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Il 2015 della Commissione Juncker

Il 2015 rappresenterà un anno rilevante per la Commissione europea a guida Juncker, insediatasi il 1° novembre scorso, poiché consentirà di trarre le prime conlcusioni sul suo operato

1) QUALI SARANNO GLI AMBITI DI AZIONE? – Al momento della sua elezione, il 15 luglio scorso, il presidente Juncker ha elencato quali sarebbero state le prioritĂ  della sua Commissione per il quinquennio di attivitĂ : occupazione, crescita e investimenti; mercato unico digitale; unione energetica e clima; mercato interno maggiormente interconnesso e piĂą equo; unione economica e monetaria; libero e bilanciato scambio tra UE e USA; area di giustizia e diritti fondamentali; politiche migratorie; Unione come attore globale; cambiamento democratico che avvicini l’Unione ai propri cittadini.
Nonostante siano in carica solo da qualche mese, i commissari europei hanno già iniziato a occuparsi di alcune di queste aree. Pertanto il 2015, anche se primo anno intero di attività, fornirà già una misura dell’operato della Commissione Juncker.

2) SU COSA SI STANNO CONCENTRANDO I MAGGIORI SFORZI? – Senza dubbio sul settore economico. La particolare contingenza di crisi in cui versano quasi tutti i Paesi membri rappresenta un problema cruciale con cui la Commissione deve confrontarsi. Di conseguenza una delle prime azioni poste in essere è stata il lancio di un Piano per l’occupazione, la crescita e gli investimenti – ribattezzato “piano Juncker” – da sviluppare nel triennio 2015-2017. Questo ambizioso e criticato pacchetto di misure è orientato al rilancio dell’economia dell’Unione attraverso un aumento degli investimenti per infrastrutture, istruzione, ricerca e innovazione, energie rinnovabili ed efficienza energetica, occupazione giovanile. Pe poter raggiungere questi obiettivi, il Piano prevede un’azione simultanea su tre fronti:

  • L’incremento degli investimenti dell’Unione – stimato in almeno 315 miliardi di euro – attraverso la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici, considerato in grado di invertire il calo di investimenti degli ultimi anni e di consentire il rilancio di occupazione e crescita;
  • Il finanziamento di progetti che siano effettivamente in linea con le necessitĂ  dell’economia reale;
  • Il miglioramento del clima per gli investimenti attraverso una semplificazione della regolamentazione che renda l’Unione piĂą attraente per gli investitori.

3) CI SONO ALTRE AZIONI GIĂ€ AVVIATE CHE PROSEGUIRANNO NEL 2015? I Commissari hanno iniziato a lavorare anche su altre delle prioritĂ  elencate, come gli accordi economici con gli Stati Uniti e le questioni climatiche.
Il commissario per il Commercio Cecilia Malmström sta proseguendo nelle negoziazioni TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), tra l’altro imprimendo un cambio di passo rispetto al suo predecessore in quanto a trasparenza delle attivitĂ  (che si sta affermando come concetto chiave dell’azione dell’intera Commissione Juncker). I primi mesi del 2015 si concentreranno sull’analisi dei risultati della consultazione pubblica sulla clausola ISDS (Investor – State Dispute Settlement), che rientra tra i punti dell’accordo maggiormente criticati. Durante il resto dell’anno, con l’avanzamento delle negoziazioni, si potrĂ  inoltre notare se e quanto la trasparenza e il maggiore coinvolgimento della societĂ  civile sortiranno degli effetti. La Commissione ha inoltre iniziato a occuparsi del settore del clima e dell’energia, destinatario di parte degli investimenti previsti dal piano Juncker. Sulla scia dell’approvazione del quadro europeo 2030 per il clima e l’energia (ottobre 2014), il commissario competente – Miguel Arias Cañete – sta gettando le basi per dare all’Unione un ruolo di primo piano alla Conferenza di Parigi sul clima prevista per il 2015, durante la quale si spera di pervenire a un accordo globale in materia.

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4) QUALI SFIDE SI PROFILANO PER IL PROSSIMO ANNO? – Una prima sfida verrĂ  ancora dall’economia. Sebbene il piano Juncker abbia durata triennale, il primo impatto della sua approvazione potrĂ  essere verificabile giĂ  dalla seconda metĂ  del 2015, quando il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici – che sarĂ  istituito dalla Commissione di concerto con la Banca europea degli investimenti – diventerĂ  operativo. La sua configurazione rappresenterĂ  un elemento cruciale per l’efficienza dell’intero piano, che si basa su un previsto effetto moltiplicatore di 1:15 grazie al quale, alla fine del triennio 2015-2017, dai 21 miliardi di ammontare del Fondo dovrebbero generarsi 315 miliardi in investimenti. Ma in un momento in cui alcuni, complice la stessa crisi economica, mettono in discussione l’esistenza stessa dell’Unione (che in piĂą di un’occasione si è mostrata piĂą disaggregata che unita) dentro e fuori le sue Istituzioni, la Commissione – garante dei trattati e organo che per eccellenza rappresenta gl interessi dell’Unione, anche al di fuori della stessa – dovrĂ  cercare di rilanciare il ruolo dell’Unione europea sulla scena internazionale.

5) COME RILANCIARE IL RUOLO DELL’UNIONE NEL PANORAMA INTERNAZIONALE? – La proiezione esterna dell’Unione europea rappresenta un ambito tanto cruciale quanto complesso, in cui gli Stati membri continuano a mantenere un ruolo predominante rispetto all’Unione, limitando di fatto le possibilità di azione comune – che data la compresenza di diverse situazioni di crisi (ISIS, Ucraina e Libia solo per citarne alcune) potrebbe sicuramente essere meglio sfruttata. Per il 2015, almeno al momento, non sono previsti particolari sforzi orientati all’ottimizzazione delle capacità di sicurezza e difesa comuni. Verosimilmente, dunque, l’Unione continuerà a contrastare le crisi facendo leva sulle missioni civili vecchie e nuove (come EUAM Ucraina, iniziata il 1° dicembre 2014), sul supporto economico allo sviluppo e, attraverso aiuti umanitari, al contrasto alle emergenze. Il tentativo di presentarsi come un attore di politica estera unitario, almeno per il 2015, dovrebbe dunque passare per il rafforzamento del ruolo della Commissione nei consessi internazionali – come la già citata Conferenza di Parigi – e nelle relazioni con i Paesi terzi. Ciò che è certo è che già dal prossimo anno si potrà verificare il “polso” di Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, rispetto al suo predecessore Catherine Ashton.

Giulia Tilenni

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Un chicco in piĂą

Questo pezzo fa parte de “Il Giro del Mondo in 30 Caffè”, il nostro outlook per il 2015. Lo potete trovare per intero qui. Buona lettura!

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Giulia Tilenni
Giulia Tilenni

Laureata magistrale in Relazioni Internazionali a Bologna – dove ha anche completato il Master in Diplomazia e Politica Internazionale, che l’ha portata a Francoforte sul Meno per un tirocinio di ricerca di tre mesi. Dopo una tesi in Studi strategici che analizza l’intervento militare in Libia del 2011 e una ricerca sui velivoli a pilotaggio remoto, è entrata a far parte del Caffè Geopolitico nel team Miscela Strategica.

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