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Bitcoin, le due facce della moneta digitale

Dal crollo delle quotazioni e della fiducia al picco degli investimenti, passando per fallimenti e cybercrime, il 2014 è stato un anno travagliato per la più famosa cripto-valuta. Quali prospettive?

LA VOLATILITÀ DELLA VALUTA DIGITALE – All’inizio del 2013 i Bitcoin si scambiavano a poco più di 13 dollari l’uno, al termine dello stesso anno per comprarne uno era necessario sborsare più di $800. È stato il boom della moneta digitale, anche dal punto di vista mediatico, delle transazioni e degli investimenti. Ma il 2014 si è rivelato pessimo per la cripto-moneta: definita da Bloomberg la peggior valuta dell’anno, ha perso nell’arco di quattro trimestri oltre il 70% del suo valore. La discesa non si ferma e a oggi si può acquistare un Bitcoin per circa 220 dollari. Come riserva di valore il Bitcoin non è ancora affidabile, a causa proprio della sua volatilità, che spaventa i neofiti delle valute digitali, ma dall’altra parte richiama gli speculatori. L’instabilità del Bitcoin era comunque prevedibile nei suoi primi anni di vita ed è funzione della sua immaturità, della poca credibilità istituzionale e delle attraenti speculazioni. Era previsto anche dai maggiori servizi che permettono l’acquisto in Bitcoin: generalmente il prezzo è stabilito in valuta reale e convertito in valuta digitale al momento dell’acquisto.

L'andamento del valore dei Bitcoin sulla piattaforma di scambio CoinDesk, dal 1 dicembre 2013 ad oggi
L’andamento del valore dei Bitcoin sulla piattaforma di scambio CoinDesk, dal 1 dicembre 2013 ad oggi

THE BRIGHT SIDE OF BITCOIN – A dispetto delle gravi perdite, la cripto-moneta non se la passa poi così male. Come mezzo di scambio il Bitcoin funziona ed è sempre più utilizzato, sia dalle aziende che dai consumatori. Sono incrementate in quantità e qualità le società che accettano pagamenti in monete digitali, dal social network Reddit alla piattaforma WordPress, fino alla Microsoft, che ha annunciato nello scorso dicembre la possibilità di acquistare i propri prodotti in Bitcoin. Aumentano costantemente anche le transazioni (a oggi +55% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e i wallet, i portafogli digitali dove mantenere i propri Bitcoin.  Con il 2015 arriva un’altra notizia interessante: l’investimento di 75 milioni di dollari da parte di società di venture capital, banche e del New York Stock Exchange per finanziare Coinbase. Coinbase è una start-up che propone un servizio di transazioni in Bitcoin garantite e protette, offrendo tale sicurezza in cambio di una minima percentuale sulle transazioni stesse. Un investimento sostanzioso, mirato ad aumentare la fiducia della gente verso la valuta digitale, ma che rischia di offuscare il concetto di garanzia diffusa, alla base della cripto-valuta.

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THE DARK SIDE OF BITCOIN – Non è solo la grave perdita in valore a spaventare gli utilizzatori e gli investitori in Bitcoin. Uno dei problemi maggiori riguarda anche la sicurezza. In realtà il protocollo Bitcoin e l’algoritmo alla base del suo funzionamento sono finora risultati affidabili, così come il sistema a firma digitale (per il quale è chiamata cripto-valuta) che assicura l’autenticazione e l’integrità delle transazioni. Meno sicuri sono i servizi di wallet e di exchange della moneta digitale. Esempio lampante è il crollo di Mt.Gox, una delle più famose  piattaforme di scambio di Bitcoin, fallita nel febbraio 2014, momento nel quale gestiva circa il 20% del totale degli scambi mondiali in cripto-valuta. Lo stesso CEO dell’azienda, annunciando la bancarotta, ha ammesso che tra le cause del fallimento ci fosse la debolezza della sicurezza del sito. Mt. Gox con il suo crack ha vaporizzato più di 450 milioni di dollari in Bitcoin, oltre che la fiducia di molti investitori. Non è stata più fortunata la vicenda di Bitstamp, altra notoria piattaforma di scambio, vittima lo scorso gennaio di un attacco hacker che ha permesso il furto di 5 milioni di dollari in Bitcoin. Non coglie quindi di sorpresa la recente dichiarazione di Bankitalia, coerente con le linee guida dell’European Banking Authority, che mette in guardia gli investitori dai rischi della valuta digitale. Va ricordato inoltre come i Bitcoin, grazie al potenziale anonimato degli scambi, siano tra i mezzi di compravendita preferiti per gli affari illeciti che avvengono nel web.

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UNA MONETA DA TENERE SOTTO CONTROLLO – Nel bene o nel male, il Bitcoin fa parlare di sé. Diversi sono i detrattori, specie statali e istituzionali, della cripto-valuta, ma come abbiamo visto moltissimi sono anche i fruitori di questa nuova moneta, nonché gli investitori. Il dato forse più rilevante è l’aumento degli investimenti in start-up e infrastrutture informatiche legate ai Bitcoin, che potrebbero far decollare definitivamente la valuta digitale come mezzo di scambio, aumentando i suoi utilizzatori, stabilizzandone il valore e rendendola quindi meno attraente agli occhi degli speculatori. Si spera inoltre che nel breve periodo i Governi che non vi abbiano ancora provveduto possano definire lo status legale delle cripto-valute, al fine di colmare il vuoto di regolamentazione ancora sussistente. Infine è necessario tener conto che l’interesse che ruota intorno ai Bitcoin non si riferisce solamente allo strumento di pagamento, ma anche al protocollo alla base della cripto-valuta, che potrebbe attirare investimenti al fine di implementare il sistema di certificazione anche ad altri beni e servizi digitali.

Marco Spada

[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in più

Per chi volesse sapere qualcosa in più sul loro funzionamento, dei Bitcoin abbiamo già parlato sulle nostre pagine.

Qui, inoltre,  è possibile trovare un dettagliato approfondimento sullo status legale dei Bitcoin e delle cripto-valute, analizzato Paese per Paese.

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Foto: btckeychain

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Marco Spada
Marco Spada

Nativo digitale, nostalgico analogico; classe ’86, romano, ex difensore dai piedi buoni. Appassionato di politica internazionale, di cucina, di calcio e di tutte le loro naturali degenerazioni. Laureato in Relazioni Internazionali con una tesi riguardante la guerra cibernetica. Il mio percorso di studi, anche al di fuori del curriculum accademico, si è focalizzato sui conflitti, sulla strategia e sulle tematiche di sicurezza

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