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L’Ucraina verso la pace?

La tregua nell’Est ucraino regge da piĂą di due settimane, nonostante le ripetute violazioni. Intanto a Kiev e nella comunitĂ  internazionale si lavora per raggiungere la definitiva pacificazione del Donbass. In 3 sorsi un aggiornamento sugli sviluppi.

1. LA SITUAZIONE AL FRONTE – Il cessate-il-fuoco dichiarato il 5 settembre non ha impedito che si registrassero nuovi scontri nel Donbass. Nonostante le manovre maggiori delle parti in campo abbiano avuto termine, sono stati riportati numerosi casi di violazione dell’accordo, con decine di nuove vittime. Gli scontri si sono verificati prevalentemente attorno a Donetsk e l’episodio piĂą significativo è stato il fallito attacco all’aeroporto della cittĂ , attualmente in possesso delle forze di Kiev. Anche a Luhansk si sono registrate diverse violazioni, sebbene di intensitĂ  minore rispetto a quelle di Donetsk: le truppe ucraine si sono parzialmente ritirate, permettendo così ai ribelli di riconquistare parte del territorio attorno alla cittĂ . Tuttavia, la tregua sta di fatto reggendo, segno che attualmente a livello politico si desidera la sua continuazione. Nel frattempo si registra un aumento del numero di truppe russe presenti in Crimea. Questa mossa, secondo quanto possibile evincere da dichiarazioni del ministro della Difesa russo Shoigu, è da interpretare almeno in parte come una risposta alla presenza di 1.300 soldati (provenienti da 15 Paesi NATO e aspiranti membri dell’Alleanza) per l’esercitazione Rapid Trident, che si svolge nei pressi di Lvov.

I segni degli scontri verificatisi fuori Luhansk; Spencer Platt/Getty Images
I segni degli scontri verificatisi fuori Luhansk; Spencer Platt/Getty Images

2. INTANTO A KIEV… – Il Parlamento ucraino è stato sciolto e le elezioni sono previste per il 26 ottobre, ma questo non ha impedito che diversi importanti provvedimenti fossero approvati negli scorsi giorni. In particolare, il 16 settembre è stato di estrema rilevanza. In questa data è stato infatti ratificato l’accordo di associazione con l’Unione europea, sebbene la parte relativa al commercio non entri in vigore fino al 2016 (una concessione ai timori russi). Altri due provvedimenti sono stati adottati dalla Rada nello stesso giorno: una legge per la concessione di uno status speciale alle due regioni separatiste e un’amnistia per tutti coloro che dopo il 22 febbraio 2014 (giorno della caduta del precedente Governo di Kiev) hanno combattuto le AutoritĂ  centrali, purchĂ© non abbiano commesso reati gravi o non siano coinvolti nei fatti dell’MH-17. Per quanto riguarda lo status speciale concesso, questo prevede una larga autonomia alle regioni del Donbass per un periodo di 3 anni, durante il quale si apporteranno cambiamenti costituzionali per un ampio decentramento dello Stato ucraino. Inoltre, il 7 dicembre si terranno le elezioni locali nelle regioni separatiste, le quali avranno un regime economico speciale e potranno utilizzare anche la lingua russa. Domenica 21 settembre Poroshenko ha annunciato che sarĂ  sviluppata una nuova dottrina militare (che sostituirĂ  la precedente del 2012, adottata durante il mandato dell’allora presidente Yanukovych) e che giovedì 25 settembre sarĂ  presentata una riforma nei settori Difesa e sicurezza.

3. LA COMUNITĂ€ INTERNAZIONALE – Il 7 settembre l’UE aveva stabilito un nuovo round di sanzioni verso la Russia, ma la sua implementazione era stata rimandata per via della tregua di due giorni prima. L’11 settembre è stato però deciso che a partire dal giorno seguente le nuove sanzioni sarebbero entrate in vigore (affiancate a nuove sanzioni americane). Queste ultime misure sono dirette contro i settori bancario, energetico e della Difesa russi. Inoltre sono stati aggiunti nuovi nomi (sia russi che ucraini) alla blacklist europea. Il 17 e 18 settembre il Presidente ucraino ha intrapreso un viaggio in Canada e negli USA. Da questo viaggio è tornato con il rinnovato sostegno dei Paesi visitati, nonchĂ© con aiuti finanziari e militari. Washington fornirĂ  infatti all’Ucraina equipaggiamenti “non letali” per contribuire a rafforzare la sicurezza dello Stato europeo. Ma al centro delle attenzioni c’è il lavoro del gruppo di contatto che a Minsk sta lavorando per la sistemazione definitiva della crisi. Uno sviluppo importante è stato quello registrato il 19 settembre, quando è stato concordato il cosiddetto Minsk Memorandum, documento contenente 9 punti per l’implementazione dell’accordo raggiunto il 5 settembre, ossia:

  • Il cessate-il-fuoco deve essere considerato bilaterale;
  • Le forze delle parti devono mantenere le posizioni raggiunte il 19 settembre;
  • L’utilizzo di ogni tipo di arma o azione offensiva è proibito;
  • Creazione di una buffer zone di 30 chilometri libera da armi di calibro superiore ai 100 millimetri;
  • Divieto di dispiegare armi ed equipaggiamento pesanti nei pressi di aree residenziali;
  • Divieto di posizionare campi minati al confine della buffer zone. Quelli giĂ  posizionati devono essere rimossi;
  • Il volo di velivoli militari e di velivoli stranieri, eccetto quelli dell’OSCE, sopra la buffer zone è proibito;
  • La missione OSCE deve essere dispiegata entro 24 ore nella zona del cessate-il-fuoco;
  • Tutto l’equipaggiamento militare e i gruppi armati stranieri, così come i mercenari, devono ritirarsi dal territorio ucraino sotto la supervisione dell’OSCE.

Come già affermato, il Minsk Memorandum è un passo avanti importante e una sua corretta applicazione può aprire le porte a un accordo ancor più incisivo. Ma il buon esito non è ancora certo e il successo del processo avviato a Minsk non è assicurato.

Matteo Zerini

[box type=”shadow” ]Un chicco in piĂą

Per chi volesse “fare un ripasso” di tutti gli avvenimenti principali riguardanti la crisi ucraina accaduti durante l’estate, ecco un apposito articolo del Caffè:

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Matteo Zerini
Matteo Zerini

Laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso la Statale di Milano, frequento ora il master Science & Security presso il King’s College di Londra. Mi interesso soprattutto di quanto avviene in Europa orientale, Russia in particolare, e di disarmo e proliferazione, specie delle armi di distruzione di massa.

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