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Gas, la sfida del TAP

Avviato il progetto del Trans-Adriatic Pipeline, percorso “europeo” del gasdotto che partendo dalla Repubblica democratica dell’Azerbaijan attraverserà la Grecia, l’Albania e il mar Adriatico per giungere in Italia, lungo la costa del Salento. In 3 sorsi analizziamo l’attuale situazione del progetto.

1. IL PROGETTO – Il Trans-Adriatic Pipeline (TAP) ha aperto la sfida sul mercato energetico europeo. Già a partire dalla fine dell’Ottocento, la Repubblica democratica dell’Azerbaijan, posizionata nella cosiddetta macroregione del Nuovo Medio Oriente, ha rappresentato un hub geopolitico e geoeconomico ricco di risorse energetiche e di opportunità commerciali nello scacchiere economico europeo e internazionale. A oggi, la costruzione di un gasdotto in grado di collegare il mar Caspio all’Europa rappresenta un’infrastruttura strategica prioritaria per l’Unione europea, che ha dimostrato la propria abilità a trattare con la Russia e la Cina, le due superpotenze nella regione del Caspio. Scopo della Commissione europea è stato, infatti, avviare un progetto di costruzione di un South Gas Corridor per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico lontano dalla Russia, e al contempo sviluppare le infrastrutture necessarie a trasportare il gas dalle aree del Caspio e del Medio Oriente, a partire dall’impianto azero di gas naturale offshore Shah-Deniz 2, in Europa. Inizialmente il Southern Corridor prevedeva la scelta di uno di questi tre gasdotti: Interconnector Turkey-Greece-Italy Pipeline (ITGI), Trans-Adriatic Pipeline (TAP) e Nabucco pipeline. Il Nabucco ha successivamente ridimensionato la propria capacità di fornitura energetica, proponendo il nuovo progetto Nabucco West pipeline. Nel dicembre 2012, invece, la compagnia energetica russa, Gazprom, ha presentato il progetto South Stream pipeline, rivale dei gasdotti sostenuti dall’UE. L’annuncio della selezione da parte del consorzio Shah-Deniz 2 del TAP è dunque avvenuto a giugno 2013, a seguito di lunghe trattative e valutazioni economiche, politiche e strategiche, ed è stata accolta dalle parole del presidente della Commissione europea pro tempore José Manuel Barroso: «Un successo condiviso per l’Europa e un passaggio fondamentale per rafforzare la sicurezza energetica dell’Unione».

2. UN’INFRASTRUTTURA STRATEGICA – Il Southern Gas Corridor, in grado si trasportare 10 miliardi di metri cubi di gas dall’Azerbaijan all’Europa, attraversando sette Paesi per un totale di 3.500 chilometri, rappresenta una delle filiere di trasporto del gas più complesse al mondo. Il gas proveniente dal mar Caspio passerà dapprima tramite il South Caucasus Pipeline (SCP), attraversando l’Azerbaijan e la Georgia per arrivare nei territori orientali della Turchia. Da qui entrerà in gioco il Trans-Anatolian Gas Pipeline (TANAP), che, al confine con la Grecia, si unirà al TAP in direzione Albania e mar Adriatico, per giungere in Italia e dirigersi verso l’Europa occidentale.
Il TAP sembra dunque avere per l’Europa un doppio obiettivo strategico. Da un lato, accrescerà la sicurezza del suo fabbisogno energetico a lungo termine, dall’altro sarà in grado di proporre un’alternativa alle forniture provenienti da Russia, Africa e Mare del Nord.
Centrale in tale strategia sarà inoltre la capacità di dare risposte operative, atte a favorire la stabilità e la cooperazione, nella prospettiva di una reale integrazione delle Istituzioni europee ed extra-europee. A tal proposito, l’ambasciatore azero in Italia Vaqif Sadiqov ha sottolineato come la cooperazione energetica dovrebbe incentivare dei legami politici più stretti tra Azerbaijan e Unione europea. In particolar modo, è stata richiesta una presa di posizione chiara relativamente al processo di pace nella regione del Nagorno-Karabakh.

L'impianto off-shore Shah Deniz 2, da cui partirĂ  il tracciato del TAP
L’impianto off-shore Shah Deniz 2, da cui partirĂ  il tracciato del TAP

3. LE REAZIONI IN ITALIA – Il gasdotto TAP, che tra meno di cinque anni dovrebbe portare in Europa il gas prodotto in Azerbaijan, approderà in Italia, lungo il litorale di San Foca, località della Marina di Melendugno (Lecce). Preliminare è stato l’invio, da parte della società TAP, di uno studio di impatto sociale e ambientale, integrato da un più approfondito dossier, su richiesta del ministero dell’Ambiente, per il rilascio della Valutazione di impatto ambientale (VIA). Le reazioni immediate già all’inizio dell’anno da parte del Comune di Melendugno e dei Comuni vicini hanno portato alla nascita del comitato No TAP. Si ritiene infatti che la realizzazione del TAP possa danneggiare, sotto il profilo ambientale e storico, un’area che fonda la propria economia sul turismo balneare e sulla pesca. A gennaio il TAP è stato bocciato dal comitato tecnico regionale della Puglia, il quale svolge tuttavia un ruolo puramente consultivo. Il ministero dell’Ambiente ha successivamente sollecitato «una valutazione preliminare anche sugli impatti cumulativi che la completa realizzazione dell’infrastruttura a regime potrà indurre», cui la TAP ha risposto prontamente. A oggi, la firma al decreto VIA da parte del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha concesso il nulla osta alla realizzazione del progetto, nonostante la contrarietà del comitato VIA della Regione Puglia e del ministero dei Beni culturali. Contrapposti, quindi, il Governo e le Amministrazioni locali. Si attende adesso da un lato la visita del premier Matteo Renzi a Baku, prevista per il 20 settembre (ma al momento rinviata), per un colloquio con le Autorità azere e i proprietari del giacimento Shah-Deniz 2, dall’altro lato la Conferenza dei servizi al ministero dello Sviluppo economico per il risolvere il contrasto con la Regione Puglia e il ministero dei Beni culturali.

Eleonora Lombardi

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Eleonora Lombardi
Eleonora Lombardi

Laureata in Relazioni Internazionali e specializzata in diritto e politiche spaziali, ho collaborato con l’Università di Edimburgo e l’Università di Parigi Sud a seguito dell’assegnazione di borse di studio. A Parigi, ho svolto un’esperienza lavorativa presso il Dipartimento Strategie dell’Agenzia Spaziale Europea e presso Eurisy, associazione non-profit di agenzie spaziali europee a supporto degli utenti delle applicazioni satellitari. Ad oggi mi occupo di trasferimento tecnologico e politiche industriali nel settore spazio all’interno della piattaforma italiana ARTES Business Applications presso il Consorzio di Ricerca Hypatia e in collaborazione con ESA e ASI.

Appassionata di viaggi e fotografia, mi interesso dell’evoluzione delle dinamiche di politica estera europea e geopolitica del Medio Oriente.

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