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Armenia e CSTO: verso un divorzio inevitabile?

In 3 sorsi – L’Armenia considera l’uscita dalla CSTO, spinta dal mancato intervento dell’alleanza durante l’offensiva azera nel Nagorno-Karabakh e dal crescente avvicinamento all’Occidente. Le tensioni con la Russia si sono intensificate, con accuse di negligenza e sospetti di collusione con l’Azerbaijan. La storia della CSTO, nata per garantire la sicurezza collettiva nello spazio post-sovietico, è ora messa in discussione dalle recenti crisi, portando l’Armenia a rivalutare la propria posizione nell’Organizzazione.

1. L’USCITA DELL’ARMENIA DALLA CSTO

I presupposti ci sono tutti. Dalla delusione per il mancato intervento della CSTO (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva) dopo l’operazione azera del settembre 2023 nella regione separatista del Nagorno-Karabakh, ritornata in mano all’Azerbaijan (che non fa parte della CSTO) dopo trent’anni di amministrazione armena, al progressivo avvicinamento dell’Armenia all’Occidente (Stati Uniti e Unione Europea), fino alla sospensione della partecipazione armena all’Organizzazione a guida russa nel febbraio di quest’anno, come annunciato dal Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan. Pashinyan ha motivato la decisione con il mancato adempimento della Russia agli obblighi di sicurezza nei confronti dell’Armenia. La Russia, dal canto suo, aveva lasciato intendere, attraverso il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, come l’inerzia del contingente di Mosca presente in Karabakh, con funzioni di peacekeeping, fosse riconducibile alla politica estera dell’Armenia, giudicata troppo filo-occidentale.

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Fig. 1 – Il premier armeno Nikol Pashinyan durante un summit della CSTO nel novembre 2022

2. LE TENSIONI CON LA RUSSIA

Per comprendere se l’instabilità sul fronte armeno porterà a una effettiva uscita del Paese dalla CSTO o se sia l’ennesima schermaglia in un rapporto difficile con la Russia, occorre analizzare i vari elementi dello scenario. Il conflitto con l’Ucraina ha esposto la Russia a tensioni interne e a un sostanziale indebolimento, mettendo a dura prova la coesione con i Paesi partner confinanti. La stessa Armenia recentemente ha preso una posizione più filo-ucraina, causata dal deterioramento dei rapporti con Mosca. Inoltre, il 12 giugno scorso, il Primo Ministro armeno ha dichiarato l’intenzione di voler lasciare la CSTO, accusando l’Organizzazione non solo di inerzia durante l’intervento azero, ma anche di aver pianificato l’attacco in accordo con l’Azerbaijan. Rilevante, poi, che lo stesso giorno, Pashinyan abbia anticipato la cessione al Paese azero di quattro villaggi di confine, scatenando proteste tra la popolazione armena.

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Fig. 2 – Manifestazione anti-governativa a Yerevan contro nuove possibili cessioni territoriali all’Azerbaijan, 30 maggio 2024

3. UN PASSATO COMPLESSO E UN FUTURO INCERTO

La richiesta del Presidente azero Ilham Aliyev di modificare la Costituzione armena per eliminare tutti i riferimenti all’indipendenza del Karabakh ha bloccato le trattative di pace. Altri fattori in gioco includono la ratifica dello Statuto di Roma da parte dell’Armenia, che escluderebbe il Paese come possibile asilo politico per Putin, dato il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale. La CSTO, nata dal Trattato di Sicurezza Collettiva del 1992, include oggi Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Russia e Tajikistan. L’articolo 4 del Trattato prevede che un’aggressione contro uno degli Stati membri è considerata un’aggressione contro tutti, obbligando gli altri Stati a fornire assistenza militare. Tuttavia, nel caso del Nagorno-Karabakh, la CSTO ha lasciato che le ragioni di un soggetto non membro prevalessero su quelle di un Paese membro, probabilmente per punire l’Armenia per la sua politica filo-occidentale. Altro elemento caratterizzante lo scenario è la somiglianza della situazione azero-armena a quella russo-ucraina, dovuta alle rivendicazioni territoriali dell’Azerbaijan sulla regione del Nagorno-Karabakh, con la Turchia che ha appoggiato Baku. Con l’offensiva azera del 2023, l’Azerbaijan ha ripreso tutto il territorio del Karabakh, determinando l’esodo di quasi centomila armeni, andando così a intaccare la credibilità di un trattato di sicurezza che si è rivelato disfunzionale e spingendo il Governo armeno a rivalutare le proprie opzioni internazionali.

Matteo Mazzantini

Armenian & Russian flags in Gyumri” by Alexanyan is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • L’Armenia sta considerando l’uscita dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) a causa del mancato intervento dell’alleanza durante l’offensiva azera nel Nagorno-Karabakh nel 2023. Questa decisione è ulteriormente spinta dal crescente avvicinamento dell’Armenia all’Occidente e dalle tensioni con la Russia, accusata di negligenza e di collusione con l’Azerbaijan.
  • L’uscita dell’Armenia dalla CSTO segnerebbe un significativo cambiamento geopolitico nel Caucaso meridionale, evidenziando la perdita di influenza della Russia nella regione e il rafforzamento dei legami tra Armenia e Occidente. Questo potrebbe alterare gli equilibri di sicurezza post-sovietici e influire sulle dinamiche di potere tra i Paesi coinvolti.

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Matteo Mazzantini
Matteo Mazzantini

Sono romano di nascita e attualmente sto completando i miei studi in Global Governance presso l’UniversitĂ  di Tor Vergata. Ho avuto l’opportunitĂ  di guidare un progetto di rivitalizzazione dell’isola di Awaji in Giappone per il Pasona Group, ottenendo il primo posto in vista dell’Expo di Osaka 2025. Sono anche un membro attivo del MSOI-UNYA di Roma e del Climate Reality Leadership Corps di Al Gore, dove promuovo l’azione climatica.

La mia passione sconfinata per la geopolitica e la cartografia guida gran parte del mio percorso accademico e professionale, alimentando il mio interesse per le dinamiche globali e le sfide territoriali. Nel tempo libero, mi dedico alla scrittura creativa, leggo libri di spiritualità e tecnica, e pratico bodybuilding e calisthenics. Parlo italiano e inglese fluentemente e sto apprendendo il russo. Il mio sogno è visitare la Russia per migliorare le mie competenze linguistiche ed esplorare la sua cultura, mentre ho già avuto modo di conoscere e apprezzare il Giappone.

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