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Giochi di potere

La settimana che ci attende si prospetta una delle più ricche di eventi, soprattutto nel vecchio continente europeo, dove numerosi summit multilaterali vedranno Capi di Stato e rappresentanti sgomitare nella difesa dei propri interessi. Nel resto del mondo continua il gioco delle parti sulle questioni aperte in Medio Oriente con Siria e Iran nell’occhio del ciclone. La Cina rivela il suo potere diplomatico nel Pacifico mentre gli Stati Uniti stringono la presa sui loro alleati. Quello che vi serviamo oggi è un ristretto miscela diplomatica da gustare con “attenzione”

EURASIA Martedì 6-Mercoledì 7 – Si riunisce a Vilnius, in Lituania, il Consiglio Ministeriale dell’Organizzazzione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). I paesi dall’America al Giappone sono chiamati a confrontarsi su temi d’attualità quali la transizione democratica dei paesi protagonisti della Primavera Araba e il futuro dell’Afghanistan, tutti campi in cui il sostegno dell’expertise dell’OSCE garantirebbe stabilità e progresso. Mercoledì 7-Giovedì 8 – Briefing di routine dei Ministri degli Esteri dei paesi membri della NATO, a Bruxelles focus sulle operazioni che vedono l’impegno dell’Alleanza Atlantica. La missione “UNIFIED PROTECTOR” conclusa in Libia, il training dell’esercito iracheno parallelo al ritiro americano e il sostegno alla sicurezza e alla stabilità del governo afghano in vista del ritiro delle truppe internazionali previsto per il 2014. Giovedì 8-Venerdì 9 – Si riunisce a Bruxelles il Consiglio Europeo, con la partecipazione di tutti i Capi di Stato e  di Governo dei 27 paesi dell’unione. Sul tavolo le vitali riforme a sostegno della crescita delle economie, e del mercato unico, ci sarà anche spazio per approfondire le recenti proposte di revisioni limitate dei Trattati riguardo ad un passo avanti verso una vera unione fiscale. Sulla base del report autunnale della Commissione, gli Stati membri discuteranno delle possibili adesioni da parte di Stati esterni all’Unione, come ad esempio la Serbia. A margine del Consiglio i rappresentanti della Croazia, il 28 Stato dell’UE, firmeranno il trattato di accessione. KOSOVO-SERBIA – L’accordo per la gestione congiunta delle frontiere tra Serbia e Kosovo raggiunto nel week-end a Bruxelles grazie alla mediazione europea potrebbe riaccendere le speranze di Belgrado per un ticket d’ingresso nell’UE. Proprio mentre gli “antichi rivali” croati festeggeranno la firma dell’accordo di accessione, Il Consiglio valuterà la situazione della richiesta di accessione serba, criticata in passato da Angela Merkel per i continui attacchi della minoranza serba in Kosovo ai membri tedeschi del contingente di KFOR. L’Italia, soprattutto l’ex Primo ministro Silvio Berlusconi, hanno sempre intrattenuto ottimi rapporti con la Serbia, proprio il nostro paese potrebbe farsi portatore delle istanze favorevoli all’accessione. Martedì 6-Mercoledì 7 – Si riunisce a Vilnius, in Lituania, il Consiglio Ministeriale dell’Organizzazzione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). I paesi dall’America al Giappone sono chiamati a confrontarsi su temi d’attualità quali la transizione democratica dei paesi protagonisti della Primavera Araba e il futuro dell’Afghanistan, tutti campi in cui il sostegno dell’expertise dell’OSCE garantirebbe stabilità e progresso. RUSSIA – I risultati delle elezioni legislative della Federazione Russa confermano le attese di un possibile calo della presa del duo Putin-Medvedev sull’opinione pubblica. Non solo il Partito dei diarchi cala rispetto al 64% del 2007, i risultati lo danno al 48%, ma perde anche la maggioranza alla Duma e di conseguenza anche la possibilità di apportare modifiche alla Costituzione. In netta crescita il partito di centro sinistra “Russia Giusta” e i comunisti “nostalgici” dati rispettivamente al 14 e 20%. La marcia verso le Presidenziali del 2012 si rivela più accidentata del previsto anche se la forza degli apparati dello Stato-Partito resta ineguagliabile se paragonata a quella dell’opposizione. AMERICHE STATI UNITI – Il Segretario alla difesa Leon Panetta ha riaffermato Domenica l’importanza per Israele di un accordo negoziale per le sorti della Palestina e l’impossibilità di un efficace attacco preventivo contro l’effettiva nuclearizzazione dell’Iran. Sembra ormai chiaro che l’amministrazione Obama sia convinta di non poter più permettersi azioni unilaterali in Medio Oriente, senza correre il rischio di inimicarsi i paesi arabi una volta per tutte. Sul fronte interno non provoca grande scalpore la notizia della caduta del candidato repubblicano Herman Cain sotto la scure degli scandali sessuali. L’imprenditore, molto popolare tra le classi medie degli Stati del Sud, non ha mai rappresentato una vera opzione per l’elettorato repubblicano che sembra ora puntare sui più moderati Mitt Romney e Rick Perry. CUBA – Raúl Castro è ormai convinto di riuscire nell’impresa ideologica di far convinvere il socialismo “revolucionario” con le teorie del libero mercato. Anche i commentatori più scettici, poco convinti dalle prime aperture dei mesi scorsi, iniziano a cedere dalle riforme che stanno cambiando gradualmente l’isola. Piccole imprese familiari, prestiti per la costruzione di abitazioni private che chiamano in causa future liberalizzazioni dei servizi bancari e la semplificazione delle imposte. Il percorso intrapreso dall’elite riformista del partito comunista sembra essere speculare a quella della Cina del dopo Deng Xiaoping, secondo la teoria dello “stadio iniziale del socialismo”, per evitare un suicidio politico simile a quello intrapreso dall’Urss di Gorbaciov a suon di Glasnot e Perestroika. AFRICA Martedì 6 – Il Congo saprà finalmente chi tra i due candidati più favoriti, Kabila e Tshisekedi dati al 51 e 34%, sarà il nuovo presidente del paese. La piazza che chiede un netto cambiamento e uno sviluppo sostenibile per l’economia povera di risorse, ha subito nei giorni scorsi la repressione delle forze di sicurezza che ha causato 15 morti e la fuga di civili verso le frontiere del Congo Brazzaville. Le Ambasciate hanno evacuato la maggior parte degli stranieri presenti a Kinshasa per i timori sempre più reali di un possibile conflitto civile post-elettorale, con Kabila che difficilmente lascerà la Presidenza anche se sconfitto e Tshisekedi. Martedì 6 – L’accordo per l’Organizzazione del potere raggiunto dai deputati, eletti in Tunisia dopo le prime elezioni democratiche della Primavera araba, giunge all’Assemblea riunita in plenaria per l’approvazione del nuovo Governo. Da giorni manifestanti assediano la Piazza antistante la sede della Costituente, il timore più diffuso è una radicalizzazione dei costumi di quello che in passato era ritenuto il paese arabo più vicino all’Occidente, ma non mancano le proteste dei manifestanti che temono il ritorno del vecchio entourage del deposto Ben Alì. EGITTO – E’ ormai ufficiale la vittoria delle formazioni islamiche nella tornata elettorale per la Costituente egiziana tenutesi la scorsa settimana. I Fratelli Musulmani sbaragliano le formazioni laico-progressiste con percentuali del 40% mentre la vera “rivelazione” è il Partito della Luce, “ Al Nour”, di ispirazione salafita, che si batte per l’introduzione della shaaria nel sistema egiziano. La coalizione di questi due partiti sarebbe forte del 65% dei consensi, ma considerazioni definitive dovranno attendere l’ultimo round previsto per Gennaio 2012.

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MEDIO ORIENTE IRAN – Dopo la chiusura dell’Ambasciata britannica a Damasco, la riduzione del personale diplomatico francese e il ritiro del rappresentante italiano, Teheran tenta di mantenere il sostegno popolare pubblicizzando in tutti i modi l’abbattimento nell’est del paese di un drone americano di tipo rq-170, alias “La bestia di Kandahar”. Se confermata la notizia garantirebbe al regime degli ayatollah, scricchiolante per l’attenzione della Comunità Internazionale e le fratture dell’elite, un’ulteriore mobilitazione delle masse contro ingerenze esterne nei propri affari interni. Intanto alla minaccia di sanzioni ed embargo sul petrolio, il capo della Commissione economica parlamentare risponde ventilando aumenti spropositati del prezzo del barile iraniano fino a 250$. SIRIA – Mentre il numero delle vittime degli scontri tra civili e forze di sicurezza raggiunge la cifra di 4000, l’opposizione a B. Al-Assad riunita nel Consiglio Nazionale Siriano (CNS) cerca di mostrarsi credibile agli occhi dell’occidente promettendo la rottura diplomatica con l’Iran e il gruppo islamico libanese Hezbollah. Il governo di Damasco sembra sfruttare le paure di instabilità della regione annunciando la liberazione di 900 prigionieri del PKK curdo. Il vero ostacolo alla tutela dei manifestanti resta l’opposizione di Russia e Cina al Consiglio di Sicurezza ONU dove si battono da sempre per il contrasto alla politicizzazione della questione dei diritti umani. ARABIA SAUDITA – La Primavera araba sembra non aver condizionato minimamente il ricambio della leadership saudita, il nuovo governo ha infatti progettato un disegno di legge che se approvato permetterebbe l’equiparazione giuridica del dissenso con atti di terrorismo. Le conseguenze appaiono chiare a tutti, soprattutto agli osservatori esterni, arresti e uso della forza potrebbero essere impiegati per stroncare manifestazioni civili sul nascere. Nel mese di novembre numerose retate sono state portate a termine per decapitare le elite dei movimenti per la democrazia e per i diritti civili. Le riforme a piccoli passi, come quelle per i diritti delle donne, sembrano aver lasciato spazio al pugno di ferro della nuova gerarchia. ASIA-PACIFICO CINA – Il Ministro degli Esteri delle Seychelles ha dichiarato ufficialmente la disponibilità del governo ad aprire una base navale cinese nel paese. L’accordo garantirebbe un appoggio alla marina militare di Pechino da tempo impegnata nel Golfo di Aden nelle missioni contro la pirateria somala. Se l’accordo dovesse realmente realizzarsi costituirebbe il primo segno tangibile dell’espansione del dragone verso la regione strategica per eccellenza, il Medio Oriente, sia per i traffici commerciali e petroliferi, vitali per la crescita economica cinese, sia per le questioni d’influenza politico-diplomatica. MYANMAR – Il nuovo orizzonte della diplomazia asiatico-americana sembra aver favorito un lento ritorno alla normalità nel paese più esteso del Sud-Est Asiatico. Il Generale Thein Sein a capo della giunta militare che guida il paese dal 1962, dopo aver garantito la partecipazione della Lega Nazionale per la Democrazia e ricevuto in visita il Segretario di Stato USA Hillary R. Clinton, ha ora aperto alla possibilità di indire manifestazioni con un preavviso di 5 giorni. La svolta del regime militare, sembra dovuta ai tentativi di espansione simil-coloniale delle regioni cinesi del Sichuan e dello Yunnan, per le cui merci restano fondamentali gli sbocchi al mare birmani. CINA-GIAPPONE – Sembra ormai imminente un accordo per la risoluzione delle controverse dichiarazioni di sovranità, almeno tra Tokyo e Pechino, sulle Isole Chunxiao nel Pacifico meridionale. il vertiginoso calo di popolarità subito recentemente dal leader Yoshihinko Noda potrebbe portare il governo giapponese a stipulare un trattato per la trivellazione congiunta dei giacimenti di gas naturale dell’arcipelago con le autorità cinesi. Le prospettive sono però rischiose per la forte opposizione dei gruppi nazionalisti e dell’opinione pubblica più intransigente e sarà probabilmente la mediazione statunitense a portare il contenzioso ad una fine pacifica. Fabio Stella [email protected]

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Fabio Stella

Fresco di laurea in relazioni internazionali, con il sogno della carriera diplomatica nel cassetto, la voglia di nuovo e la curiositĂ  l’hanno spinto per fare le valigie per l’estremo Oriente, da dove non sembra voler piĂą tornare. Autore del “7 giorni in un ristretto” redige per voi il calendario della ComunitĂ  Internazionale ogni lunedì anticipandovi curiositĂ , scandali, intrighi e retroscena della geopolitica in ogni angolo del pianeta. Citazioni altisonanti e frasi ad effetto le sue armi “preferite” insieme all’ambizione di rimanere perennemente in equilibrio sul filo del rasoio delle previsioni “da sfera di cristallo”, con una tazzina di “caffè” rigorosamente “espresso” in mano.

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