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"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Al tavolo dei grandi

Afghanistan e Siria potrebbero rappresentare la coppia di parole piĂą utilizzate durante i summit in agenda questa settimana a Chicago e Camp David dove membri NATO da una parte e G-8 dall’altra sembrano legare l’exit strategy dal primo ad una possibilitĂ  d’entrata in scena nella seconda. In realtĂ  le cose sono molto piĂą complicate di così, dato che l’attentato a Damasco della scorsa settimana sembra aver ammutolito il dibattito sul regime di al-Assad spostando l’attenzione sui gruppi jihadisti coinvolti sul campo, mentre in Afghanistan muore un altro talebano convertitosi alla pace di Karzai. In Europa se Atene piange, qualche lacrima si accenna anche a Berlino vista la pessima performance della CDU di Angela Merkel in Reno-Westphalia, mentre a Vienna si parla nuovamente di Iran, stavolta coi negoziatori di Teheran

 

EUROPA

Lunedì 14-Martedì 15 – Gli enigmatici negoziatori iraniani in materia di nucleare si incontreranno a Vienna con gli esperti dell’AIEA per dare un nuovo impulso alla collaborazione tra l’Agenzia dell’ONU e il paese del Golfo Persico col pallino della proliferazione. L’incontro fa parte del framework di iniziative che spingerĂ  i negoziatori iraniani a Baghdad, il 23 Maggio per prendere parte ad una dele sedute del negoziato con i 5P del Consiglio di Sicrezza delle Nazoni Unite. Intanto promette di sollevare un polverone quanto mai puntuale il rapporto fornito dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana alla stampa internazionale, un documento di 6 pagine in cui vengono svelate le trame e le personalitĂ  segrete legate al programma nucleare di Teheran. L’episodio non può non ricordare ai nostri lettori piĂą attenti la denuncia urbi et orbi dell’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz avvenuta nel 2002 sempre ad opera del CNRI. In realtĂ  il documento non aggiunge nulla al giĂ  esiguo tavolo dei negoziati, dove l’Iran sembra aggiungere posti a tavola a seconda della sua voglia di guadagnare tempo prezioso.

GERMANIA – Dura sconfitta per Angela Merkel e la CDU nello stato federale del Reno-Westphalia in cui i cristiano-democratici hanno perso ben 9 punti percentuali rispetto ai risultati del 2010. Successo impressionante per i Social-Democratici che balzano al 39% e per i verdi che ottengono circa il 12% dei consensi. La regione rappresenta un’ottima previsione degli scrutini che aspettano la guida europea nella politica di austeritĂ  di Bruxelles l’anno prossimo, nelle elezioni politiche nazionali. Il Reno-Westphalia raccoglie piĂą di un quinto degli elettori tedeschi, ha un’economia paragonabile a quella turca e un territorio piĂą grande dei Paesi Bassi, tradizionalmente votato al centro sinistra moderato, probabile la scelta di una grande coalizione tra CDU e SPD, un’ottima approssimazione di quello che succederĂ  a livello nazionale nel 2013. Sembra che l’epoca dell’indipendenza e del ruolo preminente in patria e all’estero sia finita anche per la CDU, ripetendo il destino infelice dell’UMP dello sparring partners europeo Nicolas Sarkozy.

GRECIA – Il no di Aleksis Tsipras segna il fallimento del tentativo di mediazione tra partiti intrapresa dopo lo stallo elettorale dal Presidente greco Karolos Papoulias, Syriza si è rifiutata di appoggiare anche in maniera informale una coalizione per la prosecuzione degli impegni finanziari internazionali. “Non cercano un accordo con noi, ci stanno chiedendo di essere loro partners in un crimine e noi non saremo loro complici” con queste parole cade ogni speranza salvare la Grecia dal destino ancora piĂą oscuro segnato dal fallimento totale dell’appuntamento elettorale, in cui le ali estreme hanno trionfato sulla moderazione. Entro un mese i greci torneranno alle urne, mentre numerosi sondaggi indicano una vertiginosa ascesa dei partiti che si oppongono all’euro e al piano della troika. Mentre l’uscita della Grecia dall’Eurozona sembra lasciare sonni tranquilli nella leadership tedesca, diventa davvero difficile prevedere cosa accadrĂ  ad Atene di qui a trenta giorni.

 

AMERICHE

Venerdì 18-Sabato 19 – E’ un Summit attesissimo quello del G8 di Camp David organizzato da Barack Obama per affrontare con i leader mondiali le questioni scottanti di politica ed economia. Ha giĂ  fatto scalpore la notizia dell’assenza di Vladimir Putin, rimpiazzato dal premier Medvedev, a causa delle impellenze per la formazione del nuovo governo russo. Barack e Vladimir, in una lunga telefonata, avrebbero concordato un incontro bilaterale al Summit G20 atteso in Messico a giugno. Sul tavolo dei negoziati non c’è solo la crisi economica internazionale, ma anche la ripresa delle trattative in tema ambientale in vista della Conferenza RIO+20, in agenda a giugno. Ampio spazio verrĂ  riservato alla questione siriana, dove nemmeno la presenza di inviati e osservatori sembra garantire la sicurezza dei civili, così come i recenti avvenimenti in Africa occidentale ed orientale. Occhi puntati sull’esordio internazionale di Hollande, che minaccia il ritiro da Kabul, il vertice sarĂ  anche il primo test per il trio inedito con Monti e la Merkel, chissĂ  se le fratture europee emergeranno anche negli States.

Domenica 20 – Chicago si veste d’Atlantico con il Summit NATO pronto a riunire 28 capi di stato e di governo dei paesi membri chiamati a segnare il sentiero della lunga alleanza oltre il Summit di Lisbona del 2010. Oltre alla revisione della strategia nucleare e missilistica, che ha creato non poche tensioni tra Bruxelles e Mosca dopo il progetto di scudo balistico, rimane aperta la questione afghana, dopo la fatidica data del 2014 confermata dall’amministrazione Obama. I leader politici sono inoltre chiamati a discutere della tanto sventolata “smart defense“, la nuova strategia flessibile della NATO che sembra aver avuto la sua prima applicazione proprio tra le sabbie, le acque e i cieli della Libia nel 2011. La veritĂ  è che la NATO affronta a Chicago una nuova sfida per gestire le pulsioni e gli interessi dei singoli membri in modo da garantire il permanenere del legame strategico-difensivo tra i 28 paesi. La crisi economica e la revisione delle spese per la difesa nell’Eurozona rischia infatti di compromettere le capacitĂ  e la reattivitĂ  di lungo periodo alle nuove sfide del sistema internazionale, solo una nuova dottrina d’impiego delle forze potrĂ  garantire all’alleanza altri 63 anni di esistenza.

MESSICO – La polizia di Monterrey ha scoperto i resti di 49 corpi senza vita all’interno di sacche nascoste sul ciglio di un’autostrada della cittĂ , probabilmente vittime di una delle tante guerre di mafia ormai all’ordine del giorno tra i cartelli del narcotraffico. 18 dei cadaveri avrebbero inoltre subito la decapitazione e svariate mutilazioni come offesa all’onore dei defunti. Il fatto segue di pochi giorni l’incredibile scoperta di 9 cadaveri impiccati lungo un ponte di Nuevo Laredo e di altri 14 decapitati. Le autoritĂ  hanno interpretato i ritrovamenti come i segni tangibili del conflitto tra i “Los Zetas” e la Federazione di Sinaloa, il cartelo che fa capo al re dei ricercati Joachim “el chapo” Guzman. Nell’ultimo anno il Messico ha subito un’impennata di atrocitĂ , attentati e omicidi, da cui nemmeno giornalisti, blogger e reporter sono stati risparmiati.

 

AFRICA

UGANDA – Sulle ali della legittimazione mediatica della campagna di social activism inaugurata dal movimento statunitense Invisible Children contro le teste del movimento ribelle del Lord Resistance Army, le forze ugandesi hanno arrestato Caesar Achellam durante scontri a fuoco nella vicina Reppublica Centrafricana. Il portavoce dell’esrcito nugandese si è detto fiducioso della cattura di Achellam affermando che “l’arresto del Gen. Achellam rappresenta un grande progresso poichè è un pesce grosso. La sua cattura condurrĂ  sicuramente ad una lotta intestina per il potere tra i ranghi dell’LRA”. Il latitante strava tornando dal territorio della Repubblica Democratica del Congo quando è stato sorpresa da un’imboscata dell’esercito ugandese, cui partecipava da spettatore anche un reporter della Reuters. Se non possiamo ancora stabilire come verrĂ  accolta la notizia dell’arresto del leader, quello che è certo è che Jospeh Kony è sempre piĂą solo davanti alla caccia all’uomo condotta da 5000 soldati inviati dall’Unione Africana.

Lunedì 14 – Dopo averlo annunciato ripetutamente nel corso dei nostri appuntamenti settimanali, l’inviato cinese per portare Giuba e Khartoum al tavolo delle trattative negoziali si è finalmente mosso raggiungendo domenica la Capitale sudanese. In serata Zhong Jianhua si è diretto ad Addis Abeba, la sede degli incontri tra i negoziatori delle parti in conflitto per poi spostarsi in Sudan del Sud nella mattinata di lunedì. La mossa di Pechino rappresenta il tentativo di scongiurare il ricorso alla guerra aperta minacciando gli interessi economico-strategici cinesi nell’area, che spaziano dagli aiuti allo sviluppo, agli investimenti fino al petrolio. Il tutto giunge in seguito alle minacce di omar al-Bashir di mandare all’aria il piano per la pace del Consiglio di Sicurezza ONU e dal progressivo ritiro delle truppe dalle posizioni avanzate.

 

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ASIA

AFGHANISTAN – Arsala Rahmani, ex ministro per l’educazione del governo dei Talibani e ora membro dell’Alto Consiglio per la Pace è stato ucciso domenica da un’ignoto attentatore mentre si recava in auto sul posto di lavoro. L’omicidio è un duro colpo al porcesso di pace con la parte meno moderata dello spetro politico-ideologico dell’opposizione al Presidente Karzai, ricordando le modalitĂ  dell’uccisione del Capo dell’HPC Barhanuddin Rabbani, avvenuta in Settembre. L’ambasciata americana di Kabul ha descritto il fatto come una “tragedia” che mina alle radici l’attuale processo di definizione del futuro del paese, dopo l’uscita di scena del grosso delle truppe americane, fissato per il 2014.

COREA DEL SUD – Weng Jiabao si è detto preoccupato dall tendenze della situazione attuale in Asia Orientale, in cui diverse aree contese da uno o più attori rischiano di mischiarsi allle situazioni di crisi ormai cristallizzatesi come il programma nucleare nord-coreano. Il discorso antcipava i lavori di un summit trialterale tra Corea del Sud, Cina e Giappone per discutere delle novità in quel di Pyongyang, firmare un accordo per gli investimenti concluso in marzo dopo lunghe trattative iniziate nel 2007. Nelle scorse settimane test missilistici paralleli tra India e Cina avevavno confermato una volta ancora il tentativo delle due nazioni-regione di assicurarsi un deterrente strategico al passo dei tempi, mentre sul fronte marittimo continuava lo stallo diplomatico-militare tra Pechino e le Filippine in merito ai diritti su alcuni scogli in alto mare.

 

MEDIO ORIENTE

ISRAELE-PALESTINA – A volte i miracoli si manifestano dove meno ce li si aspetta, dev’essere stata questa la reazione della comunitĂ  internazionale davanti alla dichiarazione congiunta da parte del Premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo collega palestinese Abu Mazen. “Israele e l’AutoritĂ  Palestinese sono impegnate a raggiungere la pace e le parti sperano che uno scambio di lettere tra il Presidente Abbas e il Premier Netanyahu raggiunga tale obiettivo”. Il tutto avveniva a Ramallah, nel quartier generale dell’OLP dove Abbas e l’inviato israeliano Yitzhak Molcho hanno discusso a lungo, l’incontro era stato anticipato da una telefonata propiziatoria del segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton. L’accordo di governo tra il Likud e Kadima sembra aver dato ragione alle critiche rivolte dal neo leader Shaul Mofaz al collega Netanyahu, reo sospetto di aver minato le fondamenta del dialogo di pace. A conferma del cambio di comportamento del governo israeliano, Netanyahu ha ordinato lo sgombero di alcune case dell’insediamento illegale di Hebron, sottratte dai coloni ebrei ai palestinesi anche grazie alla complicitĂ  silenziosa dei contingenti locali delle Israeli Defense Force.

YEMEN – Non è sfuggito all’occhio vigile della Casa Bianca il peggioramento critico delle condizioni di sicurezza nell’ex impero del raìs yemenita Ali abdullah Saleh, sostituito dal suo vice Abd-Rabbu Mansour Hadi, chiamato a garantire la leadership strategica tra il paese e gli Stati Uniti. Nella giornata di domenica il consigliere del Presidente Obama in materia di contro-terrorismo John Brennan è giunto a San’a per confermare l’alleanza geostrategica tra i due paesi e per confermare l’appoggio ad Hadi nell’arduo compito di pacificare le forze di sicurezza yemenite divise tra fazioni etncihe in contrasto tra loro. Intanto i droni continuano la loro guerra invisibile, sabato è toccato a dieci militanti perire sotto i colpi dei gioielli della CIA, mentre. Sempre di sabato è la notizia dell’assalto a colpi di granate contro la casa del Ministro dell’Informazione Ali al-Amrani, mentre a San’a l’ambasciatore bulgaro in Yemen è riuscito a salvarsi da un tentato rapimento.

 

Fabio Stella

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Fresco di laurea in relazioni internazionali, con il sogno della carriera diplomatica nel cassetto, la voglia di nuovo e la curiositĂ  l’hanno spinto per fare le valigie per l’estremo Oriente, da dove non sembra voler piĂą tornare. Autore del “7 giorni in un ristretto” redige per voi il calendario della ComunitĂ  Internazionale ogni lunedì anticipandovi curiositĂ , scandali, intrighi e retroscena della geopolitica in ogni angolo del pianeta. Citazioni altisonanti e frasi ad effetto le sue armi “preferite” insieme all’ambizione di rimanere perennemente in equilibrio sul filo del rasoio delle previsioni “da sfera di cristallo”, con una tazzina di “caffè” rigorosamente “espresso” in mano.

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