giovedì, 26 Dicembre 2024

APS | Rivista di politica internazionale

giovedì, 26 Dicembre 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Le Forze Armate birmane

Miscela StrategicaCon i suoi cinquanta milioni di abitanti controllati da una dittatura militare (a seguito dei colpi di Stato del 1962 e del 1988) lo strumento militare della Birmania ha una grande importanza nella politica estera del Paese. La spesa militare rappresentava nel 2014 più del 20% del paniere totale di spese nazionali nonostante le condizioni di estrema povertà di gran parte della popolazione.

IL PAESE NEL PACIFICO – La Birmania (Myanmar) è uno Stato dall’importanza strategica primaria nella realtĂ  dell’Oceano Indiano e degli equilibri di potenza dell’Asia. Possiede buone riserve petrolifere ed ospita un grande oleodotto. Confina con l’India (Arunachal Pradesh) e la Cina in corrispondenza del Mar delle Andamane. E’ la porta della penisola indocinese. Sembra quasi uno spartiacque dell’influenza delle due potenze sull’Oceano Indiano. Si trova infine ad essere la porta d’ingresso dal lato indiano del chokepoint d’importanza globale dello stretto di Malacca. La Cina reputa Myanmar un alleato importantissimo tanto da intrattenervi speciali rapporti diplomatici e a firmare, in particolare negli ultimi dieci anni, accordi di cooperazione militare.

Embed from Getty Images

Fig.1 – Il comandante in capo dell’esercito Senior General Min Aung Hlaing passa in rassegna le truppe

L’ORGANICO –  Le Forze Armate birmane (Tatmadaw) sono comandate dal Presidente (Thein Sein, generale in congedo dell’Esercito birmano) ed amministrate dal Ministro della Difesa, sono composte da Esercito, Aeronautica, Marina e Forze ausiliarie (Myanmar Police Force, People Militia Units and Frontier Forces). GiĂ  il fatto che le forze di polizia vengano definite unitĂ  ausiliarie allo strumento militare e che come statuto siano soggette a controllo militare rende la proiezione chiara del controllo militare della politica. Per mantenere il proprio enorme strumento militare (forte di 400000 effettivi e 100000 in riserva), non si basa su una leva obbligatoria. I militari vengono arruolati, in teoria volontariamente (dietro una modestissima retribuzione), in pratica obbligati tramite leggi ad hoc, che ricadono sotto la definizione di People’s Militia Law. Tali leggi speciali (che sono però costantemente in vigore, permettono al Residente la coscrizione obbligatoria di un certo numero di “volontari” ove si renda necessario per la difesa della nazione da minacce esterne ed interne. Vi sono report di arruolamenti da parte del Tatmadaw in generale, ma soprattutto dell’Esercito, riguardanti l’arruolamento di minori, l’uso di civili e donne per i lavori piĂą pesanti e l’impiego di sminatori umani per rischiosissime operazioni anti-mina.

[tabs type=”horizontal”]
[tabs_head]
[tab_title] Esercito [/tab_title]
[tab_title] Aeronautica [/tab_title]
[tab_title] Marina [/tab_title]
[/tabs_head]
[tab] Il principale compito dell’esercito è il controllo del territorio ed il rafforzamento del potere del Governo centrale. Il comando dell’Esercito (Army Office) sino al 2006 aveva tre dipartimenti principali:  Dipartimento Generale, che gestiva la catena di comando diretta, il Adjutant General’s (organo di Staff), e il Quartermaster General’s con funzione logistica, oltre ad essi coordinava l’attivitĂ  dell’Office for Strategic Studies (OSS) e del Directorate of Intelligence. Il Dipartimento Generale comprendeva due Bureau of Special Operations (BSO), che furono creati negli 1978-1979.
I BSO sono simili ai Gruppi d’Armata occidentali, sono comandi di Teatro che racchiudono Grandi Unità Complesse (fondamentalmente Gruppi di Armate Regionali con forte controllo e radicamento sul territorio).

  • Il primo BSO era responsabile del Comando d’Armata Settentrionale, del Comando d’Armata Nord Est, del Comando d’armata Ovest e del Comando d’Armata Est.
  • Il secondo BSO dei Comandi di Armata Sud Est, Sud Ovest, del Comando d’Armata Ovest e del Comando d’Armata Centro-capitale (con gestione delle unitĂ  piĂą vicine ai centri di potere e delle Forze Speciali. Inoltre la Army’s elite mobile Light Infantry Divisions (LID) (una sorta di UnitĂ  di forze per operazioni speciali ed aviotrasportata) era alle dirette dipendenze del Dipartimento Generale.

Lo Adjutant General Staff era responsabile dello Staff dello Stato Maggiore, del Servizio Sanitario e della Polizia Militare. Infine il Quartermaster General’s coordinava le forze logistiche responsabili di rifornimenti e materiali, il Genio, i servizi elettrici e meccanici.

A seguito delle purghe militari del 2004/2006 contro il Generale Khin Nyunt (capo dell’OSS e dell’Intelligence) e contro la fazione militare a lui affine un terremoto si è abbattuto sulla struttura dell’Esercito. Per arginare i poteri del Generale egli venne epurato assieme a molti altri ufficiali, l’OSS venne cancellato, perdendo le capacità organizzative e dottrinali che si rifacevano ad esso e la capacità di intelligence  fu accentrata a livello Tatmadaw. Per timore che i Comandanti dei BSO moltiplicassero i loro poteri decentrati rispetto al vertice militare venne aumentato il numero di questi fino a sei più un Bureau of Air Defense e schiacciato verso il basso il controllo diretto del Dipartimento Generale. Oggi il controllo sulle unità dell’esercito è capillare dall’alto verso il basso e il diretto comando del Dipartimento Generale spetta ad ogni singola Regione Militare.

L’Esercito è attualmente comandato dal generale Min Aung Hlaing. Gli armamenti dell’Esercito birmano sono datati ma sono in corso numerosi programmi di acquisizione e ammodernamento. Fra mezzi corazzati e MBT possiamo annoverare circa 150 T-72 (acquistati dall’Ucraina), gli anfibi T-63 e alcuni Cascavel acquistati come esubero da Israele. Fra le artiglierie, gli obici da 105mm e 155mm raggiungono il migliaio e pare che possano essere equipaggiati con armamento chimico, secondo fonti OSINT. Inoltre sono in linea lanciarazzi da 122mm. [/tab]
[tab]  Il Bureau of Air Defense (circa 15000 effettivi) oltre a numerosi armamenti missilistici terra-aria, forniti da Cina, Russia e Ucraina, nonostante l’embargo decretato a causa dello scarso rispetto dei diritti umani da parte di Myanmar, mette in linea anche sei Fighter Interceptor Wing suddivisi nelle varie regioni militari ognuno con circa trenta caccia intercettori MiG-29. Il tutto è coordinato in un sistema Combined tra forze dell’esercito, della Marina e naturalmente dell’Aeronautica denominato Myanmar Integrated Air Defense System. Tale sistema è armato di tutto punto e coordinato al meglio tramite una moderna rete di comunicazione  in fibra ottica di recente acquisizione. L’unica pecca apparente risiede nell’inadeguato addestramento del personale.[/tab]
[tab] La marina militare, comandata dall’ammiraglio Thura Thet Swe ha il compito di sorvegliare la lunga linea di costa, le acque territoriali e la Zona Economica Esclusiva della Birmania. Come detto la posizione marittima della Birmania è strategica non solo per l’equilibrio dell’area ma per i giochi di potenza globali, essendo il Paese con il maggior specchio di acque sul Mar delle Andamane e la porta d’ingresso allo stretto di Malacca. La Cina pare particolarmente interessata, e si è mossa in tal senso anche con trattati specifici, a mantenere la Marina del Paese amico in buono stato di efficienza, ma con capacità tali da poter sorvegliare solo le acque immediatamente prospicienti la linea di costa e la Zona Economica esclusiva. La marina infatti a fronte di 19700 effettivi possiede circa 125 unità navali. Non ha capacità di altura e le sue unità principali sono quattro fregate e due corvette. Per quanto concerne l’Aviazione Navale birmana ha solo [/tab]
[/tabs]

Embed from Getty Images

Fig.2 – Carri birmani in parata nel Gennaio 2015 

LA POLIZIA – La Polizia (People’s Police Force con 73000 agenti effettivi) e la Milizia sono armi di controllo e contenimento delle rivolte in mano al Governo. Sono formalmente comandate dal Maggior Generale Zaw Win e dipendono dal Tatmadaw. Le Forze di Polizia sono capillarmente distribuite sul territorio di ogni suddivisione amministrativa ed hanno una propria struttura di intelligence, polizia investigativa, polizia ferroviaria, polizia di frontiera, polizia politica, polizia dei trasporti aerei e marittimi, polizia finanziaria guardie di sicurezza ai pozzi petroliferi e oleodotti, polizia stradale e polizia forestale. Sono fondamentalmente uno strumento di repressione in mano al Governo.

Embed from Getty Images

Fig.3 – La polizia birmana è di fatto un’ulteriore strumento di controllo politico

MINACCE TERRITORIALI –  Le Forze Armate birmane fronteggiano in primis le minacce interne al proprio territorio. Infatti numerose rivolte e tensioni etniche hanno scosso il Paese dalla nascita (1948). L’opposizione alla dittatura militare ha scatenato a partire dal 2007 numerose rivolte, culminate nel 2013. La motivazione di queste aspre manifestazioni è religiosa ma anche di opposizione alla dittatura militare. Le Forze Armate, oltre alla repressione dei disordini, hanno come compito principale la salvaguardia ed il controllo degli spazi marini e delle Zone Economiche Speciali (ed in questo sono appoggiate e patrocinate dalla Cina).

LA DIMENSIONE ECONOMICA – Nel 2014 il Ministro della Difesa birmano arrivò a proporre una spesa di 2,39 miliardi di dollari (2,13 miliardi di euro al cambio attuale) per il 2015. La spesa, comparata ai problemi dell’economia locale ed alle spese per la popolazione in un Paese fra i piĂą poveri al mondo, era assolutamente esagerata. Nonostante la sua abnormitĂ  venne approvata. La sproporzione dello strumento militare birmano rispetto al tenore di vita della maggior parte della popolazione è riconducibile a vari fattori. Per prima cosa la giunta militare al potere è ben cosciente della necessità di  avvalersi di un forte strumento militare per mantenere il potere. Allo stesso tempo la classe politica è ben consapevole di dover concedere ai militari spazi e ricchezza per non correre il rischio di tentativi dei golpe militari, come giĂ  avvenuto due volte in passato. Il terzo motivo per sostenere sproporzionatamente il Tatmadaw è dover assecondare la visione cinese di uno Stato alleato che assicuri la governance e la libertĂ  di movimento in uno Stato che controlla l’ingresso allo stretto di Malacca ed un importante oleodotto. L’oleodotto costruito dalla Cina è poi uno dei motivi per il quale Pechino continua a supportare le Forze Armate di Myanmar creando un pericoloso circolo vizioso.

Embed from Getty Images

Fig.4 – Soldati birmani in pattugliamento

CAPACITA’ DI PIANIFICAZIONE – La dottrina del Tatamadaw è improntata – fin dal 1962 – sull’opposizione alle minacce esterne utilizzando una dissuasione basata sull’uso massiccio di artiglierie e corazzati. In particolare le minacce principali erano considerate Vietnam e Cambogia. Con l’avvento delle dittature militari le minacce sono iniziate anche dall’interno sotto forma di rivolte e sommosse, nonchĂ© di attivitĂ  sovversiva in genere. La dottrina si è quindi trasformata in un estenuante controllo del territorio e delle attivitĂ  interne abbinata ad una costante azione di sorveglianza delle acque e delle Zone Economiche Esclusive. La componente corazzata, oggi in ricostruzione, ha quindi lasciato il posto a grandi unitĂ  di fanteria motorizzata e blindata. La concentrazione sul mantenimento di una  numerositĂ  spiccata – per avere un volume di truppe nel controllo del territorio e per offrire benessere ai numerosi arruolati e sedarne il malcontento – ha poi portato ad avere un addestramento mediocre se non scarso delle forze.

Francesco Valacchi

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Per chi volesse approfondire alcuni dei temi trattati consigliamo, sulle nostre pagine:

[/box]

 

Foto: Free Grunge Textures – www.freestock.ca

Dove si trova

Perchè è importante

Vuoi di piĂą? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in piĂą iscrivendoti

Francesco Valacchi
Francesco Valacchi
Nato a Siena nel 1980, laureato in Scienze Strategiche nel 2004 presso l’ateneo di Torino ed in Studi Internazionali presso quello di Pisa nel 2013. Abita a Livorno.
E’ appassionato di geopolitica e strategia, dottorato e cultore della materia presso l’UniversitĂ  di Pisa.
Passa il suo scarsissimo tempo libero leggendo di geopolitica, scrivendo di geopolitica, saltando fuori da aerei perfettamente funzionanti ed insegnando a farlo, e arrampicandosi sulle montagne.

Ti potrebbe interessare