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Cooperazione euromediterranea per un’agricoltura sostenibile

In 3 sorsi – Una cooperazione euromediterranea in ambito ambientale, soprattutto agricolo, è fondamentale per massimizzare le capacitĂ  di resilienza e di sviluppo sostenibile della regione, tra le piĂą colpite dagli effetti del cambiamento climatico a livello globale.

1. UNA PARTNERSHIP RINNOVATA

Data la natura transnazionale del cambiamento climatico l’Europa ha bisogno di coinvolgere anche i vicini della costa meridionale del Mediterraneo per massimizzare i risultati a livello macroregionale. Questa necessità si è concretizzata in data 9 febbraio, quando la Commissione europea ha proposto un’ambiziosa nuova Agenda per il Mediterraneo con lo scopo di rinnovare la partnership con i Paesi della costa sud, inizialmente formalizzata nella Dichiarazione di Barcellona del 1995. I cinque settori di intervento si concentrano sul rispetto dei diritti umani, la transizione digitale, la difesa della pace e della sicurezza, le sfide della migrazione irregolare e la transizione verde. Su quest’ultimo punto un ulteriore passo in avanti è stato fatto in occasione della sessione plenaria dell’Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM) del Comitato europeo delle Regioni, tenutosi online il 22 febbraio, in cui è stata adottata la relazione sull’agricoltura e la sicurezza alimentare nel contesto dei cambiamenti climatici nel Mediterraneo di Agnès Rampal, vicesindaca di Nizza, che si inserisce nel quadro del Green Deal e dell’Agenda 2030 dell’ONU. L’obiettivo è quello di rafforzare la cooperazione in ambito ambientale, con un focus particolare sull’agricoltura sostenibile.

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Fig. 1 – Gli attivisti di Greenpeace protestano contro l’uso dei pesticidi in agricoltura

2. L’AGRICOLTURA IN NUMERI

Con il termine “agricoltura sostenibile” si fa riferimento all’adozione di pratiche rispettose delle risorse naturali, tra cui acqua e biodiversità, per garantire una produzione sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale. Nell’Unione Europea circa il 50% del territorio è coperto da terreno coltivato che, direttamente o indirettamente, produce il 95% del nostro cibo. Secondo un report del 2019 la regione del Mediterraneo rappresenta una delle maggiori zone di rischio colpite dal cambiamento climatico. Infatti si stima che quest’area si scaldi il 20% più velocemente della media globale. Inoltre entro il 2050 i raccolti potrebbero diminuire del circa 17% a causa della perdita di terreno agricolo dovuta all’innalzamento del livello del mare, che comporta la degradazione del suolo. Questo fenomeno, oltre a mettere in pericolo la sicurezza alimentare e idrica e contribuire a esacerbare le conseguenze delle calamità naturali, impatta anche su delicate questioni sociali come i flussi migratori. Essendo l’agricoltura alla base della sussistenza nella regione, un partenariato politico ed economico con l’UE contribuirebbe a mitigare i rischi futuri.

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Fig. 2 – Degradazione del suolo

3. IL PROGETTO IN BREVE

La relazione adottata dall’ARLEM avanza nove proposte mirate a rafforzare la cooperazione euromediterranea basata su una transizione agroecologica volta a garantire la sicurezza alimentare nella regione. Tra le proposte emerge l’introduzione di un marchio “dieta mediterranea” che verrà promosso attraverso l’organizzazione di festival della gastronomia mediterranea e la creazione di una Carta per il sostegno alla sovranità alimentare, che stabilirà una strategia macroregionale di approccio integrato alla gestione delle risorse naturali. In questo progetto le regioni e le città avranno un ruolo di rilievo nella concretizzazione dello sviluppo di pratiche agricole più resilienti ai cambiamenti climatici.
Se da un lato la leadership europea in materia di azione per il clima potrebbe davvero fornire il giusto know-how e le risorse finanziarie necessarie per stimolare una transizione verde nel bacino del Mediterraneo, dall’altro ci sono molti altri interessi geopolitici in gioco. Il rinnovo di questo partenariato, particolarmente attento all’aspetto ambientale, è una mossa strategica da parte dell’UE, che deve competere con la presenza di nuovi attori nel Mediterraneo come Russia e Cina, ma anche la stessa Turchia, la quale sta perseguendo in modo unilaterale le proprie ambizioni politiche e interessi energetici nella regione.

Elisa Boscolo Anzoletti

Photo by ilcsab is licensed under CC BY-NC-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • L’UE ha recentemente rinnovato la partnership con i Paesi della costa meridionale del Mediterraneo per promuovere la transizione verde.
  • Lo sviluppo di pratiche agricole sostenibili è necessario a mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici nel Bacino del Mediterraneo.
  • Il progetto di cooperazione si basa su una transizione agroecologica volta a sostenere la sovranitĂ  alimentare e il rispetto delle risorse naturali nella regione.

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Elisa Boscolo Anzoletti
Elisa Boscolo Anzoletti

Nata nel 1997. Laureata in Lingue, civiltĂ  e scienze del linguaggio all’UniversitĂ  Ca’ Foscari di Venezia, ho trascorso un semestre in Germania grazie al programma Erasmus. Ora specializzanda in Comparative International Relations, mi interesso in particolare di tematiche ambientali, diritti umani e movimenti sociali.

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