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Infrastrutture, l’urgenza dell’America Latina

Alla crescita economica dell’America Latina degli ultimi anni non ha corrisposto un proporzionato sviluppo della rete infrastrutturale. Gli sforzi per aumentare gli investimenti si sono rivelati inadeguati, la regione rischia così di perdere l’opportunità di favorire lo sviluppo regionale e perdere competitività nei mercati internazionali

IL DEFICIT – Lo sviluppo economico raggiunto da alcuni Paesi dell’America Latina negli scorsi anni, soprattutto da quelli più grandi (Argentina, Brasile, Cile e Messico )è notevole e ha trascinato positivamente le restanti economie regionali. Guardando con maggior attenzione allo sviluppo dell’area emerge però un deficit infrastrutturale che rischia di condizionare negativamente il futuro della regione. Gli sforzi in investimenti per ammodernare la rete infrastrutturale si sono rilevati nel tempo inadeguati a sostenere il rapido sviluppo dell’economia e l’espansione del commercio internazionale. Il deficit maggiore caratterizza il settore delle infrastrutture fisiche, per potenziare le reti abilitate ai trasporti e alla logistica e la rete di distribuzione di acqua, mentre alcuni miglioramenti si riscontrano nel settore dell’energia e nella rete delle telecomunicazioni. Nel Global Competitiveness Report 2014-2015 del World Economic Forum, i dati relativi alle infrastrutture mostrano l’inadeguatezza della rete esistente, con il Brasile al 76° posto e il Messico al 65° su 144 economie analizzate, e come la realtà eterogenea della regione si rifletta anche sotto questo aspetto. L’America Latina negli scorsi anni, secondo i dati della Banca Mondiale, ha destinato all’espansione delle rete di infrastrutture solamente circa il 3% del PIL della regione, una quota relativamente bassa se confrontata con altre economie emergenti come quelle del Sud-est asiatico che hanno previsto in media investimenti per il 10% del PIL. La regione presenta un ritardo non solo rispetto alle aree del mondo più sviluppate ma anche nei confronti delle economie emergenti. L’America Latina ha un’elevata dipendenza dal trasporto su strada anche se quasi la metà delle reti autostradali hanno una pavimentazione inadeguata; evidenti carenze si riscontrano anche nella rete ferroviaria, segnata da una riduzione di oltre la metà del suo utilizzo, e aeroportuale dove a un incremento di merci e passeggeri del 200% non è corrisposto un ammodernamento delle strutture esistenti.

I VANTAGGI – Gli investimenti in infrastrutture, pur presentando un diverso grado di urgenza da paese a paese, sono da ritenersi indispensabili, insieme ai diversi interventi di riforme strutturali necessari, per mantenere le economie sul sentiero della crescita. Una delle sfide piĂą importanti che dovranno affrontare i Paesi dell’America Latina è dare valore aggiunto alle esportazioni e modernizzare l’economia per aumentare capacitĂ  produttiva e competitivitĂ ; in tal senso  lo sviluppo delle infrastrutture e l’aumento degli investimenti avranno un ruolo cruciale per il futuro del mercato delle commodities. In uno scenario internazionale sempre piĂą competitivo i vantaggi che derivano da una rete di infrastrutture di qualitĂ  sono diversi: migliora la qualitĂ  della vita dei cittadini, favorisce la crescita economica, facilita l’integrazione regionale e diversifica il sistema produttivo.  Esiste una correlazione diretta tra  l’ammontare di investimenti in infrastrutture e sviluppo economico e regionale che li rende una delle condizioni necessarie per favorire la crescita e ridurre la povertĂ . Le infrastrutture, infatti, sono un importante strumento di coesione economica e sociale, nell’ottica di un’economia globalizzata, necessario ad assorbire il traffico di persone e merci conseguenti alla liberalizzazione. D’altra parte la domanda di infrastrutture è destinata ad aumentare, alimentata dalla crescita demografica e dai processi di urbanizzazione e industrializzazione. Attraverso una rete di infrastrutture di alta qualitĂ  la regione può rispondere alle esigenze di aumento di competitivitĂ  in settori chiave come l’agricoltura, l’industria e i servizi. Rappresentano inoltre  un bene pubblico che genera importanti esternalitĂ  per il sistema economico e per l’intera societĂ : il World Economic Forum segnala infatti che un dollaro investito in infrastrutture genera un ritorno economico tra il 5% e il 25%.

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Fig. 1: lavori in corso al porto di Rio de Janeiro

LA SITUAZIONE ATTUALE – Guardando ai vantaggi che derivano dallo sviluppo della rete di infrastrutture appare evidente come siano necessari maggiori sforzi per pianificare, facilitare e coordinare le politiche pubbliche.  Altra considerazione ovvia è attrarre investimenti privati centralizzando i progetti e le necessità di investimento. La debolezza istituzionale e la corruzione incidono negativamente su questo aspetto così come la scarsa sicurezza giuridica. Debolezze che condizionano la pianificazione nel lungo  periodo e la già scarsa collaborazione tra pubblico e privato, infatti, due terzi delle infrastrutture presenti in America in Latina sono pubbliche  mentre solamente Cile, Messico, Perù, Brasile, Colombia e Panama sono i maggiori sostenitori di progetti nel lungo periodo. Restano però scarse le attenzioni alle reti esistenti e alla sostenibilità dei progetti. Secondo le stime del World Economic Forum per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture necessarie alla regione, i Paesi dell’area dovrebbero investire almeno il 6% del PIL. Tra il 2010 e il 2015, però, l’America Latina ha destinato allo sviluppo delle infrastrutture  450.000 milioni di dollari, una cifra poco superiore al 2% del PIL, con una concentrazione degli investimenti in Brasile e Messico.

LA VIA PER LO SVILUPPO – Diversi governi cercano di ridurre il gap infrastrutturale con dei piani da attuare nei prossimi anni. Brasile e Colombia sono gli Stati che investono maggiormente rispetto alla media regionale, mentre Ecuador, Panama e Uruguay hanno visto incrementare il numero di progetti da realizzare.  Tra questi il Messico, dove il Presidente Enrique Peña Nieto ha lanciato il  “Plan Nacional de Infraestructuras 2014-2018“, un programma basato sulla realizzazione di 743 opere finanziate da un investimento pubblico di 455.000 milioni di euro. Anche il Brasile,  in vista dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro del 2016, promuove lo sviluppo di infrastrutture con investimenti di circa 37.050  milioni di euro. Il Cile di Michelle Bachelet, invece, cerca di rilanciare la sua economia e aumentare la competitivitĂ  del Paese con il progetto di investire 20.500 milioni di euro, di cui la metĂ  proveniente da investimenti privati. Altri segnali positivi arrivano dalle misure previste dai Governi di PerĂą e Colombia volti a modernizzare le infrastrutture esistenti. Oltre all’aumento degli investimenti il futuro sviluppo della regione dipenderĂ  dalla loro concentrazione, ovvero dalla capacitĂ  di concentrare le risorse per le misure piĂą urgenti, tra cui la rete stradale e portuale in modo da favorire il commercio. Un ruolo fondamentale sarĂ  poi quello dei singoli Governi mostrando dei programmi sostenibili e trasparenti oltre che diversificare le fonti di finanziamento. Solo così l’America Latina potrĂ  fare un ulteriore passo verso lo sviluppo integrale della regione.

Annalisa Belforte

Un chicco in piĂą

Il Global Competitiveness Report 2014-15 del World Economic Forum, stila la classifica delle 144 economie piĂą competitive a livello globale. E’ basato su un indice di misurazione micro e macroeconomico (GCI) che attribuisce il punteggio in base a diversi indicatori: Istituzioni, Infrastrutture, Ambiente Macroeconomico, Salute e Educazione Primaria, Educazione secondaria e apprendistato, Efficienza del mercato dei beni, Efficienza del mercato del lavoro, Sviluppo del mercato del lavoro, Sviluppo del mercato finanziario, Prontezza tecnologica, Ampiezza del mercato, Affari e Innovazione.

 

 

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Annalisa Belforte
Annalisa Belforte

Sono nata a Roma nel 1982, ho conseguito la laurea triennale in Economia della Cooperazione Internazionale e quella magistrale in Scienze della Politica presso la Sapienza. Mi affascina molto la Teoria Politica e la crisi del sistema democratico, oggetto della mia tesi di laurea. Appassionata e curiosa di conoscere le dinamiche che regolano i rapporti tra Stati, per questo attualmente frequento un Master in Geopolitica.

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