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USA: uno sguardo alle elezioni primarie

L’avvio informale delle presidenziali USA del 2016 è stato sancito con le elezioni di midterm. Qualche mese dopo Hillary Clinton, con un video messaggio anticipato da un tweet, ha annunciato la sua candidatura, dando inizio ad una partita senza esclusione di colpi.

HILLARY CLINTON SCENDE IN CAMPO – Con il suo videomessaggio Hillary Clinton si è candidata ufficialmente alle presidenziali del 2016. Molti se lo aspettavano, lei non ha mai negato questa possibilità e dopo aver perso le elezioni primarie del 2008 ed essere stata Segretario di Stato, la sua candidatura è sembrata la cosa più naturale. In ogni sondaggio la Clinton è data per favorita, forse perché ha avuto molto più tempo per farsi stimare e conoscere dal popolo statunitense rispetto agli sfidanti. È dal 2008, infatti, che Hillary si trova sotto i riflettori della politica nazionale e internazionale e, come moglie dell’ex Presidente Bill Clinton, da tempo vive al centro degli affari pubblici, volontariamente o meno. Oltre a non avere temibili avversari nel Partito Democratico, la Clinton sembra essere aiutata anche dalla sua retorica contro Obama, ormai non così popolare come all’inizio del mandato. Hillary è stata infatti il personaggio più critico nei confronti della politica estera attuata dalla Casa Bianca, specialmente per quanto riguarda l’intervento in Siria, considerato tardivo e inefficace. Secondo l’ex Segretario di Stato, gli Usa avrebbero dovuto sostenere i ribelli alle prime luci del conflitto civile contro Assad e non averlo fatto ha significato la creazione di un libero canale per gli estremisti. Il marcato interventismo della Clinton è una delle sue caratteristiche e forse una delle poche che potrebbe ostacolarla alle presidenziali.

LA SQUADRA DEMOCRATICA – Gli sfidanti del partito democratico non preoccupano fino a ora Hillary Clinton. Elisabeth Warren, senatrice del Massachusetts, alla fine ha deciso di non candidarsi e Martin O’Malley (ex governatore del Maryland) sembra già avere poche possibilità di vittoria. Lincoln Chafee, il 16 Aprile 2015, ha annunciato  formalmente che si candiderà, trasformandosi nel secondo candidato ufficiale del Partito Democratico. Una volta abbandonato il Partito Repubblicano, Chafee si è contraddistinto da un profilo moderato e ha passato parte della sua carriera ad opporsi alla guerra in Iraq. L’unico democratico ritenuto pericoloso per Hillary Clinton è Joe Biden, il Vicepresidente dell’amministrazione Obama. Anche lui ha calcato il palcoscenico nazionale e internazionale negli ultimi anni, guadagnandosi un vantaggio temporale nella sua campagna elettorale rispetto agli altri candidati.

Marco Rubio foto

Fig.1  – Marco Rubio, tra i candidati del Partito Repubblicano

IL TEAM REPUBBLICANO – Nelle elezioni di midterm il Partito Repubblicano ha dimostrato di essere più popolare di quello democratico. Alle presidenziali 2016 esso proporrà numerosi candidati che potranno dare del filo da torcere a Hillary Clinton. I repubblicani sono divisi in quattro “settori”: la destra sociale, i libertari, i Tea Party (un movimento politico schierato a difesa del libero mercato e su posizioni conservatrici/libertariane) e l’establishment, che raggruppa i politici con un profilo più istituzionale. Il candidato più interessante dell’establishment è senza dubbio Jeb Bush, ex Governatore della Florida, figlio dell’ex Presidente George H. W. Bush e fratello dell’ex Presidente George W. Bush. Grande suo avversario interno al partito è Marco Rubio, candidato ritenuto di “grandi doti comunicative” e di un’intelligenza “fuori dal comune”. È dal 2012 che il  Partito Repubblicano attende la sua candidatura, da cui ci si aspetta il voto della fetta minoritaria etnica, il cui peso elettorale (di solito orientato verso i democratici) sarebbe funzionale al Grand Old Party (GOP – altro nome con cui è conosciuto il Partito Repubblicano). Esso infatti presenta candidati spesso ricchi, bianchi, anziani e conservatori, lontani dal ceto medio popolare. Allo scopo di attirare le minoranze si è candidato anche Ted Cruz, il Senatore latinoamericano del Texas, campione dei Tea Party, che chiede meno tasse e l’assenza dello Stato nelle questioni economiche. Insieme a Cruz, anche Ron Paul rappresenterà i Tea Party. Senatore del Kentucky, Paul chiede l’isolazionismo della politica estera ed è molto amato tra i giovani. Ultimo candidato possibile del GOP è Mike Huckabee, ex Governatore dell’Arkansas e conduttore di una trasmissione radiofonica. Huckabee è stato il principale concorrente di McCain nel 2008 e negli ultimi giorni ha lanciato un sondaggio sul suo sito per decidere se ufficializzare o meno la sua candidatura. Anche il nome del Governatore del New Jersey Chris Christie circola come possibile sfidante dei democratici, ma lo scandalo del “bridgegate” lo ha colpito non poco. Christie è stato accusato infatti di aver bloccato per quattro giorni, nel Settembre 2014, il traffico del George Washington Bridge (il ponte che collega Manhattan al New Jersey) per danneggiare il sindaco democratico di Fort Lee, Mark Sokolich, il quale non aveva appoggiato la rielezione di Christie a Governatore. La sua candidatura avverrà solo se riuscirà a riguadagnarsi la fiducia degli elettori.

Giulia Mizzon

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Un chicco in più

Qui potete trovare il link che rimanda al video di annuncio della candidatura alle elezioni presidenziali di Hillary Clinton.

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Foto: Angela Radulescu

Foto: Bill Moore Photography

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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