univocità dei risultati sul vaccino Sinovac ha generato non poca confusione nella comunità scientifica, e non solo, tanto che i media occidentali hanno cominciato a chiedersi quale sia il ruolo dei funzionari cinesi coinvolti nei trials, a caccia forse di un rinnovato prestigio nazionale dopo l’omertosa gestione dell’inizio della pandemia a Wuhan. I media cinesi, d’altro canto, criticano spesso l’attitudine negativa della stampa occidentale verso i vaccini “Made in China” e diffondono disinformazione sulle possibili conseguenze del vaccino Pfizer.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un carico di vaccini Sinovac è pronto per essere trasportato per via aerea in Messico, 20 febbraio 2021
3. I PRINCIPI DI ‘SOLIDARIETÀ E COOPERAZIONE’ E IL SOFT POWER CINESE
La diffusione dei vaccini cinesi in maniera preponderante nei Paesi coinvolti nella Belt and Road Initiative permette di delineare un nuovo aspetto della Via della Seta, che ha infatti trovato terreno fertile in parte dell’America Latina e del Medio Oriente. Un’altra regione promettente è rappresentata dall’Africa, alla quale il Presidente Xi Jinping ha promesso scorte di vaccini non appena fosse partita la produzione. Tuttavia, a distanza di un anno da tale impegno, la popolazione africana non ha ancora ottenuto un programma dettagliato per la distribuzione di tali vaccini.
Nonostante ciò la diffusione di vaccini cinesi nel mondo permette di accrescere l’esercizio del soft power cinese sui Paesi lungo la Via della Seta, facendo leva su una rinnovata influenza geopolitica determinata dall’emergenza sanitaria in corso.
Annamaria De Santis
“Medical syringe with needle for protection flu virus and coronavirus with flag of China” by focusonmore.com is licensed under CC BY