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2015, l’anno di EXPO

Finalmente ci siamo (quasi). Dal 1 maggio gli occhi del mondo saranno puntati su Milano, dove si svolgerĂ  la nuova edizione dell’esposizione universale. Tema: sicurezza alimentare. Vediamo, al di lĂ  delle polemiche che hanno purtroppo dominato il dibattito fino ad ora, in cosa consisterĂ  la manifestazione

1) CHE COSA E’ EXPO 2015?

Expo Milano è  l’edizione 2015 dell’esposizione universale, kermesse quinquennale iniziata nel lontano 1851 a Londra, quando la Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations, che ospitò 25 Paesi, richiamò ben 6 milioni di visitatori.
L’edizione meneghina del 2015 sarà forse la prima di un’Expo completamente orientata, almeno nelle premesse e nelle intenzioni, verso la condivisone di riflessioni sociali, tralasciando gli interessi nazionali per favorire la crescita di una consapevolezza collettiva attorno al tema principale, Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita.
Per la seconda volta l’Expo torna a Milano, dopo l’edizione del 1906 dedicata ai trasporti per festeggiare il completamento del traforo alpino del Sempione. L’edizione 2015 si svolgerà dal 1° maggio al 31 ottobre, per un evento lungo ben 184 giorni, e sono previsti venti milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.

Sono presenti 147 Paesi. Expo è articolata in nove cluster tematici:

  • Riso;
  • Cacao;
  • Caffè;
  • Frutta&legumi;
  • Spezie;
  • Cereali&Tuberi;
  • Bio-Mediterraneo;
  • Isole, mare e cibo;
  • Zone aride.

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2) QUALI PROBLEMATICHE AFFRONTA?

Expo sviluppa il tema della sicurezza alimentare (food security), cioè nutrire il pianeta perché questo continui a nutrirci. Oggi sulla Terra siamo sette miliardi di abitanti e circa 800 milioni di persone non riescono ancora a nutrirsi sufficientemente. Cosa succederà quando, nel 2050, secondo le stime della FAO, saremo ben nove miliardi? Ce la faremo? Riusciremo a sfamare tutti e a non pregiudicare il diritto all’alimentazione dei nostri posteri? Sovranità alimentare è anche uguaglianza di diritti e di generi. Il riconoscimento del ruolo delle donne in alcune aree è ancora molto indietro e serie politiche alimentari e ambientali potrebbero contribuire non poco anche nell’affrontare tali problematiche.
Oltre alla produzione di cibo per tutti, il tema di Expo è anche il legame tra alimentazione e ambiente. Quale direzione abbiamo intrapreso, nella tutela dell’ambiente che ci circonda? E il modello di consumo che stiamo seguendo è davvero quello che meglio realizza la produzione di cibo eco-sostenibile? Questi temi si riallacciano a quelli più generali tipici delle relazioni internazionali, dal controllo delle risorse al land–grabbing, dall’uso della terra ai conflitti per l’acqua, al confronto tra sistemi sociali ed economici differenti.
Analizzando le abitudini alimentari dei vari Paesi si finirà con il parlare di democrazia mondiale e di diritti dei singoli. Verrà messo a fuoco il ruolo del consumatore inteso come individuo, ma capace di influenzare, con il proprio comportamento, i decision maker. L’allarme clima continua a essere un reale pericolo, nonostante il protocollo di Kyoto, e l’agricoltura e la produzione di cibo continuano a essere fortemente inquinanti.
La finanziarizzazione dell’agricoltura ha reso il cibo sensibile alla variazioni di prezzo e ha favorito l’insorgenza di speculazioni sui raccolti delle commodity.
Il sovraffollamento della popolazione rende difficile l’equità alimentare, proprio mentre l’Occidente soffre per l’obesità e produce emissioni di CO2 per vendere gli alimenti desiderati dal mercato.

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3) QUALI POSSIBILI ARGOMENTAZIONI PORTERA’ NEL DIBATTITO?

Expo porterà certamente un arricchimento al dibattito oggi in corso. Sarà un evento mediatico che avrà risonanza in tutto il mondo, per cui le tesi che verranno esposte a Milano sono destinate ad avere vasta eco globale. Si parlerà certamente degli OGM, che si intersecano con il TTIP, il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti attualmente in discussione. Sarà messo in evidenza il ruolo dell’agricoltura biologica (anch’essa delicata da un punto di vista politico, almeno in Europa) e verrà analizzata la tendenza degli ultimi tempi, l’agricoltura biodinamica.
Expo cercherà di dare una nuova luce al rapporto tra uomo e territorio, spiegando i benefici del consumo local, e mettendo in luce gli effetti delle abitudini di acquisti dei cittadini occidentali. Si parlerà dell’esperienza dei GAS, i gruppi di acquisto solidale, che consentono una produzione eco-sostenibile senza emissioni della pericolosa CO2.
E si prenderà spunto dal 2014, anno internazionale dell’agricoltura familiare, la modalità produttiva più ecosostenibile di oggi. Le aziende familiari lavorano e gestiscono il terreno su cui producono (magari da generazioni), rispettano le stagionalità e si preoccupano di non attuare un’agricoltura intensiva. Applicano la rotazione agricola e favoriscono i processi fissativi dell’azoto e dell’acqua nel terreno, attraverso l’uso di tecniche colturali non invasive e prive di chimica, nonché piantando le colture che più si addicono alle caratteristiche del terreno.
Si toccheranno anche temi economici come quello della catena del valore, che in agricoltura diventa il tema della filiera. In Italia, ad esempio, è spesso troppo lunga, con parte preponderante della distribuzione a discapito della produzione. Il che produce rese basse e costi crescenti, con relativo abbandono dei campi, un meccanismo economico pericoloso sia da un punto di vista alimentare che ambientale.

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4) CHE COSA POSSONO FARE LE SINGOLE PERSONE?

Il ruolo del consumatore, in un contesto socio- economico del genere, è ampio. In primo luogo, può esercitare le proprie prerogative di compratore sulla base di convinzioni etiche più sviluppate anche grazie al dibattito che seguirà Expo. Sarà, certamente, più chiaro che il potere di decretare il successo o l’insuccesso di un prodotto alimentare dipenderà in larga misura dal grado di consapevolezza del consumatore attento alle questioni ambientali ed economiche.
In secondo luogo, potrebbe essere lo stesso modello di consumo sociale a essere valutato nell’insieme: l’unione dei consumatori sarà chiamata a riflettere sulla sostenibilità delle abitudini di consumo portate avanti nel tempo e a valutare, al limite, ipotesi diverse per il sostentamento alimentare personale e collettivo.
Con Expo si aprirà sicuramente una fase di riflessione generale piuttosto importante che potrebbe portare, nell’immediato, a una maggiore partecipazione della collettività nei processi decisionali.

padiglione italia

5) QUALI SONO LE STRATEGIE ALIMENTARI DEGLI STATI PIU’ IMPORTANTI?

Expo chiarirĂ  come intendono muoversi sul binario della sicurezza alimentare, in prospettiva, i Paesi piĂą importanti. Le posizioni nazionali riflettono inevitabilmente gli obiettivi piĂą generici di politica economica.
Molto in breve, la Cina, forte del successo economico e finanziario, sta vivendo i cambiamenti maggiori. La sua popolazione chiede ora proteine animali e non più solo cereali. Ma il suo territorio è fortemente inquinato e asimmetrico, quindi la produzione futura di cibo sarà delocalizzata: Pechino ha già ampi terreni a disposizione a vario titolo in Africa e in Sud America.
Gli Stati Uniti consolideranno il loro modello basato sulla tecnologia in agricoltura e altissime rese per ettaro. Probabilmente manterrĂ  i grandi sussidi statali ai produttori agricoli e cercherĂ  condizioni migliori nel ricco mercato europeo grazie al TTIP.
L’Unione europea, dal canto suo, si presenta divisa anche a questo appuntamento. Semplificando, abbiamo due schieramenti politici contrapposti, quello degli Stati del Sud, capeggiati dall’Italia, che intendono rendere più stringente il settore dei controlli e dell’etichettatura obbligatoria e che punta sul biologico, mentre lo schieramento dei Paesi del Nord, capeggiato dalla Germania, è fondamentalmente ostile a tale impostazione.
L’America latina alterna produzioni ad alto tasso di tecnologia (soprattutto in Brasile)  a rese per ettaro molto basse e non è semplice prevedere come imposterà a livello di macroregione la strategia alimentare futura.
L’Africa al momento è soprattutto terra di conquista da parte di holding e Stati sovrani che lì hanno trovato condizioni produttive favorevoli.
Il Sudest asiatico sta conoscendo un boom agricolo importante, legato soprattutto all’exploit dell’olio di palma. Se saprà investire nella meccanizzazione e nella redistribuzione dei redditi e delle competenze potrà avere certamente un ruolo decisivo nelle politiche alimentari mondiali dei prossimi decenni.

Andrea Martire

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Andrea Martire

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Un chicco in piĂą

Questo pezzo fa parte de “Il Giro del Mondo in 30 Caffè”, il nostro outlook per il 2015. Lo potete trovare per intero qui. Buona lettura!

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Andrea Martire
Andrea Martire

Appassionato di America Latina, background in scienze politiche ed economia. Studio le connessioni tra politica e sociale. Per lavoro mi occupo di politiche agrarie e accesso al cibo, di acqua e diritti, di made in Italy e relazioni sindacali. Ho trovato riparo presso Il Caffè Geopolitico, luogo virtuoso che non si accontenta di esistere; vuole eccellere. Ho accettato la sfida e le dedico tutta l’energia che posso, coordinando un gruppo di lavoro che vuole aiutare ad emergere la “cultura degli esteri”. Da cui non possiamo escludere il macro-tema Ambiente, inteso come espressione del godimento dei diritti del singolo e driver delle politiche internazionali, basti pensare all’accesso al cibo o al water-grabbing.

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