Analisi – Dopo quasi 25 anni di negoziati, lo scorso 6 dicembre l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur hanno finalmente raggiunto un’intesa sull’accordo di libero scambio.
IL MERCADO COMÚN DEL SUR
Il Mercosur, fondato nel 1991 con la firma del Trattato di Asunción da parte di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, nacque con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione economica e politica tra i Paesi sudamericani. Fin dalle sue origini, il blocco ha rivestito una rilevanza strategica su più fronti, in particolare su quello commerciale e su quello geopolitico.
Dal punto di vista economico, il Mercosur ha un peso molto rilevante a livello internazionale, specialmente per merito delle sue due principali economie: il Brasile e l’Argentina, rispettivamente la decima e la venticinquesima per PIL (2024) a livello globale. Caratteristiche interessanti sono poi riscontrabili sul piano demografico. Le popolazioni che abitano gli Stati afferenti al mercado común sono generalmente giovani, con un’età media che nel 2023 si attestava intorno ai 33 anni. Un dato che fa rientrare i Paesi dell’area in una perfetta finestra demografica in termini di forza lavoro e di consumi, aspetti centrali per uno sviluppo futuro.
Sul versante delle relazioni internazionali e dell’economia, i Paesi del Mercosur sono al centro di molteplici interessi. Il Brasile, membro fondatore dei BRICS, intrattiene solide relazioni con Russia, Cina e India ed è un attore fondamentale nella lotta al cambiamento climatico e per la salvaguardia della biodiversità terrestre. Leader globale nell’export di soia, il Brasile basa buona parte del suo PIL sull’agricoltura. A ciò si aggiungono le esportazioni di minerali ferrosi e petrolio grezzo, quest’ultimo spesso reimportato già raffinato. La Cina è il principale partner commerciale del Paese seguita da UE e USA.
L’Argentina, che negli ultimi anni si era avvicinata al blocco, se n’è poi allontanata dopo l’elezione di Javier Milei e l’affermazione di posizioni economiche ultraliberiste. Il Paese ha quindi cambiato rotta in favore di un avvicinamento agli Stati Uniti, tendenza che con molta probabilità si rafforzerà ulteriormente con l’insediamento di Trump. Dal punto di vista economico l’Argentina commercia prevalentemente prodotti agricoli, specialmente derivati della soia e mais, mentre si trova a dover importare derivati petroliferi e componenti e sistemi meccanizzati dall’estero. I partner principali sono il Brasile, la Cina e gli USA.
Il Paraguay, anch’esso privo di sbocco sul mare, è il Paese economicamente più debole del gruppo: il mercado común è il principale destinatario della sua produzione interna con oltre il 50% delle esportazioni dirette ai vicini. Il Paraguay si contraddistingue per essere l’unico del continente a riconoscere l’indipendenza di Taiwan, evidenziando così in modo chiaro affinità e divergenze a livello internazionale. Nonostante ciò è proprio la Cina a rifornirlo della principale importazione, i prodotti petroliferi raffinati. Inoltre il Paraguay il 6 dicembre scorso ha aperto la propria Ambasciata a Gerusalemme, segnale di sostegno a Israele e conferma della posizione che lo Stato vuole tenere sul piano internazionale.
L’Uruguay mantiene stabili relazioni con tutto il Sud America, con Cina e Stati Uniti come suoi principali partner commerciali extracontinentali. Le attività economiche trainanti sono l’agricoltura e l’allevamento, con un focus particolare sulla produzione di carne bovina e derivati, riso e soia, settori che costituiscono la base delle esportazioni. Questi sono una componente cruciale dell’economia, non solo per il contributo al PIL, ma anche per l’occupazione e lo sviluppo delle aree rurali. L’import è caratterizzato da greggio e sistemi meccanici, provenienti prevalentemente da Brasile, USA e Cina.
La Bolivia, non ancora membro effettivo, ha concluso l’iter di adesione il 3 luglio 2024 con la ratifica e la consegna del trattato di adesione. Sul piano internazionale, il suo ingresso è a ogni modo rilevante: destina importanti quote delle proprie esportazioni a Brasile e Argentina, ma si caratterizza soprattutto per l’importante partnership con l’India, alla quale ha inviato oltre 2,27 miliardi di beni nel solo 2022. In generale, la Bolivia mantiene buoni rapporti con tutti i Paesi dell’America Latina, con i quali ha continui scambi commerciali. Più complesse sono le relazioni con il Cile, a causa di una lunga disputa territoriale per l’accesso al mare attraverso il deserto di Atacama, aspetto che per il Governo di La Paz è di cruciale importanza. Il Cile, tuttavia, ha sempre respinto ogni richiesta, mantenendo una posizione intransigente.
Fig. 1 – Da destra a sinistra i presidenti: L. Lacalle (Uruguay), C. Menem (Argentina), A. Rodriguez (Paraguay) e F. Collor de Mello (Brasile) prima della firma del Trattato di Asunción
I RAPPORTI TRA LE DUE ORGANIZZAZIONI
I Paesi del Mercosur costituiscono per l’Unione Europea il secondo mercato di riferimento subito dopo quello cinese, offrendo uno sbocco economico fondamentale per i beni e i servizi grazie a un bacino di circa 300 milioni di consumatori. Viceversa, l’Unione ha ricevuto nel 2023 il 16,9% del totale delle importazioni dal Mercosur, quantitativo tutt’altro che marginale per il proprio bilancio.
Storicamente, l’UE ha mantenuto solidi rapporti istituzionali con i Paesi sudamericani, in particolare dopo l’ingresso di Portogallo e Spagna nella CEE. Successivamente, agli inizi degli anni Duemila, si è sviluppata l’idea di un accordo di libero scambio, ma le trattative non hanno fatto significativi progressi a causa di numerosi ostacoli e resistenze.
Come indicato sul sito dell’UE, l’accordo comporterà implicazioni rilevanti su vari ambiti, tra cui tariffe, regole di origine, barriere tecniche al commercio, misure sanitarie e fitosanitarie, servizi, appalti pubblici, proprietà intellettuale, sviluppo sostenibile e il supporto alle piccole e medie imprese (PMI).
Fig. 2 – Summit UE-Mercosur
I POSSIBILI RISCHI DERIVANTI DALL’ ACCORDO
L’accordo tra l’Unione Europea e il Mercosur, sebbene accolto da molti come un’opportunità per promuovere la crescita economica e rafforzare le relazioni internazionali, solleva numerosi dubbi e perplessità riguardo ai possibili impatti negativi sugli equilibri politici, economici e ambientali. L’intesa è stata fortemente contestata da numerose organizzazioni della società civile, 450 delle quali si sono unite per lanciare la campagna Stop EU-Mercosur, chiedendone la sospensione.
I rischi derivati dall’accordo interesserebbero una molteplicità di campi e questioni. Una delle principali criticità riguarda proprio l’area geografica di riferimento, l’Amazzonia, e le ripercussioni che questa potrebbe subire. Molti temono che, con l’aumento del commercio di carni e prodotti agricoli come il caffè, si possa incentivare la distruzione delle foreste e il consumo idrico.
Gli impatti del primo settore coinvolgerebbero direttamente anche gli agricoltori e gli allevatori europei. L’eliminazione dei dazi potrebbe creare una situazione di concorrenza insostenibile, specialmente per chi adotta metodi di produzione più sostenibili, a causa della possibilità dei Paesi del Mercosur di non rispettare gli stessi standard ambientali e sociali vigenti nell’UE. Di conseguenza, non solo il lavoro e la competitività dell’agricoltura europea potrebbero risentirne negativamente, ma anche la salute dei cittadini rischierebbe di essere compromessa.
Nonostante la reciprocità normativa richiesta dall’UE, continano a destare preoccupazione i limiti meno restrittivi definiti dalle Autorità sudamericane rispetto all’impiego di fitofarmaci, pesticidi, fertilizzanti e antibiotici. È infatti possibile immaginare un loro maggior utilizzo dato dalla volontà di soddisfare la nuova e maggiore domanda proveniente da oltreoceano. Fenomeni ormai ampiamente noti come l’impoverimento del suolo, l’inquinamento delle falde acquifere, la perdita di biodiversità, la scomparsa degli insetti impollinatori e lo sviluppo di batteri multiresistenti agli antibiotici rischierebbero dunque di ricevere un’ulteriore e drammatica intensificazione.
L’accordo tra l’Unione Europea e il Mercosur, pur presentando interessanti opportunità economiche, solleva preoccupazioni legittime riguardo agli impatti ambientali, sociali ed economici che potrebbero derivarne. Le problematiche relative alla tutela dell’Amazzonia, alla concorrenza sleale nei settori agricolo e zootecnico, nonché ai rischi per la salute pubblica e l’ambiente, richiedono una revisione dei termini e la previsione di maggiori garanzie e norme di tutela.
Luca Sinagra Brisca
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