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Netanyahu resta alla guida di Israele, shekel in rialzo

Settimana decisiva per il nuovo governo israeliano. Il primo ministro uscente Benyamin Netanyahu ha infatti vinto le elezioni dello scorso 17 marzo, contro ogni pronostico e aspettativa

RISULTATI – Il suo Likud ha conquistato 30 seggi, mentre Unione Sionista, il centrosinistra di Isaac Herzog e Tzipi Livni, si è fermato a soli 24. Al terzo posto lo scrutinio ha confermato Lista araba unita con 14 seggi cui fa seguito il centrista Yair Lapid di “C’è un futuro”, con 11 seggi. I numeri hanno quindi dato a Netanyahu una certa autonomia nel formare una forte maggioranza di destra, cosa che spaventa non poco gli Stati Uniti. La Casa Bianca sperava infatti nella necessitĂ  di una coalizione piĂą ampia che includesse anche la sinistra israeliana. Così non è stato, e la tradizionale telefonata di congratulazioni del presidente USA, all’indomani del voto non è arrivata. Nel frattempo, il presidente israeliano Reuven Rivlin è andato avanti con le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Netanyahu prende quindi l’incarico ufficiale, dopo che la Commissione elettorale ha presentato a Rivlin i risultati del voto. Nelle consultazioni di questi giorni, una maggioranza di 67 deputati su 120 ha sostenuto la candidatura di Netanyahu per un terzo mandato consecutivo. Dopo essere stato il piĂą giovane premier della storia del Paese nel 1996, Netanyahu aveva infatti replicato l’incarico prima nel 2009, alla testa di un governo a trazione nazionalista, per poi riconfermarsi con le elezioni anticipate del 2013, da lui stesso volute.

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Barack Obama con Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca

LA REAZIONE DEI MERCATI – Se gli equilibri internazionali, soprattutto su temi scottanti come gli accordi con l’Iran, tremano in vista dell’insediamento del nuovo governo israeliano, la reazione dei mercati è stata positiva, seppure timida. Il principale indice della Borsa di Tel Aviv a poche ore dalle elezioni aveva infatti  evidenziato un rialzo dello 0,40% a 1570 punti, mentre la valuta israeliana, lo shekel (ILS), aveva  guadagnato molto rispetto alla sterlina britannica, restando cauta negli scambi con l’euro e il dollaro statunitense.

Simona Pizzuti

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Foto: Abode of Chaos

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