Il 2015 rappresenterà un anno importante per l’Indonesia e il neo-eletto Presidente Joko Widodo, insediatosi lo scorso ottobre. Vediamo il suo profilo e le sfide che dovrà affrontare
UN VOLTO NUOVO PER L’INDONESIA – Joko Widodo è il nuovo Presidente della Repubblica indonesiana. Eletto nel luglio 2014 e insediatosi nell’ottobre 2014 è il primo Capo di Stato indonesiano non proveniente dall’ambiente militare o dalla cosiddetta “élite politica”. Widodo o Jokowi, com’è conosciuto in patria, classe 1961, primo di quattro figli, membro dell’Indonesian Democratic Party – Struggle (PDI-P) è stato sindaco di Surakarta, sua città d’origine, dal 2005 al 2012 e Governatore della Regione di Jakarta dal 2012 fino al suo insediamento come sedicesimo Presidente della Repubblica dell’ex colonia olandese. Oltre l’impegno politico nella vita di Jokowi c’è molto altro, come la sua passione per il legno: è infatti laureato in Scienze Forestali e ha lavorato per alcuni anni come imprenditore nel settori degli arredamenti in legno.
L’AMBIENTE INTERNO ED ESTERNO – Dopo l’elezione di Jokowi un maggiore senso di ottimismo prevale in Indonesia, nonostante la crescita economica del Paese abbia conosciuto una fase di rallentamento. Molte sono le sfide che il neo eletto Capo di Stato dovrà affrontare, anche se l’ampio consenso e l’accettazione popolare lasciano sperare in futuro più positivo. La condizione finanziaria indonesiana è instabile, le prospettive di volatilità dei flussi di capitale e la debolezza della domanda proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese dipingono un quadro esterno in difficoltà per il 2015, anche se in parte ricompensati dalla flessione dei prezzi del petrolio a livello mondiale. Anche l’ambiente interno relativo alle possibilità e prospettiva di riforme rappresenta una sfida per Widodo. Ad oggi il Governo non è riuscito ad ottenere una salda e netta maggioranza in Parlamento; l’opposizione, d’altro canto, ha dimostrato e dichiarato al Presidente che non sosterrà il programma di Governo in quasi nessuno dei suoi punti. Jokowi ben sa che l’unico antidoto per riuscire ad arrestare il rallentamento della crescita è un riequilibrio dello scenario economico. Questo si dovrebbe tradurre in maggiori investimenti pubblici ed esteri, mirati ad accrescere una maggiore cooperazione con Paesi vicini: si vedano in proposito gli ultimi sviluppi nelle relazioni con la Città Stato di Singapore e la Cina.
POLITICA ESTERA E ACCOGLIENZA INTERNAZIONALE – Oltre alla sua non celata simpatia nei confronti di ciò che gli Stati Uniti hanno rappresentato nel passato (nel corso di un’intervista al New York Times Widodo dichiara: «Ora siamo abbastanza simili all’America, esiste il sogno americano e adesso abbiamo anche il sogno indonesiano») il Presidente indonesiano ha intrapreso una politica estera mirata a rafforzare la posizione del Paese in un quadro di sostegno e collaborazione internazionale. Dal ritorno dal ventiseiesimo meeting dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), tenutosi a Pechino in Cina tra il 10 e l’11 novembre del 2014, il neo-eletto Capo di Stato afferma di aver colto dal Governo cinese una lezione fondamentale che potrà agevolare uno sviluppo rapido e dinamico in Indonesia. Ovvero il ruolo chiave e di rilievo che la visione unitaria nella pianificazione e costruzione d’infrastrutture per il lungo termine ha all’interno di un Paese in via di sviluppo, senza preoccuparsi se sia l’esito di investimenti esteri o nazionali. Secondo Widodo, qualora l’amministrazione adotti questo modus operandi di fare politica in un ambiente macroeconomico solido e coeso, presumibilmente le prospettive di un celere progresso dello Stato asiatico saranno concrete e reali.
Antonio Mazza
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Un chicco in più
Se volete saperne di più su Joko Widodo vi consigliamo di leggere questo articolo dell’Economist.
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